Attualità

Lo sceriffo sbanda e chiude le scuole

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“La bocca del passato non parla se l’orecchio del presente non ascolta.”
Karl Barth

Anna Tortora

Così è accaduto in Campania: il passato, anche se breve, di pochi mesi, non ha insegnato nulla e per la gioia dei delatori, lo sceriffo ha chiuso le scuole dalla sera alla mattina. Senza neanche dare il tempo ai genitori di potersi organizzare.
Tra questi ci sono sicuramente quelli che con insistenza continua gli scrivevano “Presidente chiudi le scuole” e che, oggi, protestano. Grottesco.
Ma non era fondamentale chiudere per questi signori?

“Qualcuno gli spieghi che le scuole sono il luogo più sicuro dell’intera società. Che chiuderle non risolve, ma differisce il problema; che sta chiudendo le scuole mentre nelle piazze, sulle strade, nei circoli e nei locali si fa festa uno sull’altro. Qualcuno spieghi al demagogo con pose da infantile dittatore coereano che i danni psicologici della chiusura scolastica sui bambini e sugli adolescenti sono irreversibili; che i programmi, già al ribasso, si appiattiranno e stiamo per sfornare generazioni di semianalfabeti e disadattati.
Due settimane? Le chiuda per sempre: avrà così i perfetti sudditi orwelliani, di cui ha già pregustato l’utile passività. Cari Campani: avete il modello che sognavate e meritate dalla malaunità in poi. Non date la colpa a noi insegnanti”.
Claudio Fauci, professore di latino e greco

Ci prenderanno in giro, diranno che le scuole in Campania non sono sicure e che gli insegnanti non sono capaci di gestire la situazione.
Mentre le altre regioni riescono a circoscrivere la chiusura delle classi “a rischio”, il Presidente de Luca decide di chiudere le scuole della Campania, svalutando il lavoro di migliaia di docenti.
Nell’ormai irrefrenabile esaltazione ha dato ascolto ai suoi sostenitori più incapaci di lui che, per una sorta di vanagloria patetica, gli chiedevano quotidianamente la chiusura.

“La scuola, in un paese allo sbando, è facilmente sacrificabile rispetto a tutto quanto il resto. È soltanto un bullo da social che ha avuto, purtroppo, un plebiscito di voti.”
Geremia Biancardi, avvocato e già sindaco di Nola con Forza Italia

Chiudere le scuole è un fallimento. Una sconfitta per la società, un danno enorme a bambini e ragazzi.

“Lo sceriffo ha chiuso le scuole certificando, dopo sei mesi di annunci e di mancata organizzazione della sanità regionale, il suo fallimento”.
Giancristiano Desiderio

Viviamo in un Paese di capre. Di capre ignoranti.
Ecco, dovrebbe pensarci qualcuno a fare un film, citando il grande Ozpetek , sostituendo il termine fate con capre.
In un Paese che si celebra orgoglioso di essere l’epicentro dell’Arte e della cultura classica, chiudere le scuole è come pretendere che Venere, nata da una conchiglia, snobbi il mare e la grandezza da cui è stata partorita.
L’ esperienza comune dei cittadini ha riscoperto la centralità della dimensione etica della democrazia come ineludibile premessa per un vivere liberale che nel suo rifondarsi non può limitarsi soltanto alla definizione di nuove regole (chiusura), ma va radicato nella coscienza individuale e collettiva.

“Non credo che De Luca conosca Thomas Hobbes, di certo, ne applica astutamente i parametri elementari. Secondo Hobbes, la paura scaturente dalla perenne insicurezza rispetto alla sopravvivenza induce l’uomo a sacrificare la propria libertà, affidando anima e corpo a Leviathan, il potere assoluto, che, in teoria, dovrebbe garantirgli la massima sicurezza. Hobbes, però, non aveva previsto De Luca, un Leviatano  di provincia, che non garantisce alcunché al cittadino, salvo ulteriore insicurezza e paura. Di lì, poi, il consenso, come a dire, invertendo la logica hobbesiana, l’unico garantito alla fine è sempre e solo De Luca”.
Giancarlo Lehner

E sempre lui ha dato l’ulteriore colpo di grazia ad una scuola ormai allo sfacelo. Governare gli ignoranti è comodo per i dittatori.
“Ma la scuola sta male da prima del virus. Ogni governo, ogni ministro è stato un gradino per scendere più in basso. Vi ricorderete la Fedeli senza titoli di studio, al Ministero della Pubblica Istruzione nel nome del gender, del femminismo e del sindacato. Ricorderete Fioramonti che attaccava le merendine e incitava i ragazzi a non andare a scuola per scioperare con Greta sull’ambiente. Avete presente la corrente Azzolina, asina di Buridano fra chiusure e aperture, divieti e rimedi. Andando a ritroso c’è una lunga scia di ministri democristiani invertebrati che, con rare eccezioni (una di queste fu il liberale Salvatore Valitutti), ridussero la scuola a un pachiderma obeso, senza spina dorsale, che si muove con fatica”.
Marcello Veneziani

De Luca ha mostrato di essere l’unico salvatore della vita altrui e molti hanno abboccato. In pieno lockdown, quando eravamo tutti chiusi e il virus non circolava molto in Campania, prendeva i lanciafiamme. E tra cabaret vari, battute da Fazio, dirette folcloristiche, ha dimenticato che la sanità regionale è alquanto zoppa…

“La letterina
Signor Vincenzo De Luca, presidente regione Campania, Le ho sentito chiedere collaborazione e aiuto. Eccomi.
Mi sia consentito, però, dirLe che può avere maggior collaborazione se la smetterà di apostrofare i campani come: “Imbecilli, stupidi, idioti”. I miei e i Suoi concittadini non sono imbecilli, mentre proprio Lei rischia di fare la figura dello stupido se continua ad avere come obiettivo di fermare il mondo e bloccare la vita. Se ci troviamo in queste condizioni è perché Lei aveva detto che eravamo pronti, mentre ora si scopre che la sanità non regge. I bluff si pagano. Si dedichi a rafforzare la sanità, non crei allarme sociale, non sia arrogante, non dia dell’idiota a nessuno e vedrà che i cittadini, come già fanno da tempo, saranno prudenti, collaborativi e attueranno la prevenzione”.
Giancristiano Desiderio


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.