Economia

Inclusione, sostenibilità e trasporti: modelli di business

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di Luca Brancaccio (*)

La gestione della diversità in relazione all’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) nelle aziende moderne – peraltro interessate da un continuo processo di trasformazione – è un aspetto sempre più rilevante e strategico e può trasformarsi in una vera chiave di successo. D’altra parte, l’approccio sistematico ed inclusivo che ogni azienda globale (e non) deve intraprendere si sposa appieno con gli obiettivi e i goal riportati nell’Agenda 2030 dell’ONU. In tale ottica, le aziende che includono politiche di inclusione nei propri piani di sostenibilità, ne ricavano un indiscusso vantaggio economico ed un maggior appeal garantendo, altresì, una pluralità di punti di vista diversi ed un approccio innovativo che genera ulteriore valore. Purtroppo, specie in Italia, la strada è ancora in salita e tali dinamiche non sono state ancora pienamente percepite dal management aziendale. Non si esimono, da tale visione “miope”, le aziende che operano nel settore dei trasporti. Promuovere una forza lavoro diversificata e inclusiva all’interno di un’azienda di trasporto è un aspetto importante della gestione della diversità in ambito ESG; ciò può significare l’adozione di politiche di assunzione che favoriscano l’equità e l’inclusione, promuovere l’uguaglianza di opportunità e garantire che le persone di diversi background e abilità siano rappresentate e valorizzate all’interno dell’organizzazione. Inoltre, è evidente che la gestione della diversità in tale ambito include anche l’attenzione alla salute e alla sicurezza dei propri dipendenti e degli utenti dei servizi di trasporto. Le aziende di trasporto hanno l’obbligo – perché tale è – di implementare politiche e procedure atte a garantire ambienti di lavoro sicuri, l’addestramento del personale sulla sicurezza e la promozione di comportamenti sostenibili e responsabili in termini di salute e sicurezza. L’approccio manageriale della diversità e dell’inclusione si riflette anche in tema di sostenibilità ambientale con l’adozione di misure per migliorare l’efficienza energetica dei veicoli e dei processi di trasporto, la transizione verso fonti di energia più pulite e rinnovabili, nonché la riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico. Ma la vera sfida, in tema di inclusività, riguarda la governance delle aziende di trasporto. Di fatto, valorizzare la diversità in senso inclusivo comporta notevoli benefici in termini di risultato operativo, performance (prodotto/servizio), attrattività e conservazione dei migliori talenti senza restrizioni e/o pregiudizi, rapporti con la propria clientela e relazioni con gli stakeholders. Una governance solida ed una trasparenza nelle pratiche di un’azienda di trasporto sono i veri traguardi da raggiungere.

In conclusione, non è soltanto una questione di natura etica, visto che l’inclusività e i criteri ESG sono i pilastri che possono influenzare le prestazioni finanziarie di un’azienda di trasporto, specie nel lungo periodo. Lo sviluppo di una cultura della diversità contribuisce a creare un valore aggiunto all’ambiente di lavoro con le relative ripercussioni positive sull’intero processo produttivo, nonché a creare un valore sostenibile per l’azienda stessa. Promuovere la cultura della diversità è sicuramente un obiettivo che le aziende di trasporto devono perseguire, ma è pur vero che è indispensabile un serio e concreto impegno di tutti gli attori coinvolti direttamente e/o indirettamente nei propri processi produttivi aziendali (forze politiche, enti locali e PA, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, ecc.). D’altra parte, la “lezione” dell’emergenza sanitaria da covid-19 pare che sia servita a ben poco se si pensa che, a mero titolo di esempio, le donne sono quelle ad essere state maggiormente penalizzate, segno che la parità di genere, specie in Italia, non è ancora realtà.

 (*) Ingegnere esperto di trasporti, ambiente, energia e pubblica amministrazione.

 

 

 

 

 

 

 

 


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