I primi passi del governo Meloni: a proposito del decreto unico
di Daniela Portella.
La norma anti-rave “è stata creata perché l’attuale articolo 633 del codice penale era stato scritto quasi cento anni fa per tutelare i proprietari di beni immobili da invasioni di mandrie di bestiame. Oggi si tratta di tutelare l’incolumità e la salute quando alcuni eventi espongono questi beni a pericoli gravi .
Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento. Il nuovo decreto legge ha introdotto un nuovo reato che prevede reclusione da 3 a 6 anni per chi organizza rave illegali, con multe da mille a 10mila euro.
Il modello di gestione della sicurezza è fermezza e dialogo lasciando l’uso della forza pubblica come opzione estrema per evitare rischi peggiori. Ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage .L’obiettivo della norma sui rave party è quella di allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità.
Questo governo ha ottenuto un forte mandato elettorale dai cittadini su temi precisi. La tutela della sicurezza è una priorità.
In alcuni casi se la forza pubblica non interviene nell’immediatezza è perché viene fatta una valutazione ponderata sul rischio di tale scelta. In uno stadio è sempre preferibile evitare interventi che potrebbero generare situazioni di gravissimo pericolo.
Le forze di polizia segnaleranno all’autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle
abbiamo istituzioni solide e una Costituzione repubblicana in cui “si riconoscono tutti i partiti politici” e quindi “abbiamo gli anticorpi per sconfiggere chiunque voglia andare in un’altra direzione”.
È forte il timore che il nuovo reato stabilito dall’articolo 434 bis del codice penale, introdotto dal governo Meloni con un decreto, possa essere contestato anche in caso di occupazioni di edifici in ambito scolastico, di emergenza abitativa, oppure anche di manifestazioni non autorizzate. Come “terreno” potrebbe essere considerato qualsiasi luogo all’aperto dove sono stati organizzati sit-in abusivi o comunque non preavvisati alle Questure. La procedibilità è d’ufficio, non è quindi necessaria la querela del proprietario del terreno o dell’edificio occupati. Inoltre secondo i penalisti il decreto rende possibile anche l’uso di intercettazioni poiché la pena prevista è superiore ai cinque anni.
Il decreto anti-rave fa tremare le occupazioni di Roma.
Dal Viminale fanno sapere che la norma anti-rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l’incolumità pubbliche. “Una norma che non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni”. Nella relazione illustrativa si fa riferimento proprio a eventi musicali. I dubbi e le perplessità resteranno almeno per 60 giorni entro i quali il decreto dovrà essere convertito in legge con le modifiche che il parlamento vorrà porvi.
Va ricordato che finora i festini abusivi erano normati dal Testo unico pubblica sicurezza e dal Codice penale, che però si limitavano a sanzionare la violazione di proprietà privata, gli allacci abusivi di luce e acqua .
Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano,e non è negato a nessuno di esprimere il dissenso.
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