Il sindaco di Cesa (CE) Enzo Guida sottoscrivere la proposta di referendum per l’eutanasia legale
Il sindaco di Cesa (CE) Enzo Guida ha sottoscritto la proposta di referendum per l’introduzione dell’eutanasia legale.
“Presso il nostro comune – spiega il sindaco Guida – sarà possibile firmare il modulo per chiedere il referendum”.
“Da iscritto all’Associazione Luca Coscioni, credo che questa sia una possibilità reale per migliorare la società. Invito tutti a sottoscrivere questo referendum”.
Il referendum vuole abrogare parzialmente la norma che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia. L’omicidio del consenziente, infatti, non è altro che un reato speciale per punire l’eutanasia.
Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.
L’eutanasia attiva è vietata dal nostro ordinamento sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco alla persona che ne faccia richiesta, sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona, fatte salve le scriminanti procedurali introdotte dalla Consulta con la Sentenza Cappato.
Forme di eutanasia c.d. passiva, ovvero praticata in forma omissiva, cioè astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente in preda alle sofferenze, sono già considerate penalmente lecite soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il c.d. “accanimento terapeutico”.
“La consapevole e libera scelta – aggiunge Guida – di poter, in condizioni di sofferenza atroce, decidere della propria vita con dignità è un diritto civile. Ci sono tante persone costrette quotidianamente a inutili sopportazioni fisiche e psicologiche, costretti a “vivere ad ogni costo” in condizioni che non rispecchiano la dignità umana”.
Nel 2017, grazie alle disobbedienze civili di Marco Cappato e Mina Welby, il Parlamento ha approvato la Legge sul Testamento Biologico, che permette a chiunque di depositare le proprie DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) per indicare nero su bianco il consenso o il rifiuto su scelte terapeutiche e futuri trattamenti sanitari in caso di sopraggiunta incapacità a esprimersi, consentendo di esprimere un fiduciario.
Nel 2019 la sentenza della Corte costituzionale sul “caso Cappato”, per l’aiuto dato a Fabiano Antoniani a ottenere il suicidio assistito in Svizzera, ha aperto varchi sulla disponibilità della propria vita.
La Corte costituzionale ha chiarito che l’aiuto al suicidio non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia in specifiche condizioni indicate dalla Consulta e verificate dal servizio sanitario nazionale.
Questo intervento della Corte lascia però aperti e senza soluzione i casi in cui una persona non possa o non voglia procurarsi da sola la morte, provocando una discriminazione proprio per i pazienti più gravi.
Infatti, i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco, nel nostro Paese, non hanno la possibilità di scegliere e chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro Codice penale definisce e punisce tale condotta come omicidio del consenziente.
È proprio per porre fine alla disparità di trattamento tra malati che si vuole abrogare una parte dell’articolo 579 cp dando la possibilità ai cittadini di esprimersi con un referendum per essere tutti liberi, fino alla fine.
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