Inflazione. Scenari prossimi preoccupanti
Pioggia di vendite sui titoli bancari che pagano le nuove tensioni sul BTp: i decennali italiani tornano al 3,8%, ai livelli di febbraio 2014.
“Cosa vi aspettavate? Dopo sanzioni, invio di armi e velleità belliciste il nostro Paese finirà nel baratro. Tra poco inizierete a paventare forti tensioni sociali.”
Marco Rizzo, PC
“Il governo Draghi ha prodotto: un’inflazione oltre l’8%; l’innalzamento del rateo dei mutui casa con grave danno per le famiglie; seri problemi geopolitici per una scellerata conduzione del ruolo italiano nella crisi bellica russo-ucraina; un Paese che ha i salari più bassi d’Europa dentro prospettive di recessione; una disastrosa gestione della pandemia con la lesione dei diritti fondamentali dei cittadini e con la sparizione di decine di migliaia di imprese.”
Mario Adinolfi, giornalista e scrittore, già parlamentare della Repubblica e presidente del Popolo della famiglia
“Il mondo segue con apprensione il conflitto russo-ucraino; c’è il rischio che sfoci in una catastrofe nucleare; a Novembre non sappiamo se resteremo al buio; l’inflazione morde la spesa degli italiani; ieri sono crollate le Borse europee…”
Gerardo Verolino, giornalista
“Unione Europea, BCE, spread, inflazione, caro benzina, luce e gas, crollo in Borsa. L’Italia è sotto attacco di speculatori, burocrati e guerrafondai, noi la difenderemo, con tutte le nostre forze.”
Matteo Salvini, Lega
“È chiaro a tutti che la decisione della Banca Centrale Europea di alzare il costo del denaro e di bloccare l’acquisto dei titoli di Stato comporta che ci sarà per le famiglie e le imprese, che hanno un mutuo variabile o che vogliono farlo, una spesa più grande e che anche lo Stato pagherà di più gli interessi sul suo debito.
Si ridurranno gli investimenti e anche i consumi privati e pubblici e la crescita economica subirà una frenata assai grave.
La Banca d’Italia proprio ieri ha ridotto le previsioni di crescita: prima della guerra si spettava un +3,8% per l’Italia, ora ha tagliato la stima 2022 al 2,6%, avvertendo che, se ci saranno interruzioni di fornitura di energia e materie prime, per il 2022 potrebbe addirittura essere zero, e per il 2023 potrebbe essere negativa di oltre l’1%.
D’altra parte lo scenario mondiale non promette affatto bene né per gli USA – anch’essi con una inflazione molto alta – e neppure per la Cina dove l’economia rallenta.
Se è certo che la nuova politica della BCE spinge verso una minore crescita, invece molti sono i dubbi che essa possa davvero ridurre l’inflazione.
Importanti economisti concordano sul fatto che, trattandosi di un’inflazione generata dall’esterno dell’Europa a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, alzare i tassi di interesse non produrrà grandi effetti sulla riduzione dei prezzi all’interno.
Il rischio è che si realizzi davvero il peggiore scenario: costo del denaro alto, crescita zero, inflazione e prezzi alti. Le buste paga dei lavoratori e i redditi dei ceti medi sarebbero saccheggiati, come purtroppo è già iniziato ad accadere.
È lo scenario della stagnazione più inflazione, stagflazione che concretamente significa povertà e disoccupazione.
Inoltre lo Stato, dovendo pagare di più per gli interessi su un debito che non diminuisce perché non c’è crescita, può sciaguratamente scegliere di tagliare i servizi essenziali ai cittadini, come infatti vogliono la destra e i ceti privilegiati, anziché cercare risorse con politiche di giustizia fiscale e di tassazione progressiva su rendite e redditi da capitale.
Spero di sbagliarmi, ma siamo al grande ritorno delle politiche di austerità. L’Europa corre il rischio di commettere gli errori già fatti che hanno generato sofferenza e disagio sociale alimentando i nazionalismi e i populismi che sono i suoi nemici dichiarati e più feroci.
Cosa pensano i leader europei di questa situazione e come pensano di uscirne?
Viene da chiedere se almeno per il debito pubblico degli Stati europei non si debbano trovare strumenti per garantirlo e tenere bassi gli interessi da pagare, al riparo dalla speculazione finanziaria.
Se non si debbano aiutare comunque gli investimenti privati che aumentano in modo evidente l’occupazione.
Se non si debba pensare subito ad un ulteriore piano straordinario di investimenti europei con l’obiettivo di accelerare la transizione ecologica e puntare alla piena e buona occupazione.
Sono tre proposte -certo da verificare- che potrebbero mantenere un livello adeguato di crescita ed evitare la recessione economica e la conseguente crisi sociale.
La destra italiana ha reagito alle decisioni della BCE con il suo solito riflesso anti europeista, accusando l’Europa in modo insulso e senza fare proposte serie.
Ma, per quanto ci riguarda non basta stringerci intorno a Draghi e al suo governo.
Dobbiamo avanzare un progetto nuovo di sviluppo e chiedere a Draghi di giocare tutto il suo prestigio per una politica di crescita e di piena occupazione in Italia e in Europa.
Quanto all’inflazione generata da fattori esterni, bisognerebbe frenare le scommesse della speculazione finanziaria sull’energia e sulle materie prime, rimettendo la finanza a servizio dell’economia reale.
Un programma forse troppo ambizioso che comporterebbe una esplicita critica e riforma del capitalismo finanziario degli ultimi decenni e dei meccanismi di regolazione dell’economia stabiliti dal liberismo. Anche questo è un lavoro fondamentale che spetta alla sinistra.
Intanto, bisogna far cessare subito la guerra in Ucraina che minaccia il mondo, spinge ad una assurda corsa alle spese in armamenti e contribuisce all’aumento del prezzo di importanti materie prime e ad un clima generale di incertezza.”
Enrico Rossi, PD
“La BCE ha deciso di non tutelare più l’Italia ed il suo ex Presidente.
L’accoppiata Lagarde-Nagel sarà problematica.
La prima nell’ aiutare il progetto di colonizzazione francese, il secondo nella smania di punire i “cattivi” e combattere l’inflazione ad ogni costo.”
Guido Crosetto
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