Attualità

I paradossi del caso Salis

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Anna Tortora

A proposito di Ilaria Salis, il giornalista Gerardo Verolino pone un serio interrogativo: “Perché, nei talk show, non invitano anche il padre, o un altro parente, della vittima, e non soltanto il padre del presunto aggressore del pestaggio?”
Ci sono dei paradossi, descritti minuziosamente da Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia

“I paradossi del caso Salis. Paradosso n1. Si è creduto che politicizzando e mediatizzando al massimo il caso, gli ungheresi si sarebbero impressionati e avrebbero cambiato atteggiamento sotto la pressione delle autorità italiane. E’ successo però esattamente il contrario! Le autorità magiare, di fronte a tante critiche (per loro ingiustificate), si sono irrigidite e applicheranno strettamente la legge per dimostrare la sovranità della loro governo e l’autonomia della loro magistratura. Campagna mediatica, dunque, del tutto controproducente!

Paradosso n 2. Le belle anime televisive sono rimaste sconvolte dalle manette e dalle catene messe alla Salis per accedere al tribunale! Che orrore! L’Ungheria è un Paese medioevale, incivile, non degno di stare nell’UE. Poi si scopre che noi ci comportiamo… allo stesso modo. Anzi facciamo di peggio: mettiamo spesso gli imputati in una gabbia, come fossero belve feroci. La situazione delle carceri italiane non sembra proprio un esempio positivo da citare nei confronti di quelle ungheresi… Verificare prima di parlare.
Paradosso n 3. Critichiamo la democrazia ungherese, dandole però nel contempo l’occasione di rimandare facilmente le accuse al mittente. Il portavoce del tribunale di Budapest ha riaffermato l’assoluta indipendenza della magistratura ungherese e l’inutilità delle pressioni esterne sul governo, che non ha niente a che vedere con le sentenze dei tribunali. Forse in Italia – avranno pensato i giudici magiari – non è così, lì forse il governo può influenzare le decisioni dei giudici….Altrimenti perchè la autorità italiane si sarebbero agitate tanto?
Paradosso n 4. Per tagliare la testa al toro, candidiamo la Salis alle europee, per il PD, senza nemmeno sapere se è colpevole o innocente, e così potrà usufruire comunque dell’immunità. Bel modo di prendere in giro gli elettori, convinti di votare per mandare a Bruxelles elementi competenti, esperti di questioni europee, personalità moralmente solide. Non persone accusate di aver spaccato la testa a dimostranti di estrema destra. O spaccare la testa a uno etichettato “fascista” non è reato? Forse in Italia qualcuno lo pensa. In Ungheria, no. Lì si fa rispettare la legge.”
Concludiamo con un po’ di ironia…
“A Ilaria Salis ci hanno pensato, al padre di Giulia Cecchettin pure, il pacifista Tarquinio c’è… nelle liste del Pd per le europee manca solo Geolier.”
Antonio Polito, editorialista del Corriere della sera


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.