Legge elettorale a prova di sforzo
La maggioranza non si trova con la legge elettorale: Italia Viva e Leu si oppongono al proporzionale con sbarramento al 5% che piace al PD e ai 5stelle. Il centrodestra è unito per un modello maggioritario.
Come è noto e come sostengono quasi tutti gli esperti di queste cose, non esistono delle leggi elettorali o dei modelli istituzionali validi di per sè, che sono validi indipendentemente dal tempo e dal luogo: dipende dalla situazione che si ha di fronte.
In linea di massima possiamo estremizzare e dire che esistono due modelli: quando noi abbiamo una situazione sociale, culturale e politica, fortemente polarizzata, con scontri quasi da tribù che si sentono nemiche, si adottano dei sistemi di tipo proporzionale, cioè a ciascuno si dà un pezzetto di potere; non si consente a nessuno di governare fino in fondo. Questa, ad esempio, era la situazione dell’Italia nel ’46 – ’48. Quindi il problema maggiore per i costituenti era di evitare che qualcuno, preso il potere anche legittimamente con la maggioranza, potesse trasformare una maggioranza democratica in una egemonia irreversibile.
Quando, invece, esiste un sufficiente minimo comun denominatore democratico tra i cittadini, quando non c’è un clima tipo guerra civile, quando chiunque va al potere con idee diverse dai suoi competitor, rispetta e sa di poter essere cacciato la volta dopo, allora si adottano modelli opposti, modelli in cui chi vince, vince fino in fondo e governa. Modelli maggioritari. Il modello più classico è quello anglosassone (dalla metà del 1800 in poi).
Alla fine gli elettori possono capire più chiaramente chi ha governato e chi si è opposto, così decidono se promuoverlo o cacciarlo.
Orbene, scegliere un modello piuttosto che un altro non dipende dalla simpatia di alcuni tecnici verso un determinato modello, ma dipende da una lettura dei processi della società.
Che cosa, allora, pensiamo quando immaginiamo un sistema elettorale nuovo e di conseguenza ad un nuovo sistema di partiti, dal momento che i partiti sono degli organismi che combattono per conquistare il potere politico e si forgiano delle regole che permettono loro di conquistare il potere politico?
In fin dei conti in ogni democrazia, anche imperfetta, se si fanno dei passi avanti o indietro, dipende dal modo con cui i cittadini esprimono il loro consenso.
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