Territorio

Il prefetto di Napoli: il futuro in mano ai cittadini, serve consapevolezza

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Contro il rischio di infiltrazioni della criminalità «lavoriamo speditamente»

Nelle parole del prefetto di Napoli, Marco Valentini, c’è innanzitutto un riconoscimento ai cittadini per come hanno saputo raccogliere il suo primo appello alla responsabilità, per come hanno reagito alla “fase 1”. Ma nell’intervista di oggi a Il Mattino c’è anche la piena consapevolezza che «serve la stessa dose di autodisciplina per attraversare questa seconda fase che – sottolinea – è semmai anche più importante e delicato di quello che ci siamo lasciati alle spalle».

Per Valentini i primi segnali di ottimismo derivanti dal calo dei contagi e delle vittime, non deve essere maldestramente interpretato come una sorta di “liberi tutti”: «Le immagini delle ultime giornate a Napoli non sono buoni segnali, si ha la sensazione che per molti l’emergenza sia finita, così non è, anche se piazze, mercati, strade e litorali si riempiono giorno dopo giorno».

Ma insieme al richiamo alla responsabilità «non rinunciamo – è chiaro il monito del responsabile della prefettura – a sanzionare comportamenti irresponsabili: il fatto che ci sia ora più gente in strada non significa, naturalmente, che si è abbassata l’attenzione e il livello dei controlli e della prevenzione».

I numeri parlano chiaro: quasi 9000 persone controllate nella sola giornata di sabato in tutta l’area metropolitana con il dispiego – nel week end – di oltre 2000 tra agenti della Polizia di Stato e militari della Finanza e dell’Arma dei carabinieri. Ai quali vanno aggiunti altri 800 agenti delle varie polizie locali.

«Le forze dell’ordine hanno molto da fare in questa città», sottolinea Valentini. «La criminalità comune e organizzata sta rialzando la testa» – prosegue il prefetto – che evidenzia il lavoro anche sul fronte delle interdittive antimafia sulle quali, dice, «procediamo speditamente».

«Con la riapertura dei cantieri intensificheremo le verifiche» – conclude Valentini, anticipando anche  l’intenzione di «dare un forte impulso sul recupero dei beni confiscati alla camorra anche nei comuni dell’area metropolitana».


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