24 Novembre 2024
Magazine

INTERVISTA – Monica Robustelli, master bridal con l’icona del make up italiano nel mondo

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Napoli, 5 feb. – Rappresenta l’immagine del talento e dell’estro creativo made in Italy nel mondo e lo fa attraverso colori e pennelli. Monica Robustelli è la make up artist italiana più famosa sui set cinematografici e televisivi Usa ed internazionali. Annoverata come unica donna del settore che ha esportato tecniche e concetti di bellezza oltreoceano, da artista quale è, Monica, cresciuta tra cipria e rossetti nella profumeria di famiglia, ha trasformato la sua passione in professione.

Scegliendo di non improvvisare, ma di formarsi studiando pittura prima all’Accademia delle belle Arti di Napoli e poi make up artist presso la The Make up Artist School, Monica oggi è imprenditrice di talento che non riesce a rinunciare assolutamente ad essere fautrice di bellezza.

Ha creato una linea di cosmetici tutta personale, la tmuas, che punta ai colori della natura; gestisce diverse sedi della The Make Up Artist School, tra Napoli, Milano, Londra e San Benedetto Del Tronto  e viaggia da una parte all’altra dell’Europa per creare effetti speciali su star hollywoodiane, volti dello showbiz e della tv italiana e internazionale.

Il suo universo è ricco di formazione, incontri e progetti che grazie all’Accademia da lei creata, la predispone al continuo incontro con i giovani, cui offre  insegnamenti e occasioni lavorative tangibili.

– Monica, quale concetto portante racchiude il progetto ‘The Make up Artist School’?

Ognuno ha il suo talento, il suo stile. Ormai sembra tutto omologato, invece attraverso il lavoro della The Make up Artist School, cerchiamo di far venire fuori quello che i discenti neppure conoscono di sè. Tutti quelli che si approcciano a questa professione lo fanno perché hanno un bisogno di esprimere qualcosa che hanno dentro. E poi esprimere bellezza è l’atto più generoso che si possa fare!

Nella tua agenda c’è una nuova sfida: il bridal make up su ispirazione di Kandinskij, precursore e fondatore della pittura astratta, da te interpretato attraverso una tripartita scala cromatica. Come è costruita?

Mi sono ispirata a Kandinskij perché ha la capacità di replicare forme geometriche con leggerezza, il che mi ha riportato subito all’utilizzo dell’aerografo per il make up. Noi make up artist lo usiamo soprattutto per il bridal make up in quanto nebulizzante, ma super resistente allo stress della pelle di una lunga giornata. Ho usato il colore per costruire la tridimensionalità del pittore franco-russo associando colori forti con il bianco, per dare risalto a occhi, guancia e labbra, in maniera diversificata e non nell’insieme. Ogni parte del viso viene messa in evidenza attraverso l’uso del viola sulla palpebra mobile ed un blu sotto l’occhio, che segue una delle tante tendenze del bridal make up. Adesso sto preparando un altro mood del trucco sposa ispirato più alla metamorfosi e all’evoluzione, perché anche il concetto di cerimonia è cambiato. Nasce al mattino con un’impostazione più naturale, morbida, che lavora bene con la luce naturale del sole e della stagione, per poi intensificarsi durante il pomeriggio fino ad arrivare al trucco da sera.

– Parliamo di nuance del make up da traslitterare dal mattino alla sera. Oggi c’è la tendenza a cambiare l’accessorio dell’abito da sposa, ma in realtà il trucco “veste” la cerimonia a seconda dei momenti della giornata.

Sicuramente al mattino occorre lavorare con un colore monocromatico: lo stesso colore va scelto in tonalità diverse per occhi, guance e labbra. Questo espediente dona tridimensionalità ed eleganza insieme. Nell’ora del cocktail va aumentato il focus delle labbra, magari scegliendo un colore che richiama il rosso del blush, fino ad arrivare alla sera in cui il trucco occhi si intensifica con sfumature dai toni profondi,  raggiungendo tinte di ombretto addirittura dark.

Puntiamo i riflettori sulla freschezza della pelle. Solitamente badiamo all’uniformità della stessa attraverso il make up. Al di là degli illuminanti che oggi vengono adoperati, come si riesce a dare in un trucco sposa un vero senso di elasticità della pelle?

La pelle  di un make up bridal non deve esse essere appesantita e soprattutto stratificata. La lunga tenuta non è data dall’aggiungere, ma dalla risoluzione di cosmetici di ultima tecnologia anche nell’applicazione, che vengono adoperati. L’applicazione con l’aerografo del fondotinta dona un senso “nuvoloso” ad esempio, ma se utilizzi un fondotinta siero gel applicato con un pennello adatto, picchiettandolo, lasci la texture del prodotto impalpabile. Naturalmente vanno scelti prodotti con performance adatte alla tipologia di pelle che varia di donna in donna.  La qualità della base del make up è quella su cui andare a puntare per la durata del benessere del viso in termini di invecchiamento. Il mio consiglio? Oggi il fondotinta deve avere un filtro protettivo contro la luce. Non ci facciamo caso, ma dobbiamo considerare lo stress ambientale della pelle o la continua esposizione a contesti lavorativi pieni di luci artificiali accese, che a lungo termine lasciano la pelle macchiata.

 

 

 

 

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.