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L’Arminuta, dal libro al film una storia di restituzione che conquista

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Napoli, 24 ott. – Un perfetto passaggio dal libro alla pellicola, quello de L’Arminuta, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Donatella Pietrantonio, autrice abruzzese, vincitrice del Premio Campiello 2017.

Delicato ed intenso allo stesso tempo, il film diretto da Giuseppe Bonito, racconta la storia di una tredicenne restituita alla famiglia d’origine, a cui non sapeva di appartenere. Così negli anni Settanta la sua vita cambia all’improvviso e dal conforto di un’esperienza di figlia unica, la protagonista si trova a condividere le ristrettezze di un mondo che non le appartiene e che la mette a dura prova.

La pellicola traduce uno spaccato di adolescenza analizzato con tutte le sue problematiche. Nell’estate del 1975 l’Arminuta interpretata da una promettente Sofia Fiore, perde letteralmente la sua identità al punto di non essere mai chiamata per nome, ma con un soprannome (l’Arminuta), che la spoglierà completamente della sua precedente vita ed insieme delle certezze fino ad allora costruite.

Il film racconta perfettamente ciò che l’autrice del best seller ha inteso tradurre in scrittura: il disagio di una vita che prima dà e poi toglie, per volere del caso o dell’uomo, che traccia le linee di una indifesa esistenza. Imbattersi in una trasposizione cinematografica fedele è rarità e l’Arminuta ci riesce affidando alla colonna sonora del film ‘Domani è un altro giorno’, tutto il senso di un dramma alla ricerca della felicità perduta.

Si delinea così anche il complesso mondo di bambini ed adolescenti affidati alle cure di un adulto, che dovrebbe esserne custode, anche se spesso questo non accade, lasciando cicatrici importanti che fanno crescere precocemente.

Consigliato perchè spalanca le porte dell’anima alla struggente poesia adolescenziale, il film si avvale di un cast ricco: Carlotta De Leonardis (nel ruolo della sorellina di 10 anni, Adriana), Vanessa Scalera (che interpreta la madre della protagonista), Fabrizio Ferracane (il padre), Elena Lietti (è Adalgisa, la madre adottiva), Andrea Fuorto (alias Vincenzo), Stefano Petruzziello (Sergio) e Giovanni Francesco Palombaro Fiorita (Riccardo).

La coproduzione italo-svizzera di Roberto Sbarigia per Maro Film, Maurizio e Manuel Tedesco per Baires Produzioni e Javier Krause per Kaf con Rai Cinema, realizzata con il sostegno di Lazio Cinema International – Regione Lazio e Mic, ha riscosso successo di pubblico e critica cinematografica, garantendo il racconto di una storia di restituzione che incanta.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.