20 Dicembre 2024
Attualità

Libano, il portavoce Unifil: “Per ora Caschi blu restano”

Condividi

(Adnkronos) – L'Unifil, la forza militare di interposizione dell'Onu, nelle ultime settimane è sotto attacco da parte delle forze armate israeliane. "La richiesta di Netanyahu di ritirare i contingenti dal sud del Libano si è scontrata con un Consiglio di sicurezza, un segretario generale, un'opinione pubblica internazionale compatta" dice all'Adnkronos è Andrea Tenenti, portavoce Unifil. "Non è possibile che un Paese singolo, membro delle Nazioni Unite, detti il futuro di una missione che è stata voluta dalla comunità internazionale". "L'Unifil resta qui per il momento. Almeno fino a quando non ci sarà un avvenimento più grave, che determini un effetto domino per cui un Paese lascia e gli altri lo seguono in fila". "Al momento, con un livello 2 di media sicurezza, i soldati possono stare anche fuori dai bunker, fare delle operazioni, seppur limitate e con giubbotti, elmetti e gap – spiega -. Ieri c'è stato un incontro del Consiglio di Sicurezza che è stato abbastanza diretto nell'esprimere il supporto alla missione per la sua permanenza e una condanna agli attacchi contro i Caschi blu. Anche gli Stati Uniti hanno detto che i peacekeeper non possono e non devono essere soggetti ad attacchi da parte di nessuno. C'è, quindi, una comunità internazionale compatta su questo. Tuttavia, quanto al trovare una risoluzione al problema, una mediazione, ce ne vuole. Un cessate il fuoco sembra lontano".  In questi giorni si è tornati con forza a discutere della necessità di cambiare le regole di ingaggio di Unifil, ritenute inadeguate. "E' una opzione abbastanza poco specifica – dice Tenenti -. La regola d'ingaggio non cambia la missione o la situazione sul terreno o fa sì che all'improvviso i peacekeeper diventino armati e vadano loro a disarmare Hezbollah. La soluzione deve essere politica e diplomatica: l'uso della forza non so quanto possa funzionare in questa regione. Ci vuole una chiara decisione da parte di tutti i paesi di implementare la 1701. Quanto facile sia non lo so, ma usare la forza e portare dei soldati all'interno del Libano che neanche il Libano vuole, perché non ci sarebbe l'autorizzazione del governo, esporrebbe i caschi blu a possibili ritorsioni". Ieri, lungo la Blue Line, i soldati impegnati in un giro di ricognizione, hanno trovato una serie di ordigni esplosivi incendiari lungo la strada che conduce alla base operativa avanzata UNP 1-32A, nel sud del Libano: "Nel video a un certo punto si vede un palazzo completamente distrutto, bombardato, e gli ordigni sono dentro a delle scatole di legno nuove. Facciamoci due domande – dice il portavoce Unifil -. Il palazzo è stato distrutto da esplosioni, bombe, razzi, e all'interno trovi tutto quanto che non è stato toccato. Non lo so. È un po' strano, anche se sicuramente le armi ci sono nel sud del Libano, ed è una cosa che non abbiamo mai negato… L'unica strada è trovare una soluzione politica per riuscire a riportare l'esercito libanese nel sud. Ci deve essere una vera volontà, che certo non si estorce con la forza: deve esserci un lavoro fatto perché entrambe le parti abbiano un qualche cosa, una vittoria, che possa essere sui confini o altro. Al momento però siamo molto lontani da tutto questo". —internazionale/[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Redazione

I nostri interlocutori sono i giovani, la nostra mission è valorizzarne la motivazione e la competenza per creare e dare vita ad un nuovo modo di “pensare” il giornalismo. [email protected]