23 Febbraio 2025
Magazine

Le donne di Sanremo: tra storia e polemiche, la verità sui numeri

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Ogni anno, alla fine del Festival di Sanremo, si fa un bilancio sulle conduttrici che hanno calcato il palco dell’Ariston. I dati, però, parlano chiaro e certificano una verità incontrovertibile. Le conduttrici storiche del Festival, uniche ad aver presentato l’evento da sole, senza affiancamenti maschili o femminili, sono solo cinque: Maria Giovanna Elmi, Loretta Goggi, Raffaella Carrà, Simona Ventura e Antonella Clerici. E questo non è solo un dato di fatto, ma una realtà ufficialmente riconosciuta dalla Rai stessa nella sua “Enciclopedia del Festival di Sanremo” pubblicata nel 2013 da Eri, casa editrice della televisione di Stato, a firma di Adriano Aragozzini.

I veri numeri

Maria Giovanna Elmi è stata la prima donna a condurre da sola il Festival. Lo fece per due serate consecutive nel 1977, quando il Festival andò in diretta radiofonica dal Teatro Ariston per la prima volta, e lo ripeté nel 1978, aprendo ufficialmente l’evento in diretta televisiva, prima che subentrassero Beppe Grillo, Stefania Casini e Vittorio Salvetti.

Dopo di lei, nel 1986Loretta Goggi divenne la prima donna a condurre interamente il Festival in diretta televisiva.

Poi venne Raffaella Carrà nel 2001, seguita da Simona Ventura nel 2004 e infine Antonella Clerici nel 2010Cinque donne che, senza co-conduttori, hanno retto il peso della manifestazione musicale più importante d’Italia.

L’intelligenza artificiale mette fine alla diatriba

A ristabilire la verità, questa volta, non sono solo gli archivi storici ma anche la musica e la tecnologia. Nasce infatti una canzone generata con l’Intelligenza Artificiale, intitolata “5 le Donne del nostro Sanremo”, accompagnata da un video realizzato dal regista e autore Walter Garibaldi, con immagini elaborate digitalmente. Un progetto che unisce tradizione e innovazione, capace di riportare al centro della discussione una realtà che non può essere stravolta da interpretazioni di comodo.

Lo “Zio Gerry” virtuale

Un’altra sorpresa del videoclip è la presenza di una guest star d’eccezioneGerry Scotti, riprodotto digitalmente. Il gesto di concedere l’uso della propria immagine ha conquistato i social e le nuove generazioni, rendendolo ancora più popolare tra i giovani.

La dichiarazione di Maria Giovanna Elmi

Quando nel 1978 mi affidarono la conduzione del Festival di Sanremo, fui la prima donna a presentarlo da sola. Ero emozionata, ma anche consapevole della responsabilità: in quegli anni non era affatto scontato che una donna fosse al centro di un evento così importante. Oggi, nel 2025, dopo decenni di progressi, mi chiedo: le donne a Sanremo sono ancora ospiti d’onore o sono davvero protagoniste?

La polemica di quest’anno sui cinque finalisti esclusivamente maschili non è solo una questione di quote rosa, ma di una rappresentazione più equa del talento. Il Festival non è solo una gara di canzoni: è uno specchio della società. Se il messaggio che passa è che tra i migliori non c’è posto per una donna, allora dobbiamo interrogarci su cosa non stia funzionando. Possibile che nessuna interprete femminile meritasse quel podio? O forse il problema sta a monte, in meccanismi di selezione che ancora oggi non valorizzano a sufficienza le artiste?

Quando Carlo Conti ha dichiarato di voler ‘agevolare le donne a parità di talento’, mi sono chiesta: perché dobbiamo ancora parlare di favori e non di merito? È umiliante pensare che una donna possa arrivare in finale perché ‘aiutata’ e non perché è brava, ma è altrettanto avvilente vedere che, alla fine, nemmeno questa piccola spinta ha portato risultati concreti. E allora, torniamo al punto di partenza: le donne a Sanremo sono celebrate, applaudite, magari chiamate a presentare o a duettare… ma quando si tratta di vincere, restano spesso un passo indietro.”

Le cifre parlano chiaro: in 75 edizioni, solo 28 donne hanno vinto, contro 47 uomini. La musica non ha genere, si dice. Ma se i numeri continuano a raccontare un’altra storia, dobbiamo chiederci perché. Non si tratta di forzare equilibri artificiali, ma di creare un ambiente dove il talento femminile non abbia bisogno di essere ‘spinto’ per emergere.

Sanremo è uno spettacolo, ma è anche cultura. E la cultura influenza la società. Se davvero vogliamo un Festival inclusivo, non basta dirlo: bisogna dimostrarlo. La musica è di tutti, e lo è anche la vittoria.”


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