‘La Divina Sarah’, al Sannazaro un monumento dell’arte interpretato alla perfezione da Anna Bonaiuto
Napoli, 24 nov. – Indimenticabile Sarah Bernhardt, la diva del teatro del XIX secolo che incantò l’Odeòn con la sua ‘Fedra’ o con la ‘Signora delle Camelie’; appassionata e capricciosa, devota solo al suo pubblico, per il quale riusciva a morire in scena con spasimi realistici e intensi che ancora oggi la fanno ricordare come la più grande attrice di fine Ottocento-inizio Novecento.
Al Teatro Sannazaro di Napoli la sua storia viene interpretata alla perfezione da una superba (in termini di bravura), Anna Bonaiuto. Grazie alla sua incantevole mimica e padronanza del palcoscenico, Sarah Bernhardt viene ritratta con veridicità, solarità e oniricità. Al fianco della Bonaiuto un camaleontico Gianluigi Fogacci, pronto ad interpretare con la sola flessione di voce diversa per tutta la durata dello spettacolo e con l’aggravante di un infortunio ad un arto con tutore, tanti personaggi nel medesimo momento, arrivando così ad essere la spalla a più volti di Sarah e della Bonaiuto, nella ricostruzione dei suoi Memoires.
Lo spettatore torna così con lo sguardo al teatro di fine Ottocento e ai salotti che pullulavano di artisti dotti e stravaganti che poi avrebbero riempito le pagine di libri di storia e letteratura contemporanea. Il teatro in versi alessandrini di origine arcaica con le maschere fisse interpretate dagli stessi attori, si riversa in una attuale sera di novembre in quel di Napoli.
Il pubblico in rigoroso silenzio si gode come stesse sorseggiando un buon calice di vino assaporandolo lentamente, ogni singolo dettaglio della pièce in cui il paradigma dell’alternanza di sole e luna, rappresenta la luce e l’ombra della vita della ‘Divina’ e di ogni essere umano.
La sacralità del teatro viene finalmente osservata e rispettata grazie al lavoro della Bonaiuto e di Fogacci che ripropongono la storia della Bernhardt, icona della recitazione che ha sognato per sè l’impossibile perchè la madre per lei non sognava nulla e le additava di essere sgraziata come un’ebrea. Oltre 50 anni di teatro e 125 ruoli diversi che l’hanno resa un monumento nazionale, hanno fatto dell’esistenza della Bernardt un atto di devozione verso lo spettatore: “Il pubblico esige la bellezza – ripeteva Sarah – e così ogni mattina davanti allo specchio ho nutrito l’orco, ho soddisfatto il suo appetito…perchè il pubblico vuole tutto: la mia anima, la mia carne, la mia capacità di far teatro”.
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