Lectio magistralis di Maria Alessandra Segantini dello studio trevigiano C+S Architects che racconterà il futuro della città di Trieste
Maria Alessandra Segantini racconterà tramite “Conversazioni con i luoghi” i progetti dello studio C+S Architects, che con una lectio magistralis apre il seminario sul futuro della città di Trieste. “I progetti di rigenerazione urbana sono conversazioni con i luoghi, le comunità e la natura. A Tervuren come a Lovanio, a Pordenone come a Milano, a Firenze e a Bergamo: ogni luogo ha una storia da raccontare che i nostri progetti catturano e riscrivono grazie alla ricerca di un nuovo equilibrio tra costruito e natura dove la spina dorsale è sempre lo spazio pubblico, vero collante dell’identità delle comunità”.
“La città che vorrei” è il titolo del seminario di riflessione sulla rigenerazione urbana delle grandi aree dismesse della città di Trieste che, organizzato in occasione dell’anniversario dei 100 anni dell’Ordine degli Architetti, coinvolge le istituzioni, l’università, le scuole e i cittadini. Il seminario è programmato per l’1 e il 2 febbraio.
L’Ordine degli Architetti PPC propone una serie di iniziative con cui avviare una riflessione e un dibattito sulla trasformazione che sta investendo la città di Trieste. Le diverse iniziative – eventi specialistici, lectio magistralis, incontri pubblici e partecipativi – permetteranno di affrontare in maniera ampia il tema della trasformazione urbana e di coinvolgere i diversi attori che abitano e trasformano la città. Tutti i materiali prodotti verranno raccolti e pubblicati in un volume cartaceo.
C+S Architects, lo studio fondato a Venezia da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini nel 1994, (che oggi opera dalle due sedi di Treviso e Londra), vincitori del Premio Architetto dell’Anno 2022 del Consiglio Nazionale degli Architetti, del BigMat Award 2017 (Italy), del German Design Award 2020 e del MasterPrize Award 2023 (Los Angeles) sono stati invitati dall’Ordine degli Architetti di Trieste a tenere la Lectio Magistralis dal titolo Conversazioni, che da l’avvio alle due giornate di lavoro.
La lectio magistralis si terrà nell’Auditorium del Museo Revoltella il prossimo 1 febbraio alle 11:00, durante la lezione si parlerà anche della maxi-operazione di rigenerazione urbana, da 100 milioni di euro, dell’area delle Ex-Scuderie Reali a Tervuren, cittadina a circa 15 minuti da Bruxelles, seguito dallo studio C+S Architects.
Maria Alessandra Segantini racconterà l’approccio di C+S Architects ai temi della rigenerazione urbana, del restauro e della nuova costruzione presentando lavori completati e cantieri in corso in Italia e all’estero. Parlerà del modo in cui ogni progetto valorizza lo spazio pubblico come elemento identitario della comunità, alla ricerca di un nuovo Aequilibrium tra costruito e natura, temi centrali di ogni loro lavoro.
SCHEDA APPROFONDIMENTO: STORIA C+S Architects
Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini vivono e lavorano tra Treviso e Londra dove ha sede lo studio C+S ARCHITECTS da loro fondato a Venezia nel 1994. Lo studio C+S ha maturato una profonda esperienza nel settore del restauro avendo realizzato alcuni dei più importanti lavori a Erasmo, della Ex-Manifattura Tabacchi e del Fondaco dei Tedeschi solo per citare i più rinomati, tutti progetti che hanno ottenuto premi internazionali, tra cui il BigMat Award 2017. Rispettivamente professore associato e ordinario di composizione architettonica e urbana, Cappai e Segantini hanno tenuto corsi come visiting professors in varie università tra cui MIT, Cambridge Massachusetts, USA e Syracuse University, NYC, USA e Hasselt University. Attualmente sono visiting scholar a Cambridge University, UK. La loro ricerca e realizzazione di scuole, esposta alla 15° Biennale di Architettura di Venezia, ha contribuito a riscrivere le Linee Guida del Ministero sulla progettazione delle scuole italiane. L’approccio progettuale dello studio rintraccia la tradizione costruttiva dei luoghi che deriva dal rispetto e utilizzo sostenibile delle risorse naturali che il progetto traduce in un nuovo equilibrio tra uomo e natura. Oltre al recentissimo Premio Architetto dell’Anno del CNAPP, lo studio ha ottenuto premi, riconoscimenti e pubblicazioni internazionali ed ha presentato il proprio lavoro in una serie di istituzioni internazionali, tra cui il MoMA a New York, il RIBA a Londra, la Biennale di Architettura di Venezia, il Museo di Oslo, Il MIT di Cambridge e la Triennale di Milano.
IL PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA DELLE EX-SCUDERIE REALI A TERVUREN IN BELGIO, IN CORSO DI REALIZZAZIONE
Inaugurato con la posa della prima pietra alla presenza del Ministro della Cultura belga, il cantiere della maxi-operazione di rigenerazione urbana, da 100 milioni di euro, dell’area delle Ex-Scuderie Reali a Tervuren, cittadina a circa 15 minuti da Bruxelles, è uno dei cantieri più complessi su cui sta lavorando lo studio C+S Architects, lo studio di architettura fondato da Maria Alessandra Segantini e Carlo Cappai, in quanto coinvolge opere di restauro (ha ottenuto le autorizzazioni sia dalla Soprintendenza ai Monumenti che quella Paesaggistica), nuova costruzione, paesaggio e spazio pubblico.
Il progetto – risultato della vittoria di un concorso internazionale di progettazione.
Dialogo tra antico e nuovo
Porre in dialogo antico e nuovo è uno dei temi più delicati che lo studio affronta dopo aver realizzato una serie di importanti progetti di rigenerazione in laguna di Venezia all’Arsenale con l’Harbor Brain Building, alla Manifattura Tabacchi, presentata al Museo di arte Moderna di New -York nel 2012 e al Fondaco dei Tedeschi. Tra l’altro lo studio da sempre si interessa «al rapporto con la memoria e l’identità dei luoghi per traghettarli verso il contemporaneo creando un dialogo tra le tecniche del passato e la contemporaneità».
«Con questo progetto di rigenerazione urbana siamo orgogliosi di restituire ai cittadini di Tervuren una parte di città oggi interclusa», continuano gli architetti. «In questo caso – aggiungono – il rapporto tra antico e nuovo è stato risolto grazie all’inserimento di una serie di micro-piazze urbane, interamente pedonali capaci di ricucire i diversi elementi del progetto e reinventare lo spazio pubblico come spazio di gioco, sosta, mercato, svago».
Il progetto prevede il restauro del complesso storico a forma di ferro di cavallo immerso nel parco secolare che comprende anche il Royal Museum of Central Africa, da poco inaugurato e l’edificio dell’Orangerie, che verranno trasformati in edifici per hospitality con un servizi collettivi aperti anche alla comunità, ristoranti, sale comuni e Spa, residenze, uffici e servizi.
Punto di partenza per l’individuazione dei punti dove innestare nuovi elementi capaci di generare un processo di ricucitura urbana dei diversi manufatti è stato lo studio della documentazione storica sia per quanto riguarda le trasformazioni degli edifici ma anche del paesaggio, delle consistenze materiche e dei processi di trasformazione della fabbrica esistente, spiegano ancora gli architetti.
La riproposizione in chiave contemporanea di una piazza sopraelevata rispetto al livello ora esistente, ma presente nelle mappe storiche, ha permesso di celare all’interno le ingombranti volumetrie dei parcheggi e della Spa che, attraverso un nuovo innesto tra il corpo a pianta curvilinea e l’Orangerie, mette in comunicazione i diversi corpi di fabbrica, dando forza alla continuità degli spazi pubblici, vera e propria spina dorsale del progetto. Il sistema dei bacini di acqua innestati nel verde è stato il secondo elemento importante del progetto che dialogando con lo spazio pubblico arricchisce il rapporto tra natura e costruito.
La traduzione in chiave contemporanea di elementi storici
A chiudere lo spazio pubblico protetto dalla strada carrabile, mediante piccole differenze di quota, è previsto un nuovo blocco che ospita residenze speciali, servizi, uffici e laboratori. La facciata di questo edificio è definita traducendo, in chiave contemporanea, alcuni elementi storici come: il coronamento in scandole (che viene sostituito con lo zinco ossidato al posto dell’ardesia) e le cornici delle finestre (che diventano cornici in elementi cementizi additivati discontinui, con riempimenti in calce rasata di colore bianco).
Lo spazio pubblico e il nuovo sistema di piazze
Dalla piazza sopraelevata si raggiunge il parco con un percorso che si svolge radente il muro storico preesistente. Quest’ultimo viene in parte mantenuto a testimonianza del recinto storico del complesso.
In corrispondenza della porzione di muro demolita viene previsto un piccolo ponte che attraversa il nuovo laghetto proposto come bacino di raccolta delle acque e fonte di energia per il complesso.
Rivolgendosi verso un’ultima piazzetta più informale, il nuovo edificio residenziale viene attraversato da un sottopasso che lo taglia in corrispondenza del muro del recinto storico, che qui viene nuovamente preservato e racchiude questo spazio di sosta verde. Su di esso si affaccia un ulteriore edificio storico, in mattoni che ospiterà un ristorante e un ultimo blocco residenziale in laterizio nero e rivestimento in zinco brunito, a dialogare a distanza con il primo dei tra innesti.
Sul lato opposto, a chiudere il sistema delle piazze pubbliche, un passaggio attraversa il nuovo complesso alberghiero connettendosi con lo spazio pubblico ovale monumentale all’interno del ferro di cavallo.
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