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Il Napoli regge all’Olimpico. Fatto il massimo con il materiale a disposizione

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di Luca Muratgia.

Il Napoli esce indenne dallo stadio Olimpico di Roma ed ottiene un pareggio che lascia pressoché inalterate le chance di raggiungere la zona Champions distante appena quattro punti. Contro i capitolini gli azzurri si presentano senza nove uomini, in particolare Meret, Natan, Oliveira e Traore infortunati, Kvaratskhelia, Cajuste e Simeone squalificati e senza Osimhen e Anguissa impegnati nella fase finale della coppa d’Africa. Insomma una squadra in piena emergenza con alcuni giocatori schierati titolari, ancora non edotti circa il loro prossimo futuro, Ostigard Demme e Zielisky in particolare. Nonostante le enormi difficoltà, il Napoli ha comunque dimostrato di esserci e l’aspetto non è poi così scontato come potrebbe apparire se ricordiamo le prestazioni contro il Torino o il Frosinone, tanto per citare due esempi emblematici ma l’elenco sarebbe assai più lungo. Squadra compatta e aggressiva dedita prevalentemente alla fase difensiva. Qualcuno potrebbe storcere il naso sull’atteggiamento della squadra in campo ma per il momento, questa disposizione tattica, rappresenta l’unico rimedio per frenare l’emoragia di figuracce perché adesso non c’è nè la condizione atletica adatta, nè l’atteggiamento mentale necessario per proporre qualcosa di diverso senza il rischio di imbarcate clamorose derivanti da uno squilibrio che si verrebbe inevitabilmente a configurare.
Invece adesso un equilibrio c’è, certo, è un equilibrio che per gli esteti del calcio potrebbe rappresentare uno scarabocchio, ma giocare fuori casa contro un avversario comunque temibile e di discreto livello e con qualità nei singoli e non concede una sola seria occasione da gol, evidenzia inevitabilmente  che un equilibrio, sia pur precario e provvisorio è stato sicuramente raggiunto. L’aspetto negativo è palesemente rappresentato dall’incapacità di produzione offensiva se, numeri alla mano, i partenopei, in ‘96 minuti, non hanno prodotto neanche un tiro in porta, e solo tre volte, da quando il Napoli è tornato in serie A, anno 2007/2008, si è verificato un fenomeno simile. Ma l’analisi della partita non può prescindere dalle numerose e già citate assenze che gli azzurri subivano. Nove giocatori indisponibili sono tanti, forse troppi per consentirsi un atteggiamento spavaldo e leggero. È oggettivamente vero che non c’è stata una che sia una palla gol prodotta, ma è altrettanto vero che, giocare una partita del genere senza un attaccante di ruolo e con il solo, impalpabile Raspadori a barcamenarsi in avanti nel tentativo di toccare semplicemente il pallone, rappresenta un handicap incolmabile e che, inevitabilmente non può non ripercuotersi sul rendimento offensivo della squadra. In alcune circostanze bisogna sapersi accontentare e la partita di stasera rappresenta una di quelle circostanze, questo passa il convento e dobbiamo, per forza di cose, cercare di farcelo piacere.


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