13 Febbraio 2025
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La mano di Leonardo in un disegno su un camino a Vinci

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(Adnkronos) – A Vinci (Firenze), paese natale di Leonardo, sta per prendere avvio il restauro di un singolare e inedito disegno tracciato a carboncino nero sulla cappa di un camino tre-quattrocentesco, che si trova in un edificio di proprietà comunale in prossimità del Castello dei Conti Guidi, sede del Museo Leonardiano. Nello schizzo di un misterioso drago-unicorno sul camino di casa Bracci "ci sono indizi per pensare che ci sia la mano di Leonardo". Lo ha annunciato Alessandro Vezzosi, leonardista di fama internazionale, già direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci e ora della Leonardo Da Vinci Heritage, oggi nel corso di una conferenza stampa al Teatro di Vinci alla presenza del sindaco Daniele Vanni, Roberta Barsanti, direttrice della Biblioteca e del Museo Leonardiano, dello storico dell'arte Andrea De Marchi, professore dell'Università degli Studi di Firenze, e Alberto Felici, funzionario restauratore della Soprintendenza. Il Comune di Vinci darà il via alle indagini diagnostiche e al restauro sotto la guida di un comitato scientifico e sotto la sorveglianza della Soprintendenza per arrivare all'attribuzione leonardiana. Il disegno, scarsamente leggibile, ora oggetto di studio, raffigura un drago alato munito di un unicorno sulla testa, che sorregge uno stemma, lo stesso scolpito sull'architrave in pietra. La tipologia iconografica è quella nota come pistrice, animale mitologico al pari dell'unicorno, contraddistinto proprio dal corno di narvalo. Il disegno rimanda a una cultura figurativa della seconda metà del Quattrocento fiorentino, hanno spiegato gli esperti convocati dal Comune di Vinci. E dimostra la conoscenza di opere come il Marzocco di Donatello, i draghi di Paolo Uccello e le idre dei Pollaiolo. Presenta tuttavia caratteri di estrema originalità. Iconograficamente è rapportabile a un gruppo di disegni di Leonardo da Vinci raffiguranti draghi, unicorni e altri animali fantastici e reali. Animali a cui Leonardo conferisce anche la capacità di ibridarsi l'uno nell'altro a seconda degli effetti da ottenere. L'immagine ottenuta da un rilievo laser scanner del camino, in cui il dato relativo alla riflettanza del segnale dello stesso laser scanner, ha permesso di evidenziare e rendere più leggibile il segno grafico del disegno a carboncino. L'immagine è stata realizzata in questa prima fase di studi dal professor Giovanni Pancani dell'Università degli Studi di Firenze). Alessandro Vezzosi ha voluto ricordare che il rapporto di Leonardo con Vinci "non si limita a una nascita occasionale". Un elemento di cui tenere conto, ha spiegato lo studioso, è la proprietà della casa in cui si trova il camino, ricordata anche dalla scritta sulla cappa: "si tratta della famiglia Bracci. Una lunga consuetudine di rapporti di amicizia e di affari lega la famiglia Bracci alla famiglia di Leonardo da Vinci. I Bracci, con ogni probabilità, vi abitarono prima di acquistare nel 1491 una casa da signore, da identificare con quella conosciuta oggi come Fattoria dei Bracci in piazza Leonardo da Vinci".  "Siamo giunti all'ipotesi di attribuzione a Leonardo del grande disegno del drago-unicorno sul camino di casa Bracci 'tra le due porte' del castello di Vinci – ha spiegato Vezzosi che ha condotto le ricerche con la moglie Agnese Sabato – in base a diverse argomentazioni: il giudizio storico-critico e i documenti relativi al contesto, alla vicinanza e familiarità tra i Bracci e i Da Vinci, alla cronologia e alla presenza di Leonardo nel suo paese natale negli anni ’70 del Quattrocento; e, in particolare, in base ai confronti stilistici e iconografici di questo inedito animale fantastico con opere riconosciute di Leonardo. Resta comunque viva l'attesa dei risultati degli esami scientifici e della pulitura con restauro conservativo, ora promossi dall'Amministrazione Comunale". Roberta Barsanti, direttrice Biblioteca e Museo Leonardiano, ha avuto modo di condividere le sue ricerche e riflessioni su questo disegno, che conducevano a prendere in considerazione il nome di Leonardo, con un gruppo di studiosi ed esperti che hanno dimostrato il loro interesse per l'opera sconosciuta. Sono stati coinvolti, per le rispettive competenze i professori Andrea De Marchi (Università degli Studi di Firenze), Pietro C. Marani (Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore), Giovanni Pancani (Università degli Studi di Firenze), Marco Gaiani (Alma Mater Studiorum Università di Bologna), il funzionario restauratore della Soprintendenza di Firenze Alberto Felici. Alle fasi iniziali ha partecipato anche Donatella Pegazzano (Università degli Studi di Firenze) per la sua conoscenza dei documenti relativi ai Bracci. Ha spiegato Barsanti: "Attratta da tempo da questo disegno, ho iniziato a studiarlo nonostante la scarsa leggibilità dell'opera. I rimandi all'ambiente artistico fiorentino della seconda metà del Quattrocento, l'originalità del soggetto e i confronti iconografici con una serie di disegni di Leonardo raffiguranti animali fantastici, uniti al contesto in cui il disegno si trova, mi hanno indotto a pensare a Leonardo pur con tutte le riserve del caso. Avanzare il nome di Leonardo richiede infatti estrema cautela e ricerche approfondite, oltre a una condivisione con studiosi ed esperti. Troppe, nel corso del tempo e anche in anni recenti, sono state le attribuzioni frettolose e fallaci di opere a Leonardo, generate dal desiderio della scoperta dell’inedito a tutti i costi. È pertanto necessario procedere con estrema prudenza, trattandosi inoltre di un'opera di proprietà del Comune di Vinci, che da sempre si è contraddistinto per la qualità e la serietà degli studi su Leonardo". Daniele Vanni, sindaco di Vinci, ha detto: "Per la storia della città di Vinci il legame tra Leonardo e il suo territorio ha sempre avuto un ruolo importante. Le nuove ricerche e i nuovi approfondimenti dimostrano che la nostra città non è stata solo il luogo di nascita e dove è cresciuto il Genio Universale. Ormai è cosa certa che il rapporto tra Leonardo e Vinci si è protratto anche in età adulta. Questa certezza ha determinato nuovi studi che ci hanno permesso d’individuare il disegno a carboncino come opera promettente e che potrebbe essere attribuibile a Leonardo. È volontà della nostra Amministrazione iniziare il restauro e proseguire con gli approfondimenti diagnostici dell'opera". Secondo il professor Andrea De Marchi, "l'originalità di questo schizzo a carboncino è fuori discussione, al di là della qualità nervosa del segno, che si intuisce nonostante il degrado e che sarà meglio leggibile dopo il restauro. È la rivisitazione di un tema caro all'arte medievale, quello della pistrice, drago marino anguiforme, qui provvisto pure del dente di narvalo attribuito agli unicorni, piegato all'insolita funzione di reggistemma. Memore del Marzocco di Donatello, l'autore di questo disegno l'ha studiato sul bordo della cappa di un camino tardo-trecentesco, riproducendo lo stemma già scolpito sulla fronte. Non può trattarsi di un ghiribizzo casuale, i riferimenti scultorei fanno sospettare che fosse la prova per fregiare tale camino con elementi tridimensionali, forse fittili, ciò che tornerebbe con gli esperimenti giovanili di Leonardo nella coroplastica, attestati da Vasari ed esemplificati dalla Madonna del Victoria and Albert Museum".  "L'interesse per le creature ibride e mostruose, coltivato fin dai primi anni nella bottega di Verrocchio, è qui declinato con soluzioni stilistiche che si indovinano consonanti fin nel dettaglio con quanto si può reperire in alcuni disegni di Leonardo, nella forte torsione impressa al corpo del drago marino e nella terminazione in rabesco filiforme – ha evidenziato De Marchi – La foggia del corno ha gli stessi caratteri di quello disegnato da Leonardo nel foglio con Fanciulla e l’unicorno, a Oxford (Ashmolean Museum). Tutto ciò è molto incoraggiante, ma ci sono ancora molti aspetti da indagare e da approfondire, di conserva alle indagini scientifiche e al restauro felicemente avviato".  Ha commentato lo storico dell'arte e leonardista Pietro C. Marani, professore del Politecnico di Milano e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: "Ogni nuova scoperta che si leghi al nome e all'opera di Leonardo è meritevole della più grande attenzione. Nel caso di questo disegno, noto a un gruppo ristretto di studiosi, bene hanno fatto il Comune di Vinci e la Direttrice della Biblioteca e del Museo Leonardiano, di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, a promuovere una campagna di analisi scientifiche preliminari al suo restauro nella convinzione che si tratti di un'opera dallo spiccato carattere leonardesco, come provano riscontri tipologici e formali con numerosi disegni autografi del maestro assegnabili agli anni settanta del Quattrocento e con la speranza che si possa meglio giudicare anche stilisticamente la qualità del disegno. Se così fosse, si tratterebbe di un'ulteriore evidenza delle rimeditazioni di Leonardo sul mondo fantastico e sulle implicazioni simboliche dell'araldica di gusto ancor 'cortese' in cui si erano cimentati anche maestri del calibro di Donatello, Paolo Uccello, Antonio e Piero del Pollaiolo e Verrocchio, ciò che aprirebbe anche nuove prospettive di lettura sugli inizi del giovane Leonardo".  (di Paolo Martini) —[email protected] (Web Info)


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