21 Novembre 2024
Attualità

La censura su Vannacci è assurda quanto le sue idee

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Anna Tortora

“Un soldato va giudicato solo per il suo valor militare e per il suo attaccamento alla patria.

Non per le idee che esprime – giuste o sbagliate che siano – in un libro.
In nome della libertà di espressione, difendo il diritto del generale Roberto Vannacci a poter manifestare, in tutta libertà, le proprie opinioni.
Siamo in Italia, non in Iran.”
Gerardo Verolino, giornalista
All’osteria dei noantri si disonora chiunque, soprattutto se osa esprimere un’opinione.
“Aormale  vuole dire “fuori dalla norma”. La norma è la legge di natura.  Ergo, “anormale” è una presa d’atto,  non un giudizio di valore…Finitela di spaccare i cabbasisi!”
Luigi Bobbio, magistrato e già senatore della Repubblica
Ha scritto castronerie? Chi lo giudica ha già letto il suo libro? Brutti tempi quelli in cui si viene bollati senza possibilità di appello.
“Il generale Vannacci è stato attaccato da sinistra e messo subito sotto procedimento disciplinare dal  ministro Crosetto (che ha già deciso con un tweet che le frasi estrapolate dall’ultimo saggio del generale siano farneticazioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione).
Leggerò il libro prima di giudicare se le sue parole siano poi tanto orribili, ma il fatto che la Stampa e Repubblica lo attacchino già mi suscita grande simpatia e indulgenza nei suoi confronti.
Sullo sfondo mi vorrei porre insieme a voi qualche domanda:
è lecito attaccare, magari anche con forza, le ideologie LGBTQAI+ o sono intoccabile verità rivelata?
Esiste ancora la libertà di parola in Italia?
È possibile sperare che gli esponenti di centrodestra proteggano chi osa parlare contro il pensiero unico?
Lo so, è difficile resistere alle polemiche ma non è impossibile.
Il giochino è sempre quello, nel piccolo e nel grande: un parlamentare o un sindaco PD grida allo scandalo, poi arriva l’associazione partigiani, poi magari la CGIL, e tutti insieme, supportati da Rai 3 e dal gruppo GEDI si scagliano contro il malcapitato di turno, reo di aver detto o scritto una frase non adeguatamente ligia al pensiero unico.
A quel punto gli amministratori di centrodestra dovrebbero star fermi, aspettare, lasciar decantare la polemica e poi con calma verificare i fatti, e invece si fanno prendere dal terrore di essere coinvolti nella polemica e nel giro di cinque minuti scaricano il colpevole di turno con un tweet, allineandosi alla canizza di sinistra.
Così facendo pensano di aver risolto il problema con qualche danno collaterale per qualche estremista, e invece hanno fatto un totale disastro perchè
1. rinforzano il potere della macchina propagandistica democratica
2. mostrano inferiorità culturale rispetto al pensiero unico
3. abbandonano la persona e fanno sentire tradito non solo il presunto estremista ma tutti quelli che la pensano come lui
4. lasciano che i democratici eliminino uno a uno gli esponenti più coraggiosi e scomodi.
5. a lungo andare non si può più dire nulla e si perdono posizioni valoriali scivolando verso le ideologie.
A sinistra lo sanno bene.
Avete mai sentito un esponente del PD attaccare che so, Saviano quando paragona la famiglia alla mafia?
Non lo faranno mai, neanche sotto tortura.
Secondo me il ministro avrebbe dovuto star zitto e fermo per un mese, leggendosi il libro e lasciando passare la polemica. Poi avrebbe dovuto convocare il generale in questione e chiedere spiegazioni e poi conferirgli una medaglia al valore, oppure avviare un procedimento disciplinare, a seconda di quanto ritenuto, ma senza fare processi sommari sui social.
Non penso di chiedere troppo.”
Simone Pillon, già senatore della Repubblica
Infatti…
“Se Michela Murgia può scrivere nell’ultimo libro tutto il suo odio verso i bambini, se può definire il matrimonio “evento luttuoso e istituto del mesozoico”, se per Roberto Saviano la famiglia naturale è un istituto “da distruggere” perché “se non ci fosse la famiglia non ci sarebbero le mafie”, allora trovo che debbano avere cittadinanza anche le ben più ragionevoli opinioni scritte dal generale Vannacci nel suo libro. Il ministro Crosetto dimostra tutta la fragilità e subalternità culturale delle destre, sempre insicure e prive di quel retroterra solido che fa invece resistere le sinistre e vendere come idee da grandi intellettuali le scempiaggini scritte dai loro autori. Davanti a un generale con il curriculum di Vannacci, il ministro della Difesa dovrebbe mettersi sull’attenti e ringraziare con il saluto che si deve a un coraggioso generale dell’Esercito italiano.”
Mario Adinolfi, giornalista e scrittore, già parlamentare della Repubblica
Il generale Vannacci ha espresso idee assurde, ha dato un’immagine poco seria di sé e merita che ciascuno di noi esprima anche perplessità, disappunto.
Ciò che dobbiamo comprendere è che non esiste l’obbligo di pensare bene di tutti. Quindi Vannacci ha il sacrosanto diritto di pensare ciò che vuole di chiunque e se può pensarlo deve poterlo dire.

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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.