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L’arte del “Ritrovarsi” prende forma in una mostra contemporanea al Castel dell’Ovo

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Il Castel dell’Ovo funge da luogo incantato, nel mese dedicato al più alto dei sentimenti: l’amore, inteso in tutte le sue forme, per dedicare anima e spirito all’arte espressa nella mostra “Ritrovarsi”.

Ritrovarsi è ritrovare sé stessi, ma in una nuova dimensione. Dimensione da cui parte un artista per esprimere una parte di sé, un preciso sentimento, una dimensione intima ed individuale”. Questo il pensiero delle curatrici della kermesse realizzata da Barbara Melcarne e Yasmin Gambino, con la direzione artistica di Deborah Di Bernardo. Nella sala delle carceri sono esposte opere di autori contemporanei diversi, di profilo internazionale che, affrontando temi disparati dal sacro al profano, si ritrovano tutti nella città di Napoli.

Ospite d’eccezione il Maestro Domenico Sepe che ha presentato,Venerdì 13 Febbraio, in anteprima, il suo catalogo di opere, curatodalla museologa Daniela Marra.

L’incontro, seguito da un folto ed attento pubblico, è stato impreziosito dalla musica della violinista Daniela Trionfante e dalle letture della poetessa Gloria Vocaturo e delle attrici Maria Gabriella Tinè e Valeria Jacobacci.

Dalle vibrazioni musicali è partita l’intervista, curata da Deborah Di Bernardo  che, interfacciandosi con l’artista Sepe e l’esperta Marra, ha, in prima battuta, domandato come è nata la decisione di mettere in piedi un catalogo.

<<Il 2020 si presta ad essere, per la mia carriera artistica, un anno cruciale – risponde lo scultore – ed il catalogo rappresenterà proprio la sublimazione di una serie di appuntamenti ed eventi. Sarà anche l’apice, la concretizzazione del rapporto artistico che lega me e Daniela>>.

Un’intesa artistica tanto intensa e profonda che la Marra traduce anche in versi.

<<Potrei quasi affermare che dialogo più con le opere di Domenico che con lui medesimo – annuncia. Ho sentito da subito un forte imprinting, una sintonia così immediata con il Divino Tormento, con la Sibilla; riuscivo a percepire la loro eternità.L’arte di Domenico ha una connotazione forte, intensa, colpisce l’impronta sacra e la trasfigurazione divina>>.

<<Le opere di Domenico Sepe – afferma la moderatrice Di Bernardo – hanno una dimensione classicheggiante. Come si coniuga questa impostazione con l’arte contemporanea?>>

<<Ritengo che ogni artista, che vive ed opera in questo tempo, può definirsi contemporaneo. L’arte è arte quando emoziona – dichiara lo scultore, raccogliendo grande acclamazione dal pubblico.

Io mi sento ispirato dal classicismo, dal Divino, vivo con profonda empatia ogni opera ed ho scelto il bronzo quale materiale primario per le mie creazioni perché il bronzo avvicina al Divino, proprio per la sua connotazione, per la sua essenza: vuoto all’interno, in quanto in quello spazio è custodita l’anima. L’anima immortale che continuerà a vivere anche dopo la vita terrena dell’artista>>. 

Nella seconda parte dell’incontro, mentre sui pannelli scorrono video ed immagini che raffigurano alcune toccanti opere, il dibattito si sposta proprio sul commento delle stesse, partendo dal “Cristo Rivelato”:<<E’ l’immagine di Cristo che si rivela, ossia rivela la sua vera identità, in primis a sé stesso. L’opera riprende il momento in cui il figlio di Dio acquista la piena consapevolezza della sua duplice naturale: il pieno passaggio dalla forma umana all’essenza divina. Nel sepolcro, al chiuso, Gesù Cristo si rianima: possiamo cogliere la sua ansia, la sua sorpresa, la purezza della sua essenza, così fragile nella sua immensità. Attraverso il braccio, la mano, Egli si riscopre e nello stesso tempo scopre sé stesso e la sua vera natura>>.

I versi di Daniela Marra accompagnano ed esaltano la descrizione dell’opera, in cui, come suggerisce la curatrice, anche i particolari raccontano.

<<Impossibile– dichiara Deborah Di Berardo – non pensare ad una sorta di affinità tra questa opera ed il Cristo velato>>.

<<Dal Maestro Giuseppe Sammartino non posso che trarre profonda ispirazione – dichiara l’artista – Egli ha plasmato un’opera straordinaria, visitata da turisti provenienti da ogni parte del mondo. Il mio è un umile omaggio a cotanto Maestro, la mia ammirazione è profonda al punto che ambirei ad avere la possibilità di commentare ed esaltare l’opera attraverso un mio commento personale, magari un video girato proprio nella cappella, in risposta a qualche artista, che, d’arte, mi è parso non esserne profondamente padrone, trattando in maniera inappropriata l’opera >>.

L’intensità delle opere si mostra con grande evidenza, colpisce nella scultura “La lotta tra Giacobbe e l’angelo” la trasfigurazione del momento solenne in cui l’uomo si scontra con la creatura divina e lo affronta, forte delle sue valenti ragioni o nella “Sibilla” nel cui volto si trasfigura la virtù mai abbandonata. 

La conclusione dell’incontro è affidata alle vibrazioni musicali di Daniela Trionfante, a cui seguono annunci importanti fatti, in ultimo, dal Maestro Domenico Sepe:

<<Colgo l’occasione per invitarvi ad alcuni eventi di grande valore per condividere con voi il mio percorso artistico: l’inaugurazione dell’opera dedicata a Santo Stefano che si terrà a Vitulazio il 29 Marzo e la mia mostra personale che si terrà dal 2 al 30 Giugno, al Maschio Angioino. Quest’ultimo sarà uno spazio in cui spero di aver modo di suggellare con la città di Napoli una nuova intesa artistica>>.


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