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Il Popolo della Famiglia, il Grido dei Penultimi e il Governo Draghi. Intervista a Mario Adinolfi

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Anna Tortora

Oggi sono lieta di ospitare il presidente del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, giornalista, scrittore e già parlamentare.

– Governo Draghi. Il centrodestra è finito?
“Il centrodestra è finito tecnicamente da anni. La stessa espressione centrodestra, oggi, non è veritiera, perché nella coalizione sono le destre a prevalere nettamente e il centro ad essere marginale. È chiaro che se la crisi di Governo ha visto Forza Italia dire un sì entusiasta a Draghi, la Lega ha detto un sì necessitato e Fdl ha detto no, la colazione non esiste più. Poi in Italia, come al solito, può accadere di tutto; può accadere che si vada alle prossime elezioni con un’alleanza tra partiti che in questi due anni hanno fatto cose opposte. Forza Italia e Lega avranno detto sì ad ogni provvedimento di Draghi e Fdl avrà detto no, sarà un problema, poi, spiegarlo agli elettori. Senza dubbio”.

– Il Popolo della Famiglia cresce. Com’è nato, da dove è partita l’idea?
“Il Popolo della Famiglia nasce cinque anni fa, l’11 Marzo 2016 è la data della nostra assemblea costituente, come emanazione politica delle grandi mobilitazioni dei family Day. È nato per dare una rappresentanza a un popolo che vive di ispirazione cristiana, non solo come fede vissuta nel privato ma anche di necessità valoriale che riteniamo utile per l’intera comunità nazionale. In un Paese che è stato governato a lungo da un soggetto politico che nasce da un sacerdote, (il popolarismo in Italia nasce con don Luigi Sturzo) era incredibile ai nostri occhi che qualsiasi segmento culturale avesse un soggetto politico di riferimento: per i post comunisti il PD e le altre frange a sinistra del PD, per la Destra liberale Forza Italia, per la Destra federalista la Lega e per la Destra più sociale Fratelli d’Italia. Addirittura il populismo più becero con i 5Stelle. Ma non c’era un soggetto politico autonomo e cristianamente ispirato, proprio nel momento in cui stanno andando in crisi le grandi conquiste dei cattolici in questo Paese, detto in maniera semplice, di difesa della famiglia e della vita.
Vedevamo vincere l’ideologia gender ovunque, addirittura nelle scuole, con la convinzione di alcuni che fosse giusto spiegare persino ai bambini di tre anni le favole ribaltate al contrario, in cui c’è la principessa azzurra e Pinocchio diventa femmina. Abbiamo visto rasentare la follia con quella che papa Francesco chiama la colonizzazione ideologica contro la famiglia e a favore, appunto, del gender. Quindi, abbiamo inteso dare una risposta politica che nascesse da una mobilitazione popolare. Nelle urne abbiamo raccolto 220000 voti alle elezioni politiche, qualcuno dice che sono pochi, io lo considero, invece, un grande punto di partenza, ovviamente puntiamo a raggiungere un milione di voti, ora che il Popolo della Famiglia è più noto grazie all’esposizione mediatica e alle battaglie politiche fatte, prima fra tutte quella per il reddito di maternità”.

– Molte volte sei stato definito, erroneamente, omofobo.
“Come sai, io non ho alcun interesse per quel che accade sotto le lenzuola altrui, mi devo preoccupare al limite di quel che ho combinato io o combinerò io, figuriamoci se ho interesse per le vicende sessuali di qualcun altro. Non ho mai, mai, rivolto offese a persone omosessuali, anche perché se lo avessi fatto sarei stato querelato, e non è mai accaduto neanche che fossi mandato a processo per alcuna forma di omofobia. Paradossalmente, gli unici due processi su questo argomento li ho subiti quando ero Parlamentare del Partito democratico.
Quando ero Parlamentare del PD, l’avere espresso la difesa della famiglia naturale e il concetto che i figli nascono da una mamma e da un papà, e solo da una mamma e da un papà, mi costò due processi interni presso i probiviri con l’accusa, appunto, di omofobia. Processi da cui sono stato prosciolto, ma quella vicenda mi caricò di amarezza e mi costrinse, poi, a lasciare sia il seggio da Parlamentare, sia il PD perché era in conflitto troppo esplicito con i miei valori.
Io non so più come fare, d’altronde tutti i miei discorsi, le mie performances televisive, vengono scandagliati…non ho mai offeso le persone omosessuali. Ho rispetto per tutti. In realtà sono io a ricevere insulti continui dal mondo LGBT, sono state attaccate anche le miei figlie.
Lo so che questo è il prezzo che si paga quando si va in battaglia con idee molto nette. E ripeto: io non sono omofobo”.

– Se fossi in Parlamento, appoggeresti il Governo Draghi?
“Se in questo momento fossi Parlamentare con il Popolo della Famiglia farei quello che ho già fatto quando ero in Parlamento, io appoggiai il Governo Monti, votai insieme alla Meloni, insieme a tutti, il Governo del 2011-2013. Non ho mai avuto la necessità di distinguermi nei passaggi complessi per attirare la luce su di me, allo stesso tempo dico, con chiarezza, come lo dissi sulla fase del Governo Monti, il giudizio sugli altri politici è un giudizio che si dà sui fatti, non può mai esserci un pregiudizio. Lo dico con grande sincerità: passare dal curriculumr di Conte-Casalino al curriculum di Mario Draghi è un oggettivo miglioramento per il Paese, non credo sia possibile dubitare di questo. Poi anche quelli bravi potrebbero fare dei gravi errori, questo lo giudicheremo con i passaggi successivi. Adesso stare alla finestra, guardare, e il Popolo della Famiglia lo farà, chiedendo politiche di investimento sul capitale umano che nelle famiglie trova l’espressione più forte, perché questo Paese è costituito da un tessuto di centinaia, di migliaia di piccole imprese familiari, commerciali, artigianali che, in questo momento, sono il contesto, che io ho definito dei penultimi, che sta gridando verso il Governo (lo ha fatto inutilmente con il Conte 2) chiedendo attenzione. Ho scritto Il grido dei penultimi, il mio ultimo libro, cercando di specificare che c’è un bisogno fortissimo di ascolto di queste realtà, che non sono altro che la realtà della famiglia, e l’ascolto e la risposta che verranno dati a questo grido sarà, per me, il metro con cui giudicherò il Governo Draghi”.

Ci auguriamo tutti che il Governo Draghi svolga al meglio il suo lavoro. Le famiglie italiane ne hanno davvero un gran bisogno.
Ringrazio Mario Adinolfi per la piacevole chiacchierata, facendogli i migliori auguri per il suo percorso politico.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.