‘La rottamazione di un italiano perbene’, i drammi dei contribuenti portati in scena dal perfezionista Carlo Buccirosso
Sant’Arpino, 21 nov. – Ogni volta che si prospetta l’introduzione di una nuova tassa, la gente è pronta a scendere in campo per protestare. Il denaro ottenuto dalla tassazione dei cittadini sostiene il governo e gli permette di far funzionare un ingranaggio che fa molto discutere.
Se la parola tassa non ti convince e, anzi, ti incute paura, l’occasione per sdrammatizzare il tutto é recarsi a teatro ed applaudire Carlo Buccirosso, protagonista in anteprima nazionale al Teatro Lendi di Sant’Arpino, con lo spettacolo da sold out ‘La rottamazione di un italiano perbene”.
Sfuggire alle tasse è l’unica impresa intellettuale che offra ancora un premio, diceva l’economista Keynes.
Così Alberto Pisapia ( Carlo Buccirosso), inizia la sua silenziosa battaglia contro lo Stato, escogitando un progetto e una resistenza per scongiurare il suicidio, ultima spiaggia per tanti imprenditori oggi ridotti al lastrico dalla pressione fiscale. La sua è una lotta di principio che racconta simbolicamente la battaglia atavica dell’individuo tartassato da cartelle esattoriali, e la rottamazione paventata dall’intera famiglia come la salvezza dai debiti; situazione estrema presentata come compromesso fittizio che altro non causa, se non un ulteriore danno al contribuente.
Buccirosso ancora una volta scrive ‘di’ e ‘con’ attualità, portando in scena la pantomima sociale che ben si presta al teatro con i suoi giochi di ruolo.
Perfezionista della prosa concepita con sagacia, Carlo è l’anima del suo spettacolo; é un re che concepisce il copione come una partita in cui ogni giocatore compie la sua scalata, che naturalmente alla fine, spetterá al re o alla regina del gioco.
E sulle tavole lignee del palcoscenico, questo ruolo spetta al protagonista e alla validissima consorte di Pisapia, interpretata da Donatella de Felice che in scena canta come un usignolo.
La risata diventa un circolo vizioso al quale non ci si può sottrarre ed in moto parabolico viene costruita dal triangolo costituito da Carlo Buccirosso, Gennaro Silvestro e Davide Marotta.
Pisaia (il tassato), Ernesto (il cognato interpretato da Gennaro Silvestro) ed il postino (Davide Marotta), creano il teatro nel teatro con il gioco di ruoli che vede protagonista, antagonista e servus callidus, rintagliare l’intricata vicenda, presentata come un sogno al limite del paradosso.
Ad ogni attore viene concesso il giusto spazio nella dinamica del palcoscenico. Con la sua scrittura Buccirosso valorizza anche i personaggi secondari: la figlia (Elvira Zingone), il figlio (Giordano Bassetti), la cognata (Fiorella Zullo), il filippino (Matteo Tugnoli) e la suocera nemica, funzionario dell’Agenzia delle entrate (TildeDe Spirito), che diventerà la vera nemesi di Pisapia.
Sbellicarsi dalle risate dall’inizio alla fine della rappresentazione è la più bella esperienza che Buccirosso possa regalare al suo pubblico, lanciando con ogni battuta pungente, uno spunto per far sentire lo spettatore, vero protagonista della vicenda narrata.
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