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Il Napoli sbatte sul muro di Berlino. Prestazione e risultati a singhiozzi, così non si va da nessuna parte

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di Luca Muratgia

Niente da fare, il Napoli fallisce nuovamente non riuscendo cristallizzare le certezze derivanti dalle ultime positive performance e a generare quella continuità indispensabile per le ambizioni di una squadra con lo scudetto cucito sul petto. Ancora una volta, quando sembra che si sia trovato un equilibrio e sembra che sia trovata la quadratura del cerchio, al momento di consolidare le nuove convinzioni scaturenti da una o due prestazioni convincenti, si viene clamorosamente meno. Questo triste percorso, in questa stagione, si è ripetuto più di una volta. Nella quarta giornata della fase a gironi di Champions, gli uomini di Garcia sono addirittura riusciti a riesumare l’Union di Berlino, squadra a sua volta reduce da ben dodici sconfitte consecutive interrotte proprio nella serata del Maradona. Eppure l’occasione che si presentava ai partenopei di archiviare il discorso Champions in chiave qualificazione sembrava servita su di un piatto d’argento, con una eventuale vittoria infatti, gli azzurri avrebbero posto una seria ipoteca sul secondo posto indispensabile per il raggiungimento degli ottavi di finale. I teutonici tra l’altro, davano l’impressione di rappresentare una compagine assai modesta, impressione confermata proprio durante i novanta minuti del Maradona. Al di là delle occasioni sprecate, al di là dell’inverosimile gol subito, il Napoli non ha mai dato l’impressione di essere padrone del campo. Gioco farraginoso, prevedibile dove, se non vengono fuori le potenzialità dei fuoriclasse azzurri, non si riesce ad creare profondità. Nel primo tempo, infatti, solo a tratti gli azzurri riescono a dare continuità alla manovra. Dopo un gol annullato ad Anguissa e in palo di Natan sugli sviluppi di un calcio d’angolo, i partenopei riescono a trovare il vantaggio con una fortunosa deviazione di Politano su cross tagliato di Mario Rui. Il vantaggio raggiunto, sembra mettere nelle migliori condizioni il Napoli perché i tedeschi, arroccati graniticamente in difesa, avrebbero dovuto inevitabilmente scoprirsi concedendo di conseguenza spazi ai velocisti partenopei. Invece accade quel che non ti aspetti perché gli azzurri iniziano a soffrire la fisicità dei tedeschi che, tuttavia, non modificano il loro assetto tattico, continuando a difendersi ad oltranza e cercando di sfruttare le ripartenze dei sui fisici velocisti.   La fine della prima frazione di gioco si conclude con un triste presagio, un palo clamoroso colpito dall’Union su un calcio di punizione ben oltre i cinque minuti di recupero assegnati dal poco convincente arbitro olandese Makkelie. Nel secondo tempo la manovra degli uomini di Garcia diventa ancora più involuta, confusionaria, l’atteggiamento dei teutonici non cambia e il Napoli si riversa ugualmente in avanti alla ricerca del gol che avrebbe archiviato la pratica. E così che accade il clamoroso patatrac perché nello sforzo intrapreso per chiudere la partita, perde i riferimenti, smarrisce gli equilibri e, pertanto, con un unico micidiale contropiede i tedeschi pareggiano con l’ex Udinese Fofana, pronto a ribattere a rete una corta respinta di Meret. Il prosieguo dell’incontro è un unico caotico ed insensato assalto alla retroguardia tedesca che, complice anche la serata poco esaltante di Kvaratskhelia e Zielisky, non soffre più di tanto per contenere gli sterili tentativi partenopei.


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