Il ruolo delle piattaforme di codici sconto nel futuro del settore retail
Ormai l’abitudine di utilizzare i codici sconto ha preso piede anche in Italia, raggiungendo più di 10 milioni di persone. Merito dell’emergenza sanitaria da Covid-19, che ha cambiato radicalmente le abitudini riguardo agli acquisti e ha ampliato la platea dei clienti online. Ecco di cosa si tratta, quale impatto hanno nella vita delle persone e nella vendita al dettaglio.
Codice sconto, che cos’è e a cosa serve?
Noto anche come coupon o voucher, si tratta di un codice alfanumerico (talvolta provvisto di codice a barre o di QR code) che permette di ridurre il prezzo dei beni o dei servizi acquistati. La versione attualmente più utilizzata è quella elettronica o virtuale, evoluzione del buono sconto cartaceo posto sul retro delle confezioni, tra le pagine dei giornali o all’interno dei volantini delle offerte.
Il voucher può essere speso nei negozi fisici o negli stores online, entro la data di scadenza indicata sul retro del tagliando o nell’area Termini e Condizioni del fornitore. In genere quest’ultimo impone dei requisiti da rispettare, come l’acquisto di determinati prodotti o il raggiungimento di un minimo d’ordine.
Coupon digitali, ecco dove trovarli
Fino a qualche anno fa, mettere a disposizione dei coupon era un’operazione più laboriosa e costosa rispetto a oggi. Le aziende dovevano prendere contatti con quotidiani, periodici, reti televisive, aziende per la stampa dei codici sconto e pagare dei collaboratori per la distribuzione, generalmente assunti tramite agenzie di marketing e pubblicità.
Inoltre era compito dei fornitori dare istruzioni accurate ai commercianti sulle modalità di rimborso (ad esempio sull’applicazione del tagliando di controllo come prova dell’acquisto del prodotto). A occuparsene erano i rappresentanti di zona, che si recavano nei punti vendita per prendere accordi.
Attualmente, invece, le procedure si sono notevolmente snellite. Grazie a Internet e alla diffusione dei dispositivi digitali, i produttori possono gestire comunicazioni e invio di materiale a distanza, rendendo i codici sconto scaricabili dal sito web o da piattaforme regolarmente autorizzate come VoucherAlarm.
Altre opportunità grazie alle quali trovare i voucher sono le iscrizioni alle newsletter di siti web partner e l’uso di specifiche applicazioni per cellulare (ottimizzate per Android e iOS). Prima dell’utilizzo è consigliabile verificare l’affidabilità delle fonti e il grado di sicurezza in termini di privacy.
Tipologie di buoni sconto in circolazione
Con il passare del tempo anche la varietà dei voucher si è ampliata. Fino a un paio di decenni fa la categoria era limitata ai classici “buoni fornitore”, che prevedevano un taglio prezzo espresso in percentuale (di solito riferito a un’intera linea di prodotti) oppure con un importo preciso (su uno specifico prodotto).
Attualmente, invece, l’inserimento di un codice alfanumerico apre a una vasta gamma di opzioni, vantaggiose per clienti e commercianti. Se i primi possono spendere di meno, i secondi hanno la possibilità di trattare bene gli acquirenti e mantenere dei margini di guadagno soddisfacenti. Ecco quali sono gli e-coupon più comunemente proposti:
- spese di spedizione gratuite senza minimo d’ordine (azzeramento dei costi previsti per la consegna)
- voucher omaggio (invio di uno o più prodotti gratis, di valore inferiore rispetto a quelli nel carrello)
- buono di benvenuto (limitato al primo ordine)
- codice sconto per il compleanno (per averne diritto basta inserire la data di nascita).
A questi occorre aggiungere i buoni a valore fisso per risparmiare sulla spesa nei supermercati e in altri megastores, fino a non molti anni fa erogabili soltanto presso i negozi con sede fisica e previa attivazione di una tessera per la raccolta dei punti. Raggiunto un certo importo il punto vendita può prevedere una riduzione sul totale, indipendentemente dai prodotti acquistati (ad esempio 15 € di sconto su 100 €).
Chi utilizza di più i coupon digitali?
Dopo il 2020 l’uso dei codici sconto è diventato un’abitudine non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti arrivati alla terza età. Per l’igiene della casa, la cura della persona e i generi alimentari gli utenti sono per lo più donne sposate o conviventi, spesso disoccupate e con figli, che cercano di far quadrare il bilancio familiare.
Tuttavia, non mancano uomini per il settore delle tecnologie, ultrasettantenni per viaggi e corsi a distanza, signore sui 50-60 anni per trattamenti estetici in SPA e centri benessere. Segno che la diffusione dei voucher digitali è un’evidente conseguenza del cambiamento nel settore commerciale, dove retail e vendite vanno sempre più a braccetto.
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