L’antifascismo inutile e dannoso
Sono giorni che dalla sinistra si alza la voce sul Fascismo e di un suo possibile, pericoloso ritorno.
Come se la legge Scelba non ci fosse.
“Da sinistra si taccia di fascismo chiunque dissenta.
Inoltre, si chiede di continuo al centrodestra di liberarsi da presunti residui fascistoidi.
Ebbene, non ne hanno il diritto, giacché molti, troppi fascisti e razzisti, senza alcuna “mea culpa”, finirono per intrupparsi disinvoltamente dentro il partito comunista italiano. E fecero gran carriera, dalle cattedre universitarie ai mass media, etc. etc.
Un esempio per tutti.
Il film più antisemita in assoluto, Süss l’ebreo, del 1940, diretto da Veit Harlan, con la quotidiana supervisione di Paul Joseph Goebbels, fu acclamato anche in Italia, rappresentando una straordinaria opera di propaganda per avvalorare la necessità delle leggi razziali.
Süss, infatti, veniva rappresentato come ignobile corruttore, teso a sottomettere, sfruttare, violentare le brave persone ariane, insomma un vero mostro…
La critica l’accolse con entusiasmo, a cominciare da due futuri cineasti comunisti, Carlo Lizzani e Guido Aristarco.
In aggiunta, anche il sedicente antifascista Enzo Biagi, scrisse (cfr.«L’assalto», 4 ottobre 1940):
«Il film è l’esaltazione e l’illustrazione intelligente della campagna razziale».
Non mi risulta ripulsa alcuna di certi nominativi – si pensi alla Nilde Iotti, iscrittasi al partito nazionale fascista il 5 ottobre 1942, leggi razziali vigenti – da parte di quanti da decenni straparlano di antifascismo per distrarre e far dimenticare i loro orribili scheletri.”
Giancarlo Lehner, giornalista e già parlamentare della Repubblica
Non cambiano mai…
“A proposito di fascisti buoni e cattivi.
È bene ricordare di quando nel suo unico governo guidato, il comunistissimo Massino D’Alema, nomina sottosegretario alla Difesa, l’ex missino Romano Misserville il quale, dopo pochi giorni, si dimette dal momento che si fa prendere un po’ la mano decidendo di portare al ministero un ritratto a olio di Mussolini e dopo aver paragonato, in un’intervista a Repubblica, D’Alema ad Almirante. Ma tant’è i voti di Misserville e del suo partito l’Udeur di Cossiga furono determinati per far nascere il primo governo post comunista della storia guidato da Baffino. Eia, eia alalà.”
Gerardo Verolino, giornalista
E a proposito di Francesco Cossiga, ecco cosa diceva tempo fa su certa sinistra.
“”Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà ad insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che si dimenticasse che le Brigate Rosse non sono nate nelle fabbriche, ma nelle Università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale”.
E niente, non c’è altro da aggiungere.
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