Attualità

Israele, difesa più che legittima

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Anna Tortora

Non c’è pace per Israele. Un popolo, che lotta per la sua sopravvivenza, viene anche offeso da chi pensa che la sua difesa sia eccessiva.
“Tutti condannano gli eccessi di Israele nella difesa del Paese. Anche il papa, parlando peraltro più come capo di Stato (o di una ONG) che come guida spirituale di un miliardo e 300 milioni di cattolici. Mi piacerebbe tuttavia che che accanto agli eccessi della “difesa”, venissero sempre ricordati anche gli eccessi dell'”offesa”. Puntualizzando che Israele si sta battendo per la propria sopravvivenza. I miliziani di Hamas, Hezbollah, Houthi ecc., appoggiati e finanziati dall’Iran, si prefiggono del tutto ufficialmente (è scritto nello statuto di Hamas!) la cancellazione d’Israele dalla carta geografica e l’annientamento del popolo ebraico. E questo non è un “eccesso”? Sono più di 70 anni che gli israeliani vivono con questo incubo. Come possono trattare con un nemico che si propone la loro totale distruzione? I peggiori nemici della popolazione palestinese, in realtà, non sono gli israeliani, ma queste organizzazioni terroristiche, che si nascondono sotto scuole, chiese e ospedali per servirsi della popolazione civile come scudo umano, che screditano il mondo arabo moderato, che sviliscono i tentativi di mediazione da parte di paesi portatori di messaggi di moderazione e di pace, come l’Egitto. Sadat fu il primo leader arabo a capire che non ci sarebbe mai stata la pace in Medio Oriente se non si fosse riconosciuto a Israele il diritto di esistere. Nel 1977 Sadat, nel suo storico e coraggioso discorso alla Knesset, avviò il processo che poi portò al trattato di pace tra i due paesi, firmato a Washington nel 1979. Ma due anni dopo il presidente egiziano fu barbaramente assassinato da un estremista della Jihad islamica egiziana. A qualcuno la pace non piaceva.Se si vogliono schiudere prospettive di pace, è da lì che bisogna ripartire: riconoscimento dello Stato ebraico, diritto d’Israele di vivere entro confini sicuri, accettazione del principio dei due Stati in Palestina, cosi come lo avevano stabilito le Nazioni Unite più di 70 anni fa! Altrimenti dovremo rassegnarci alla guerra permanente: guerreggiata o latente o segreta. Non ci sarà mai la pace che, come è noto, non è solo assenza di guerra. E’ qualcosa di più. Dimenticavo, nel 1978 Sadat (egiziano) e Begin (israeliano) ricevettero ex aequo il premio Nobel per la pace! Altri tempi…”
Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.