Libro. Adolfo Villani, Dal terremoto del 1980 al Recovery Plan”, Frammenti 2022
L’ultimo saggi di Adolfo Villani “Dal terremoto del 1980 al Recovery Plan”, edito da Frammenti, offre l’occasione di approfondire i processi di crescita socio-economica della nostra provincia negli ultimi decenni. La ricerca e la riflessione dell’autore (ora sindaco di Capua) prende le mosse da un evento straordinario, distruttivo, quale fu il sisma, destinato ad avere pesanti effetti sulla vita regionale e del Mezzogiorno. Sullo sfondo si richiamano anche gli anni della rinascita del dopoguerra, che portarono Caserta ad una straordinaria fase di crescita e di modernizzazione tra le più intense ed innovative a livello nazionale (come ha documentato anche Paola Broccoli in due scritti). Infatti negli anni 70 ed 80 del secolo scorso in Terra di Lavoro si ebbe un forte processo di industrializzazione, fortemente favorito dalla CASMEZ e dai fondi per l’intervento straordinario. Nelle varie ASI si delocalizzarono e si insediarono grandi imprese, multinazionali e a partecipazione statale, dando vita al secondo polo dell’elettronica civile, dopo quello di Milano (con alcuni colossi come l’Indesit e la Texas Instruments nell’area aversana, la Alcatel Face a Maddaloni, la Olivetti OCN controllo numerico e la GTE a Marcianise, la Sit Simens poli Italtel Telematica a S. Maria CV). Con una certa enfasi veniva usata la definizione di Brianza del Sud. Ora di tutto questo ci rimane solo un vago e triste ricordo: quelle aree e i grandi impianti sono da decenni in forte stato degrado ed abbandono. Nella parte iniziale del suo volume Villani ci ricorda gli effetti devastanti del sisma. Poi nei successivi capitoli passa a descrivere la fase di ricostruzione, anche di una nuova ripresa di un tessuto produttivo diffuso nel territorio, sottolineando in particolare la collocazione ed il ruolo strategico delle nostre aree industriali e di servizi nel contesto dell’area metropolitana di Napoli e del Mezzogiorno. Per ricostruire questo processo vengono richiamati alcuni documenti scaturiti da varie iniziative di studio e di ricerca realizzati in questi decenni. Si parte da quello prodotto dal direttivo della Federazione del PCI nel 1981 su “Crisi e ristrutturazione dell’apparato produttivo. La situazione economica e sociale del territorio. La provincia di Caserta ad un passaggio decisivo della sua storia”. Nello stesso anno ci fu la pubblicazione della ESI di uno studio fatto dall’IRES CGIL su “Mezzogiorno e Terza Italia: il modello casertano”. A cui qualche anno dopo nel 1983 fece seguito il convegno del CdC sulle “Campagne casertane: idee, lotte e proposte negli ultimi dieci anni (1973-1983)”. Nello stesso tempo vengono prese in esame alcune indagini prodotte dalla rivista economica della Camera di Commercio, alcune confluite in importanti convegni con il contributo ed il confronto tra il mondo delle imprese, le forze sociali, le organizzazioni sindacali e l’università intorno al “Patto per l’innovazione e lo sviluppo integrato 1994-2004”, in cui veniva analizzata la nuova piccola e media imprenditoria diffusa e attiva, in alcuni comparti particolari: da quello della filiera alimentare intorno alla mozzarella a quelli del settore tessile e calzaturiero.
Nei capitoli conclusivi del volume l’autore esplicita il carattere che permane e denota ancora oggi Caserta come “area strategica della metropoli regionale e dello sviluppo”. Inoltre, si sofferma a delineare le contraddizioni ed i limiti con cui oggi bisogna fare i conti “in questo passaggio epocale del Recovery Plan in una condizione di debolezza politica – come commenta l’autore – senza precedenti nella storia della Repubblica. Per la prima volta la provincia di Caserta è priva di una adeguata rappresentanza parlamentare del territorio. Il quadro politico è caratterizzato da una frammentazione generale”. Di fronte a questo scenario Villani giustamente commenta: “Solo valorizzando quanto già localizzato negli ultimi quarant’anni nell’area casertana si potrà cogliere l’opportunità di fare della Campania la più grande piattaforma logistica delle merci che dal Mediterraneo devono raggiungere l’Europa”. Infatti, negli scenari europei e globali, che si possono aprire dopo la fase di pandemia e la crisi della guerra in Ucraina, sempre più potranno giocare un ruolo strategico le grandi infrastrutture qui collocate: dallo scalo smistamento di merci e servizi al polo aerospaziale intorno al CIRA di Capua. A tal fine Villani riprende un tema molto dibattito nel passato: quello di un nuovo aeroporto internazionale nell’area del Basso Volturno, dove tra l’altro è già attivo uno scalo militare, a supporto di quello di Capodichino, che oramai non regge i flussi di persone e di merci sempre più crescenti. Per far fronte a queste prospettive, l’autore conclude: “Bisogna tornare a selezionare la classe dirigente valutando la qualità dei progetti, la competenza, l’esperienza, l’affidabilità politica e la credibilità di chi si propone di realizzarli. Ci vuole uno sforzo di rigenerazione della classe politica locale, di ricostruzione di una classe dirigente all’altezza delle sfide e di un orizzonte condiviso, adeguato a questa fase estremamente delicata della nostra storia, non si può che ripartire da qui”. Per dare più forza ad una strategia di sviluppo ecosostenibile ci permettiamo di aggiungere altre due idee-progetto di cui si parla da tempo, che potrebbero diventare anch’esse nuove opportunità per la programmazione regionale. Secondo noi, da un lato occorre rilanciare il Contratto del fiume Volturno; dall’altro va ripresa l’idea di realizzare un Parco dei colli Tifatini nella conurbazione tra Capua e Caserta per fermare lo scempio delle cave, saldandolo a quello già costituito ed operativo nell’Est Maddaloese.
Pasquale Iorio Caserta, 5 dicembre 2022
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