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L’intervista: Giulia Quaranta Provenzano tra arte e sociale

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Oggi vi proponiamo un focus sulla studiosa indipendente e creativa Giulia Quaranta Provenzano. Abbiamo infatti intervistato la trentatreenne con quale abbiamo parlato di fotografia, musica e moda ma anche dell’attuale momento storico…

Buongiorno Giulia, innanzitutto come va?

“Buongiorno a voi e ai lettori! Diciamo che la facciamo andare, essere persone sempre sincere e dirette non ha pagato molto finora… la furberia ha troppo spesso la meglio sulla trasparenza e sulle reali capacità, ne sono consapevole ma comunque non sono disposta a divenire servile e a barattare la mia onestà intellettuale e dignità per ottenere favori e favoritismi”.

 

Trovi che vigano incontrastate molte ingiustizie?

“Ho testato sulla mia pelle che la meritocrazia è per lo più soltanto un miraggio oggigiorno, una s-perduta isola del tesoro, una moneta bucata da raccomandati e leccapiedi. Io però non me ne faccio una ragione e non demordo nel denunciare tale situazione né mi piego – nonostante ciò mi abbia già condannata e relegata a outsider –  ad alcun sistema mafioso, piuttosto mi si trovi soffocata dai suoi sporchi tentacoli onnipresenti…”.  

 

Cosa intendi con sistema mafioso?

“Non è evidente il fatto che il marciume in nome dell’ossessione nei confronti del cosiddetto dio denaro e d’un immeritato, facile, prestigio è penetrato pressoché ovunque?! La mafia è prima di tutto una mentalità criminale e non risiede solo in coloro che esercitano il controllo di attività economiche illecite e del sottogoverno, bensì è anche la mancanza di reazioni dei singoli individui e del governo costituito ogni volta che si permette il proprio o altrui sfruttamento o la condanna di taluni a essere ignorati ed emarginati perché scomodi e (almeno potenzialmente) minanti la connessione delle pedine che si sono lasciate comprare tanto da costituire un tessuto organico e funzionalmente unitario con i vasi conduttori dello schifoso veleno, del tallio”.   

 

Sei consapevole del fatto che le tue fotografie sono vere e proprie opere d’arte dal forte simbolismo?

“Quello che posso affermare è che sentimento, riflessione, analisi e impegno militante sono imprescindibili per me. A mio avviso non si è in presenza d’arte quando la gradevolezza è solo il risultato d’un passatempo e ciò per quanto piacevole sia quel qualcosa/qualcuno che si ammira. Cultura e impegno sociale e psicologico costituiscono gli assi portanti della mia sensibilità e sono ciò di cui mi interessa nutrirmi e nutrire il presente così da pervenire a un avvenire migliore di questo attuale (in cui dominano ancora tanta superficialità e sia becero menefreghismo che opportunismo)”.   

 

Tu sei anche una songwriter e in passato ti sei dedicata altresì a tutto tondo al cantante Rosaspina, ricordiamo bene?

“Per Raffaele Vigliotti, in arte Rosaspina sono stata una tuttofare tant’è ho scritto per lui comunicati e storytelling dei videoclip da me organizzati anche per quello che concerne location e attori, ne ho cercato di curare l’immagine e gli ho procurato interviste in radio e in piccole tv locali. La base e i testi di tre singoli e di una cover natalizia mi hanno visto partecipe e collaboratrice della loro genesi dal principio alla chiusura del pezzo… peccato però che tutto sia stato pubblicamente omesso. Sì, ho comunque collaborato anche con alcuni producer, cantanti e altri cantautori come songwriter e coautrice dacché io non canto… vorrei dichiarare che sono state tutte esperienze idilliache, tuttavia non inizierò a mentire proprio adesso. La fortuna non so se esista o non esista, so solamente che è imprescindibile una buona percentuale di amor proprio perché altrimenti si finisce per fare la fine delle prede di voraci approfittatori, tossici narcisisti e paranoici e di mantidi religiose crudeli ed egoiste”.

 

 È invece più recente il tuo sodalizio artistico con Francesca Pinardi, fondatrice e designer dei capi d’abbigliamento del brand Rock Rose…

“Esatto, grossomodo ho cominciato a collaborare con Francesca – che desidero ringraziare per la possibilità d’espressione e la fiducia accordatami – a novembre 2022. Inizialmente mi sono proposta come modella dei stupendi abiti da lei creati ma subito dopo non ho potuto fare a meno di focalizzarmi pure sugli importanti significati dietro a ogni capo d’abbigliamento firmato Rock Rose [clicca qui https://www.rockrose-shop.com/pages/il-significato-dietro-i-nostri-pattern]. Debbo ammettere che il Metodo Mascialino, in cui mi sono diplomata post-Laurea, mi è stato molto utile in ciò. Contemporaneamente ho sentito l’esigenza e ho avuto il piacere di condividere parecchie mie idee relative a possibili pattern e sono felicissima che una designer tanto talentuosa com’è appunto Francesca li abbia sviluppati e che siano già disponibili il Phoenix – Rome Dress, il Bunny & Flowers e il Fireflies – Lille long sleeves dress, il Cheshire Cat e il Planets & Rockets (leggera rivisitazione del precedente nato Outer Space Dress) – Paris Dress”.

 

Cosa dobbiamo aspettarci da te nel prossimo futuro?

“Mah, lo scopriremo magari insieme… Con Francesca si è instaurata una bella collaborazione che sono certa soddisferà tutte coloro che come noi sono attente all’inclusività, all’ecosostenibilità e al rispetto e alla valorizzazione delle più differenti unicità di ogni creatura vivente e no. La mia immaginazione è fervida, la mia voglia di comunicare – azzardo – è incrollabile, il mio entusiasmo è incontenibile dunque ho l’impressione che costituiscano una buona sorta di rampa di lancio per ciò che con le mie fotografie d’arte avevo esordito parecchi anni fa nell’attualizzare e porre all’attenzione: la necessità d’audacia se si vuole (continuare a) inverare l’anima fanciulla che sono del parere che non dovremmo mai chiudere in cantina, a meno di accettare di non meravigliarsi più di alcunché. Il brano “Mayday” invece è il nuovo singolo del musicista e cantautore Azzena, con il quale ho scritto il suddetto singolo”.   


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