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La congiuntura internazionale La Seconda guerra mondiale sancì l’egemonia degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica

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Anna Tortora

La seconda guerra mondiale sancì l’egemonia degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, due potenze senza un passato coloniale (non confondiamo con la storia dei nativi americani), le quali adottarono, per ragioni opposte, una stessa politica anticolonialista. Il Presidente Franklin D. Roosewelt appoggiato dal capitalismo statunitense desideroso di nuovi mercati, sin dall’inizio della guerra manifestò la sua volontà di dare “una ribaltata” alla mappa del mondo, di fronte alla sorpresa di Winston Churchill. Gli Inglesi, la cui sopravvivenza dipendeva in gran parte dall’aiuto di Washington, dovettero rassegnarsi a che l’articolo 3 della Carta Atlantica (1941) affermasse “il diritto di ogni popolo a scegliere la forma di governo sotto la quale desidera vivere”. La liquidazione delle barriere imposte al commercio da parte degli imperi coloniali rappresentava uno degli obiettivi prioritari delle grandi società statunitensi, come divenne esplicito quando la grande stampa del Paese scatenò una feroce campagna contro l’ostinazione colonialista della Gran Bretagna e della Francia in India, Indocina e Africa del Nord. Questo atteggiamento mutò soltanto quando la Guerra fredda si estese a tutti i continenti.
Dal canto suo suo l’Unione Sovietica, che durante la guerra aveva abbandonato la campagna anticolonialista con lo scopo di intensificare lo sforzo comune contro il nazismo, assunse nuovamente una politica aggressiva, che raggiunse il suo apice in seguito alla presa di potere dei comunisti in Cina (1949) e durante la guerra di Corea (1950 – 1953).
La Gran Bretagna, patrocinando la creazione della Lega Araba (1945) con l’intenzione di perpetuare la difesa dei propri interessi nel Vicino Oriente, svolse il ruolo di apprendista stregone, in quanto non seppe pervenire la svolta antibritannica di molti paesi di quella regione, come conseguenza della situazione creatasi in Egitto, né seppe pervenire il peso sempre più decisivo delle società petrolifere statunitensi. Fino all’inizio della Prima guerra mondiale il Vicino Oriente era stato di esclusivo dominio di Iraq Petroleum Company LTD. e della Anglo – Iranian Oil Company, ma a partire dal 1946, approfittando delle difficoltà economiche che attraversava la Gran Bretagna, le società statunitensi ottennero nuove importanti concessioni in una regione che racchiudeva il 70% delle riserve mondiali di idrocarburi. D’altro canto, la Lega Araba si limitò a denunciate soltanto il colonialismo francese nell’Africa del Nord, ma finì per infliggere il colpo di grazia all’imperialismo britannico.

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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.