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INTERVISTA – Universiadi 2019, tanta gloria per Stefano Gargiulo e l’inno che girerà il mondo

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Napoli, 6 giu. Un’energia vulcanica percorre l’inno che accompagnerà le Universiadi 2019 a Napoli. ‘Glory’, col suo fresco ritmo parla di internazionalità e coesione. Il merito è del musicista, compositore e direttore d’orchestra napoletano Stefano Gargiulo.

Figlio di una Napoli pregna d’arte Stefano, polistrumentista per vocazione, ha conquistato applausi in giro per il mondo. Pluripremiato a Los Angeles per le sue colonne sonore, dal 2014, anno del trionfo ai Los Angeles Music Awards, non conosce battuta d’arresto.

La sua voglia di fare, giocando e studiando con la musica, lo ha spinto a scrivere una celebre colonna sonora per il videogame ‘Unknown Fate‘, che lo ha portato a lavorare con Nintendo Playstation e Xbox. 

Le tematiche sociali lo hanno sempre interessato, tanto da indurlo a comporre ‘Respect Greece’ per la Grecia ricevendo il Premio HumanitArs, l’arte per il sociale, e la Medaglia della città di Napoli.

Il gigante della melodia che si veste di umiltà e gentilezza, con Glory, mescola inglese e rap napoletano, portando Partenope in giro per il mondo, città tutta da cantare ed ammirare, soprattutto in occasione delle Universiadi.

 

– Napoli capitale dello sport con le Universiadi 2019. A te Stefano, il merito di averne confezionato l’inno. “Glory” è un presagio o un invito per lo sport e per la tua vita?

E’ un invito alla vita di tutti! A ciò che possiamo fare se crediamo in noi stessi, all’arte, allo sport, a qualsiasi cosa ci mette in discussione.
Glory è il titolo che ha dato alla composizione Andrea Cavallaro, autore del testo insieme a Giovanni Marigliano. Una parola che racchiude tutto.

 – Da una lunga gavetta artistica arriva questo ennesimo successo. Dopo gli States che ti hanno tributato più volte onori, finalmente un inno per la città che ami tanto, la tua. Quante emozioni stai collezionando e cosa speri nasca da un tale progetto?

Come dissi tempo addietro essere cavaliere in patria è qualcosa che non si può descrivere ed è stato per me un grande onore poter prendere parte a questa magnifica e importantissima manifestazione. Poi è Napoli, la città in cui vivo.
Per ogni progetto intrapreso spero sempre di far meglio in futuro, godendomi intanto quel che mi dona il presente…poi Dio ci penserà.

– Arrivando al centro della tua musica, scopriamo che l’inno delle Universiadi è elogio alla ricchezza che nasce dalla diversità. Proviamo a definire le tappe salienti in cui hai costruito step by step questo tuo capolavoro musicale. Come hai cercato di armonizzare parole e musica?

Tutto nasce nel tentare, allungare la mano.
Tramite un amico, ho contattato la D.ssa AnnaPaola Voto del Comitato Organizzatore ed è nata subito un’intesa artistica. Dopo alcuni suggerimenti ed idee dell’inno ho iniziato a scrivere una musica fresca, genuina, ballabile, estiva e sportiva allo stesso tempo.
Poi ho chiesto ai miei amici di sempre di “salire su questo mio piccolo gommone” ed andare in largo per dare voce alla musica.
Le parole sono state scritte da Andrea Cavallaro e Giovanni Marigliano, che erano propensi alla vena poetica, e mi son detto: “perchè frenare questa loro creatività!”.
Così è nata ‘GLORY’, nella stanza di casa mia a Capodimonte.

– Se la musica fosse uno sport con cui esprimersi alle Universiadi, quale sarebbe? E se tu fossi un atleta, su quale “campo da gioco” disputeresti la tua partita? Giocheresti da solo o in squadra? 

Non è mai il singolo a cambiare il mondo, ma è sempre un lavoro di squadra a fare la differenza. L’unione fa la forza, una voce è una voce , dieci voci è un coro.
La staffetta mi piace molto, così come l’idea di correre veloci per dare il testimone al mio compagno. Il senso di questo sport che mi rappresenta?
Affidare e fidarsi!
– Musica, sport e cultura. Un trinomio vincente. Come si armonizzano nella tua vita? Altri progetti in vista per il futuro artistico? 
Ho iniziato a introdurre la musica nello sport fin dallo spettacolo Teatrale dello scorso anno, Patrizio vs Oliva. È uno spettacolo emozionante sulla vita  di un vero campione fuori e dentro il Ring, che avrà una sua replica questo 1 luglio 2019 al MANN.
– Con te trionfa una Napoli genuina, come ami definirla. Cosa auguri alla tua città e naturalmente a te stesso?
Napoli è genuina, bisogna solo saperla riconoscere nelle persone giuste. Auguro alla mia città di crescere come sta facendo in questi anni, in tutto; Napoli è l’ombelico del mondo di cui parla Jovanotti.
Auguro a me stesso di rimanere sempre con i piedi per terra, e non smarrire mai la retta via. Di restare puro come sono sempre stato e come mi hanno insegnato i miei genitori.

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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.