INCHIESTA SANTA MARIA CAPUA VETERE: DI GIACOMO (S.PP.), rischio potenziale risveglio proprio di quella regia occulta che ha segnato le rivolte del 2020
“Cosa sarebbe successo se il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere non avesse fronteggiato, mettendo in pericolo la propria incolumità, le rivolte dei detenuti? E cosa accadrà adesso in questo e in tutti gli altri istituti penitenziari italiani se passa la linea di delegittimazione del personale penitenziario?”. Sono i due interrogativi che il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo pone dopo l’esecuzione di misure cautelari disposte dal gip di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 52 agenti penitenziari nell’ambito dell’inchiesta della Procura sui fatti avvenuti nel carcere casertano con le rivolte che risalgono ad aprile 2020.
“A noi pare un provvedimento sproporzionato rispetto ai fatti specie – dice Di Giacomo – se si pensa che è praticamente impossibile che ci possa essere stata una regia occulta dell’operato di 52 persone tutte insieme. I fatti vanno contestualizzati alla fase storica coincisa con l’emergenza pandemica tra le più buie della storia degli istituti penitenziari italiani che ha registrato l’esplosione a catena di rivolte sino ad ipotizzare, in questo caso con una serie di indizi chiari oggetto di inchieste giudiziarie, una regia criminale. Siamo dalla parte dei colleghi non certo per spirito di corpo quanto per l’impegno dimostrato nel ristabilire la legalità in carcere. Adesso – dice ancora il segretario S.PP. – ravvisiamo il forte rischio che si possa scatenare con una sorta di vittimismo dei detenuti, cavalcato da ambienti culturali e di associazioni, la delegittimazione del personale penitenziario. Noi faremo di tutto per evitarlo e confidiamo su questo sul Ministro Cartabia che intendiamo mettere in guardia sul potenziale risveglio proprio di quella regia occulta che ha segnato le rivolte del 2020. Non vorremo trovarci di fronte ad una nuova estate incandescente in tutte le carceri del Paese”.
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