Il Governo Conte ci prepara al Natale
Natale si avvicina e con esso, purtroppo, la confusione. Sarà un Natale che ricorderemo per sempre, sicuramente, come l’anno che sta per finire.
Non c’è stato momento nella nostra vita repubblicana che abbia richiesto un bisogno così forte, così vigile, di stare intorno alle istituzioni. Ma, non a causa nostra, ci troviamo di fronte ad un’alternativa inquietante: è l’alternativa del qualunquismo, è la difesa dell’interesse egoistico, è la fine della coscienza. Un Governo che dopo dieci mesi di pandemia continua a imporre chiusure, è privo di coscienza.
A forza di dirci tutti i giorni quello che non va bene, quello che non dobbiamo fare, si rischia di generare il sospetto che non vi sia nulla da voler fare e da fare. Natale ormai è alle porte e per fortuna c’è chi solleva questioni fondamentali.
“L’avvocato del popolo nel suo delirio decretatorio si è dimenticato del popolo, e anche della Costituzione. In Italia è praticamente ormai azzerata la libertà di movimento. Il presidente del Consiglio e i suoi consiglieri ritengono di saper difendere meglio i nostri anziani di quanto possano fare i loro figli.
Con il divieto di spostamento dall’area del comune di residenza nei giorni festivi dimostrano di non sapere come è fatta l’Italia, perché un conto è vivere a Roma e un conto in un comune di pochi abitanti.
Su 8.000 comuni sono ben 6.000 quelli che hanno meno di 5.000, 1498 sono sotto i 1000 abitanti e 135 sotto i 500. Quasi sempre in queste realtà i genitori vivono nel comune limitrofo, distante pochi chilometri, ma a Natale, secondo Conte e i suoi illuminati consiglieri, non potranno vedersi.
Vi pare normale, vi pare logico, vi pare costituzionale?
Per non dire poi della beffa dei ristoranti, sui quali il presidente del Consiglio ha mentito dicendo che la chiusura serale gli era stata chiesta dal Comitato tecnico scientifico. Falso, Nei rapporti finalmente pubblici delle riunioni del comitato questa richiesta non c’era, neanche come raccomandazione. Ora i ristoranti vengono a sapere che, per gentile concessione dell’avvocato dei loro clienti, potranno restare aperti a Natale, Santo Stefano e Capodanno, ma potranno ospitare sono avventori del loro comune: a Cissone, paese di 90 abitanti in provincia di Cuneo, dove ci sono tra i migliori ristoranti delle Langhe, prevedono il pienone! E questa sarebbe la collaborazione, l’unità invocata nell’emergenza?
Non ascoltano le Regioni, non ascoltano le associazioni imprenditoriali, non ascoltano l’opposizione, dispensano prediche moralistiche, discettano di eresia, spargono paura a piene mani e ci chiudono in casa.
Anzi no, la soluzione ce l’hanno, per i ricchi: prenditi una vacanza di 17 giorni e puoi andare dove vuoi, tanto il lavoro non c’è!”
Maurizio Lupi
Lupi non è l’unico, anche i governatori di regione hanno espresso le varie perplessità.
“La limitazione della libertà dei cittadini deve essere proporzionata al rischio del Covid. Ora qualcuno del Governo mi spiegherà perché, di fronte a dati in calo della Liguria, come di molte altre regioni, un fratello non potrà passare il Natale con la sorella, un genitore con i figli.
Ma qualcuno a Roma ha mai viaggiato per l’Italia, o vivono tutti ai Parioli? Perché se stai in una grande città puoi muoverti liberamente, se invece stai in un piccolo comune, probabilmente dovrai passare il Natale e il Capodanno da solo, anche se i parenti vivono a poche centinaia di metri ma in un altro comune. Magari ci si infetta di più se si attraversa il confine tra un comune e l’altro, mentre se si va da un capo all’altro di una grande città, il virus ci risparmia? Questa non l’avevo ancora sentita!
Lo stesso vale per ristoranti e bar: se uno ha un ristorante o un bar in un grande città, “buon per lui”, si fa per dire. Se la trattoria è in un piccolo paese, in una frazione, per chi starà mai aperta?
Se hai una casa a Cortina o Courmayeur e parti per le vacanze prima del 21 dicembre va tutto bene, ma se vuoi portare a Santo Stefano tuo figlio a fare una passeggiata nel parco, che è nel comune vicino al tuo, non puoi.
Siamo riuniti come Regioni ma vorrei che fosse chiaro che il Decreto Legge del Governo con queste misure è già pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Trovo assai scorretto che il Governo adotti una simile misura senza neppure parlarne con gli enti locali. Mentre noi discutiamo dei suggerimenti da dare al Governo, le legge è già stata fatta. Tutti in casa, a prescindere da dati, zone gialle, diffusione del virus. Ma deve essere chiaro di chi è la responsabilità di tutte queste assurdità”.
Giovanni Toti, governatore della Liguria
“Leggere un Decreto Legge a sorpresa che impedirà, il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio, lo spostamento dei cittadini fra Comuni della stessa regione anche solo per andare a visitare genitori e figli, mentre si discute di un Dpcm che non ha recepito nessuna delle indicazioni offerte dalle regioni, è un fatto ’lunare’; in perfetta contraddizione con le dichiarazioni sulla leale collaborazione fra Stato e Regioni
Bene ha fatto la Conferenza delle Regioni ad assumere una posizione di forte critica verso contenuti e metodo imposti dal Governo, con un decreto legge notturno che impedisce di dare alcun parere su un Dpcm contraddittorio e non modificabile”.
Attilio Fontana, governatore della Lombardia
Il professor Matteo Bassetti ci dà ulteriori chiarimenti. Più che dovuti in questo periodo.
“Tamponi a Natale per stare tranquilli?
Il tampone rapido o quello tradizionale fatto per festeggiare in sicurezza pranzi o cene natalizie è fuorviante.
Già abbiamo fatto l’errore quando al ritorno dalle vacanze, abbiamo fatto i test a della gente che due giorni dopo è diventata positiva. Evitiamo di dare false patenti di negatività che non servono a granché. I test devono essere usati in caso di contatto certo o di sintomi, non devono essere visti come un liberi tutti, altrimenti rischiamo di fare più danno che beneficio.
Se per esempio faccio il test il 24 dicembre ed è negativo posso andare il giorno di Natale dai miei genitori anziani ed essere sicuro di essere negativo? Assolutamente NO!
Sarà molto meglio avere alcune accortezze: attenzione massima sempre a DML, ma in particolare nei giorni che precedono il Natale e poi nel momento della festa: mascherina Ffp2 magari per i nonni, distanziandosi e cercando di essere rapidi, aprendo le finestre (compatibilmente con il freddo) il più possibile. Evitiamo baci e abbracci. Il Natale è sacro e va comunque festeggiato. In sicurezza. Ma va festeggiato”.
In dieci mesi è successo di tutto, un giorno dopo l’altro, così in fretta che siamo attoniti di fronte a questa velocizzazione tragica degli eventi. Per cui abbiamo il dovere di dire che qualcosa va aggiustato e dobbiamo indignarci per la nomina da parte del Governo di altri 350 esperti.
Se questo Virus è stato capace di così tanti disastri, perché dobbiamo rassegnarci all’idea che le cose non possano cambiare subito e in meglio?
Il nostro Natale è nelle nostre mani, nella nostra capacità di scegliere, nella coscienza della nostra responsabilità.
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