Il cattolicesimo liberale – breve sintesi dalle origini ai giorni nostri
Il cattolicesimo liberale cercò di sintetizzare la dottrina cattolica con la filosofia moderna. Papa Leone XIII ritenne pertanto opportuno pubblicare, nell’agosto del 1879, l’enciclica Aeterni Patris per ribadire l’importanza della “sacra dottrina di san Tommaso” e soprattutto come questa dottrina dovesse essere alla base di ogni insegnamento cattolico. Ciò appunto per evitare che ci si lasciasse affascinare dalla filosofia moderna.
Qualche anno dopo, con la Rerum Novarum, riproponendo in lunghi e articolati paragrafi classiche nozioni tomistiche, sviluppa la tesi della proprietà vista quale esigenza di dignità e di libertà del lavoratore stesso.
Il cristianesimo è libertà. Libertà dal peccato, soprattutto.
“Perche’ non possiamio non dirci cristiani “.
Benedetto Croce
Perché si può essere credenti o meno, ma non si può in nessuna maniera disattendere il grande messaggio universale di carità e umanità che viene dal cristianesimo. In questo il grande insegnamento laico e liberale di Benedetto Croce secondo cui, alla fine, nessuno di noi non può che dichiararsi cristiano.
Il liberalismo è la dottrina che fornisce alla borghesia o, almeno, ai suoi strati superiori, la formula che le permette da un lato di sostituirsi nell’esercizio dell’aristocrazia o di spartirlo con essa (l’aristocrazia che prima e appena dopo la rivoluzione francese era dalla parte del clero), dall’altro di conservare una posizione di preminenza rispetto al proletariato.
La libertà sarebbe il mezzo più idoneo per promuovere il formarsi di un’aristocrazia, intesa non come casta chiusa ma come èlite aperta, pronta ad accogliere chiunque sappia innalzarsi con le sue forze.
Il compito dei liberali cattolici sarà dunque la restaurazione della oggettività del conoscere la costruzione di una morale e l’edificazione di un ordine civile fondato sulla fede di una giustizia assoluta e trascendente.
Accettando il metodo della libertà, i cattolici non rinunciano ad alcuno dei loro princìpi: possono sperare che, in piena libertà di diffondere la propria dottrina, la Chiesa trionferà. Partendo dal presupposto che vera libertà sia esclusivamente portare a compimento i fini dell’ anima immortale, i liberali cattolici giungono ad asserire dommaticamente l’identità fara liberalismo e cristianesimo. Se l’individuo è sottratto per quanto riguarda la ricerca scientifica, l’economia, la vita interiore, al controllo dello Stato, non può sottrarsi alla Chiesa, fondata da Cristo, depositaria di Verità e di Grazia.
In Italia, il cattolicesimo liberale ha avuto come maggiori esponenti Rosmini, Gioberti e Manzoni.
Rosmini, divenuto beato nel 2007, contrastò fermamente le tesi illuministiche. Sottolineandone l’inalienabilità dei diritti naturali della persona, tra cui quello della proprietà privata, in netto contrasto con il comunismo ed il socialismo. Un intervento, dunque, minimo dello Stato.
I cattolici liberali, sul piano della lotta politica dal 1830 hanno avuto un ruolo decisivo in Italia.
Jacques Maritain, ad esempio, elaborava la sua concezione della ‘nuova cristianità’, con un cristianesimo capace di penetrare nel vivo delle correnti culturali contemporanee per purificarle e lievitarle dal di dentro. Contro ogni mostro totalitario, comunista, nazista, fascista.
Quindi è assolutamente falso e fuorviante pensare che il liberalismo sia opposto al cristianesimo; andiamo ai tempi più vicini a noi.
“Lo Stato deve intervenire, ma deve limitare al massimo i suoi interventi: diminuendo la spesa pubblica e le tasse, si potrà favorire la libertà…
La libertà economica è la base indispensabile d’ogni altra libertà”.
Bartolomeo Sorge
E come non ricordare Gaspare Barbiellini Amidei, scomparso nel 2007, uno dei maggiori esponenti del cattolicesimo liberale che nella
sua carriera di giornalista e scrittore ha dedicato diverse opere al mondo liberale, alla scuola e alla Chiesa.
“È sgradevole dover constatare come la crisi del marxismo praticante e diffuso in Italia coincida, più o meno, con la fine della tragedia brigatista, cioè del più settario e dottrinariamente confuso attivismo rivoluzionario”.
Gaspare Barbiellini Amidei
E proprio di Maritain “Maritain, che altro possiamo dire di lui, sulla linea che lui meglio di ogni altro ha percorso in questi decenni? Maritain ha capito più di quanto abbiano fatto tutti gli altri pensatori del Novecento”.
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