Economia

Lampugnale, vicepresidente nazionale P.I. Confindustria, al Neet working a Napoli

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Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale P.I. Confindustria, al Neet working tour a Napoli con Fico, Dadone, Manfredi e Marciani: “Ridurre la percentuale di neet significa aumentare il potenziale innovativo del paese”.

 

“L’esportazione di capitale umano e la sua mancata valorizzazione abbassano il potenziale innovativo e la competitività delle nostre imprese e del sistema Paese. Il 25% dei giovani italiani fra 15 e i 34 anni è Neet, vale a dire senza lavoro e scoraggiato che neanche più lo cerca. Questa percentuale sale al 38 per cento se guardiamo alla Campania, con una media superiore anche a quella del Mezzogiorno. Questi dati devono farci riflettere, perché rappresentano un segnale di arretratezza del capitale umano all’interno delle imprese”.

E’ l’allarme lanciato da Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale e presidente regionale di PI Confindustria, al Neet working tour, la due giorni in programma ieri e oggi sabato 7 maggio a Napoli, promossa dal Ministero delle Politiche Giovanili con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, alla quale hanno partecipato, fra gli altri il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro per le Politiche giovanili Fabiana Dadone, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e l’assessore alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli Chiara Marciani.

“Oggi denunciamo la carenza di capitale umano con competenze adeguate al nostro sistema industriale. Le imprese sono sfiduciate perché non riescono a trovare le persone giuste. Bisogna intervenire – continua Lampugnale – riducendo la percentuale di Neet e riavvicinando i giovani al mondo del lavoro e della formazione. Questo si può fare, ad esempio, investendo nelle Its Academy che formano i tecnici specializzati necessari per mandare avanti le nostre aziende. Più in generale, dobbiamo mettere in condizione le nostre imprese di attrarre, motivare e trattenere talenti e personale adeguatamente formato. Le piccole imprese al momento chiedono essenzialmente diplomati e solo nel 14% dei casi giovani laureati.

In una fase di trasformazione così grande del mondo del lavoro e dell’industria la tenuta del nostro sistema economico è legata alla capacità del capitale umano di formarsi adeguatamente. La formazione è una opportunità, perché il 65% dei bambini che oggi frequentano la scuola primaria faranno lavori che al momento non esistono, e quindi fare formazione oggi significa avere l’opportunità di trovare lavoro, e per i profili più specializzati anche di sceglierlo.”

“Confindustria – conclude Lampugnale – dedica da sempre grande attenzione alle competenze del capitale umano, alle nuove posizioni lavorative e alle figure professionali. Sono numerose le iniziative di orientamento e placement nelle quali le imprese sono coinvolte. Una tra tutte è sicuramente il progetto PMI day che l’anno scorso in Campania ha visto partecipare 1200 studenti. 32 istituti superiori e oltre 30 aziende”.


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