Ilaria Salis, non ne facciamo un caso politicizzato
La storia di Ilaria Salis è simile a quella di tanti italiani detenuti.
“Ci sono oltre 2600 italiani detenuti all’estero. Il 35% in attesa di giudizio e molti di loro lamentano condizioni carcerarie inaccettabili.
Perché dobbiamo interessarci solo di Ilaria Salis? Che ha di speciale la vicenda della signora Salis, al punto da monopolizzare l’interesse generale, rispetto a quelle degli altri 2600 italiani detenuti, a vario titolo, fuori dai nostri confini?”
Gerardo Verolino, giornalista
Semplice, perché è una vicenda che è ormai politicizzata.
“Caso Salis. Per ottenere qualche risultato positivo, la strategia difensiva avrebbe dovuto essere del tutto diversa. Discrezione, diplomazia riservata, nessuna strumentalizzazione politica o enfatizzazione ideologica, cauti interventi. Forse qualcosa si sarebbe ottenuto Si è invece fatto ricorso a una massiccia dose di mediatizzazione, politicizzazione e forti critiche sia alle autorità ungheresi sia alla diplomazia italiana. Risultato? Le opinioni pubbliche dei due Paesi si sono irrigidite, la magistratura ungherese ha voluto dimostrare la propria indipendenza e il Governo ungherese non ha potuto che rifarsi alla legislazione vigente. Ma la gente cosa si aspettava? Che con una telefonata della Meloni a Orban tutto si sarebbe risolto? Del tipo: è’ stata una ragazzata, ora ve la rimandiamo in Italia, magari con tante scuse… l’Ungheria è un Paese dell’UE, ha un suo ordinamento giuridico, le sue procedure giudiziarie, le sue leggi ecc.. Non hanno certo fatto bene alla figlia le sparate mediatiche del padre contro tutti: le autorità ungheresi, i diplomatici italiani e la Meloni che non avrebbe fatto abbastanza. Conseguenza ? Negati persino gli arresti domiciliari e di nuovo si sono viste le catene in aula. No, non è così che andava gestito il caso Salis.” Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia
“Eviterei di politicizzare il caso o si rischia lo scontro… A me preoccupa la cittadina Salis non m’interessa se poi vogliono candidarla. Ma trasformare il processo in un caso politico non aiuta la signora Salis”. Antonio Tajani, ministro degli esteri
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