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INTERVISTA – ‘La sera della prima’, omaggio al teatro: Paola Casella al cinema è l’anima gentile di Napoli

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Napoli, 3 agosto – E’ la protagonista femminile dell’opera prima della regista Loretta Cavallaro, presentata il 1 agosto al Metropolitan di Napoli. Paola Casella incarna l’attrice simbolo della città di Partenope neLa sera della prima’,il film dedicato al teatro e alla magica atmosfera partenopea, applaudito e premiato al Social World Film Festival di Vico Equense, già vincitore del Premio Film Napoli del Napoli Film Festival. La pellicola ispirata alla versione americana del 1977 di John Cassavates, viene riletta e riattualizzata nel cuore di Napoli, tra commedia dell’arte e rimandi antropologici tutti partenopei.

Nel cast al fianco di Paola Casella figurano Francesco Tripodi, Massimiliano Colonna, Gigio Morra, Norma Martelli, Lucio Allocca, Cicci Rossini, Angela Rago, Ugo Francareggi, Germano Bellavia, Gisella Szaniszlo, Luciano Saltarelli, Ettore Nigro, Mariano Rigillo ed Enzo Cannavale e Fausto Mesolella, entrambi scomparsi. 

Un copione rinvenuto dopo 35 anni dalla sua scrittura, diventa l’occasione per mettere insieme storie e immagini di Napoli, prosa e musica, in teatro. In questa dimensione ben si cala la poliedrica artisticità di Paola Casella, vicina ai rispettivi ambiti presentati nella pellicola dell’ideatrice e sceneggiatrice, Loretta Cavallaro.

In Paola convivono due anime diverse: quella calabrese da parte materna, e quella napoletana, da parte paterna. Il pop e il rock l’hanno catturata da ragazza, avvicinandola all’arte del canto, ma la pubblicità prima, ed il cinema poi, l’hanno letteralmente rapita. Dopo alcuni seminari di recitazione e laboratori teatrali con Lucio Allocca, Giorgina Cantalini, Michael Margotta, la Casella approda alla fiction, senza trascurare la formazione umana e culturale.

Laureata in Lingue e Letterature straniere con tesi su Tracy Chapman, che spesso reinterpreta in musica, dal 2007, la Casella raccoglie a mani piene il risultato di tanta gavetta e formazione, fino ad approdare nell’ultimo lavoro cinematografico diretto dalla Cavallaro.

– ‘La sera della prima’, un film dedicato all’arte della messa in scena e alla metacognizione. Cosa rappresenta il teatro nella tua carriera e come hai reagito alla conferma della tua partecipazione al cast?

Il teatro rappresenta il punto di inizio del mio percorso, è proprio da lì che è partito tutto, ed è il teatro, tuttora ad essere per me fonte di continuo nutrimento e crescita. È sempre una gioia particolare, ma anche una forma di responsabilità maggiore, scoprire di far parte di un cast di grandi attori, per parlare e raccontare la tua città. Il film è un’opera prima e trattandosi di una produzione indipendente, la Bloopers, siamo stati tutti molto coinvolti nella realizzazione e si è creato un clima familiare.

– Dietro questo film c’è una regia al femminile. La sensibilità della Cavallaro cosa ti ha donato sul set?

La mia Federica è una donna normale come tante, che ha cresciuto e continua a crescere un figlio praticamente da sola (il marito è un velista sempre in giro per il mondo), che lavora, e che intravede in Marino, il protagonista, una possibilità di colmare il suo vuoto affettivo, la sua solitudine.

É un personaggio cui solo una donna può dare questa carica!

 

 Sicuramente l’empatia che si può creare con una regista donna è un valore aggiunto, Loretta ha riversato sul film, la sua opera prima, e quindi su di noi attori, tutto il suo entusiasmo, la sua sensibilità e delicatezza, il suo spirito critico.

– Nel tuo curriculum artistico figurano lavori che ti conferiscono sempre un’immagine fortemente femminile, materna, piena di valori e buoni sentimenti. Sei onorata che ti donino personaggi all’altezza del tuo ‘io’?

Sono davvero onorata di rappresentare una donna comune, nella quale altre donne possano riconoscersi, tuttavia è pur vero che nel cinema le differenze di genere sono molto sentite e le donne quasi sempre finiscono col rappresentare degli stereotipi dell’immagine femminile, o mamma e donna materna o “cattiva ragazza”…ecco mi piacerebbe anche interpretare un’immagine diversa. In me c’è tanta femminilità, ma anche determinazione maschile. Ognuno di noi consta di una parte femminile e di una maschile, indipendentemente dal sesso, possiamo tirare fuori da entrambe le componenti qualcosa di superlativo, per cui anche un ruolo maschile lo accetterei ben volentieri.

-Che immagine di Napoli restituisce il tuo personaggio ne ‘La sera della prima’?

L’immagine di una Napoli gentile, colta, poco rumorosa, ma pur sempre vitale e gioiosa. Una Napoli forte della sua tradizione culturale e teatrale, che diventa non solo ponte tra una Napoli “vecchia” e una Napoli nuova, ma base per il rilancio di una città troppo a lungo maltrattata. Racconto con il mio personaggio di una Napoli malinconica, giovane, che si mostra in tutta la sua espressività. 

–  Da bellezza mediterranea quale sei, ti senti più vicina come intensità artistica, alla Magnani o alla Loren?

 Hai nominato due mostri sacri, e riferimenti assoluti per qualsiasi attrice…sicuramente posso dirti che l’intensità della Magnani mi commuove e mi esalta ogni volta. Se potessi interpretare uno dei suoi ruoli, sarei onoratissima, era un insieme di bellezza magnetica sprigionata dalla verità, dal dolore, dalla semplicità.

– Un attore fuori e dentro dal set non si ferma mai, perché il cinema è continua domanda sulla vita. Dunque, in che direzione sei orientata professionalmente e quali domande ti stai ponendo da artista in questo momento?

In questo momento adorerei tornare al teatro per fare un musical, così da mettere insieme le mie passioni più grandi: la musica ed il teatro. Nasco cantante come sai e negli ultimi anni sto cercando di portare in giro la canzone classica napoletana. La mia preferita é ‘Tu si’ ‘na cosa grande’. Ogni volta che la intono mi emoziono indicibilmente e mi ricordo della mia Napoli, di Mergellina e del Vomero dove sono nata. Continuo a dedicare molto tempo alla musica, ad elaborare progetti per esprimerla dal vivo. La musica è intensa e dona colore a tutto. Quanto alla fase della vita in cui mi ritrovo ora, posso dire di sentirmi una donna in crescita, abbastanza dedita alla riflessione perché comunque mi trovo a cercare di fare scelte sempre più mirate, anche nella carriera.

– Paola, tre buoni motivi per guardare il nuovo film che ti vede protagonista?

È un film gentile, che mostra una Napoli colta e accogliente, e che riscatta la città da un’immagine troppo spesso violenta, brutale, chiassosa. Ecco, la sceneggiatura fa trapelare responsabilità e felicità insieme della nostra città dedita oggi allo scambio di idee, culture, ingegni e poi c’è un cast di attori di grande tradizione!

 

– Fatti un augurio per il futuro!

Mi auguro di continuare a riuscire a fare ciò che mi appassiona: cantare e recitare, ricevere e donare. Nessun artista se non scava negli altri e nelle cose, può riuscire a restituire emozioni…perciò mi auguro di emozionarmi sempre di fronte alle cose vere della vita, per trarre da esse il senso puro da esprimere col mio lavoro. 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.