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Intervista – ‘Pasolini, il poeta corsaro’ raccontato da Giuliana Vitali: “Come il capitano Achab da intellettuale ha lottato e nutrito il nostro pensiero critico’

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Cinema, poesia, letteratura solo per scandagliare la verità dell’animo umano e delle sue manifestazioni, seguendo l’ottica dell’inchiesta. In Pierpaolo Pasolini c’è sempre stata volontà di comunicare ed insegnare implicitamente ciò che dal mondo aveva imparato. Per questo nel centenario della sua nascita, la rivista letteraria Achab ha scelto di presentare un volume (il dodicesimo), dedicato all’illustre bolognese. Il direttore e fondatore Nando Vitali ha così selezionato proiezioni e letture degli scritti di Pasolini per i napoletani, in una presentazione della rivista letteraria, svolta lo scorso 22 maggio, nel Convento di San Domenico Maggiore a Napoli. 

Alla voce della caporedattrice di Achab, Giuliana Vitali, è stato affidato il compito di lasciare percepire ai lettori, l’importante attualità del messaggio pasoliniano, elaborato da un vero poeta corsaro che ha fatto della cultura sua unica ragione di vita, dividendosi tra consenso e dissenso pubblico, pur restando indiscusso intellettuale di riferimento per un’Italia intera, come si sottolinea in questa intervista.

L’INTERVISTA A GIULIANA VITALI

– Pasolini, uomo profetico, coraggioso, ma scomodo. Come commenta questa descrizione e che immagine ha lei di una tale pietra miliare della nostra cultura?

Penso che Pasolini sia stato uno dei pochi intellettuali e artisti italiani ad essersi immerso completamente nella realtà che abitava e con la quale si è sempre confrontato talvolta in modo spietato. La indagava, la raccontava attraverso quasi tutti i linguaggi artistici: cinema, letteratura, critica, saggistica, politica, poesia, persino pittura e musica come fosse alla spasmodica ricerca della verità, ai limiti dell’ossessione; come un capitano Achab insomma, in continua lotta contro la Balena Bianca ma che allo stesso tempo lo nutriva. Secondo il mio punto di vista Pasolini non ci dà risposte, né messaggi ma alimenta il nostro pensiero critico provocando in noi dubbi, ci fa porre delle domande sullo stato delle cose intorno a noi, sulle nostre debolezze e incoerenze scardinando di fatto qualsiasi nostra certezza. E questo spesso, ancora oggi, ci rende scomodi sia agli occhi di noi stessi che a quelli dell’altro.

 

– Con Achab non si intende dare semplicemente memoria agli scritti pasoliniani, ma si desidera parlare ai giovani e alle coscienze. Nello specifico, attraverso quali letture verrà compiuta una tale operazione?

Il volume che ho curato insieme a mio padre – il fondatore e direttore Nando Vitali –  raccoglie oltre trenta contributi da parte di artisti, intellettuali sia nazionali che internazionali con lo scopo di alimentare il senso critico – proiettato sulla contemporaneità – di ogni lettore attraverso il confronto tra le voci più autorevoli e diverse tra loro. Infatti il pubblico di Achab è sempre stato parte attiva della rivista, partecipe ai dibattiti durante i nostri incontri. Tra gli autori che hanno partecipato c’è chi ha affrontato temi sociali come l’attivista polacca Elżbieta Jachlewska sull’aborto (in risposta al famoso scritto di Pasolini sul Corriere della Sera), o lo stato dell’informazione con Angelo Ferracuti (riprendendo gli articoli giornalistici che condannavano Pasolini e i suoi lavori); c’è chi ha raccontato la Roma delle case popolari come Ascanio Celestini per esempio o, come Filippo La Porta, ha indagato le controversie di Pasolini attraverso un saggio critico e ancora Andrea Carraro con un’intervista immaginaria – semiseria a Pier Paolo Pasolini; ci sono anche storie di “vite violente” come quella autobiografica di Carmelo Musumeci o come il racconto “Le ceneri di Kafka” di Paolo Restuccia. Non manca la poesia come quella della somalo-pakistana Shirin Ramzali Fazel. Tutto il volume è inoltre stato illustrato con oltre dieci disegni dall’artista Senzarumore – alias Bruna Iacopino.

 – Pasolini, il poeta corsaro. Perché questa immagine e se oggi si trovasse a confronto con il nostro, cosa gli chiederebbe e su quale argomento disquisirebbe?

Ha vissuto il suo tempo in modo critico con gli occhi di un poeta. Mi viene in mente  quell’illuminante saggio di Quasimodo al Nobel che parlava dei poeti che più degli altri sono sempre stati scomodi al potere; li temono quando la loro voce raggiunge profondamente i diversi strati sociali, quando cioè dalla lirica o dall’epica si rivelano, oltre alle forme, anche i contenuti. Quindi di una realtà tragica.

Era un uomo così imprevedibile che cercare di immaginare un suo pensiero sugli accadimenti e lo stato delle cose di oggi sarebbe forse inutile.

 – Relativamente alla deriva del pensiero che Pasolini aveva preventivato, cosa la cultura è chiamata oggi a fare e soprattutto, come dovrebbe veicolare i messaggi pasoliniani?

La Cultura, e quindi soprattutto l’intellettuale, ha una responsabilità civile, sociale ed è soprattutto di carattere universale al di fuori di ogni provincialismo. Secondo me è necessario che si forniscano gli strumenti che incoraggino alla formazione del libero pensiero, alla presa di coscienza dell’essere dentro alla Storia sfuggendo così anche a una certa pigrizia mentale che spesso ci attanaglia. Ma questo è anche la conseguenza di un mondo culturale accademico e di vecchia guardia – pur facendone parte molti giovani –  che di fatto esclude, annoia cercando un mero indottrinamento anziché l’inclusione e l’interazione con le nuove generazioni.

 – Oltre Pasolini, cosa resta oggi di un’anima delicata ma incompresa? Quali altre iniziative intende portare avanti (se ce ne sono) per contribuire meglio a definire la presentazione del pensatore più moderno che ci sia?

Stiamo lavorando sia con le Istituzioni municipali, comunali, scolastiche, biblioteche sia con alcuni spazi sociali presenti sul territorio. Attraverso la figura di Pasolini cerchiamo di dare più ampio respiro ai dibattiti e alle diverse forme artistiche includendole negli incontri che organizziamo; dalla proiezione di cortometraggi a mostre che accolgono le illustrazioni legate alla rivista, o da momenti musicali a quelli recitativi. In uno degli incontri a Roma per esempio, alla Casa della Cultura di Torpignattara, abbiamo ospitato l’attore e autore teatrale Nicola Vicidomini – presente anche con un suo scritto in Achab –  che, con una sua originale performance ha recitato “Siamo la forza del Passato” e un suo testo originale ispirato a Pasolini. Abbiamo tante idee che cercheremo di realizzare insieme con tutta la redazione, agli amici e lettori che ci sostengono.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.