Lo Schiacciasassi. Il Napoli si avvicina a grandi falcate verso il sogno
di Luca Muratgia.
Prova di grande carattere e partita mai in discussione contro il Torino, non una squadra di sprovveduti ma una compagine che sta disputando un campionato su discreti livelli, ben oltre le più rosee aspettative, in forma e reduce da due vittorie consecutive. Eppure, gli azzurri, per la qualità del gioco espresso, per la loro determinazione, per il dominio che sempre provano e spesso riescono ad imporre alle partite, riescono a far sembrare una squadra di tutto rispetto come una formazione di dilettanti allo sbaraglio.
Eppure si proveniva da una settimana particolarmente densa, di emozioni, di sensazioni, di parole, spesso pronunciate anche in maniera eccessiva. Il Napoli era reduce dalla gloriosa qualificazione in Champions contro i tedeschi dell’Eintracht Francoforte, con tutto lo strascico polemico determinato dagli incidenti cagionati dall’incauta “invasione “ dei tifosi teutonici. Inoltre le attenzioni sono state calamitate dai sorteggi di venerdì per i quarti di finale di Champions che vedrà i partenopei impegnati il 12 e il 18 aprile contro i rossoneri del Milan in un suggestivo derby tutto italiano.
Insomma la preoccupazione per il rischio di distrarsi per la partita contro i granata erano più che motivate anche perché la formazione allenata da Juric esprime un calcio “scomodo”, complicato, aggressivo oppure, per dirla alla Spalletti, “asfissiante “. Ma per ciò che concerne l’aspetto mentale, la garanzia più rassicurante è fornita proprio dal pelato di Certaldo, lui che, come pochi allenatori al mondo, riesce ad incidere in maniera decisiva sulla concentrazione dei propri giocatori. Massima attenzione, massimo rispetto per chiunque e, soprattutto, massima importanza al momento presente.
La partita, al di là del risultato netto ed inequivocabile, non è risultata esattamente una passeggiata, soprattutto nel primo tempo il Torino si è reso protagonista di una prestazione interessante, riuscendo nell’impresa di mettere in difficoltà i partenopei, rendendosi pericoloso in più di una circostanza.
Ma al di là dei moduli, dell’interpretazione tecnico tattica, dell’aspetto mentale di cui si è disquisito, la differenza abissale la forniscono i campioni ed il Napoli ne ha tanti ed in ogni reparto. Superfluo individuare in Osimhen l’elemento che sposta gli equilibri. Su cross di Zielisky è monumentale lo stacco imperioso che fredda Milinkovic Savic. Dopo il gol il Torino reagisce furiosamente ma al riguardo, ci si ricollega al discorso dei campioni presenti in ogni reparto. Meret con almeno tre interventi decisivi, aiutato anche dal palo, smorza la furia granata che, con il trascorrere del primo tempo, va via via attenuandosi. Il Napoli tuttavia non si lascia travolgere riuscendo sempre e comunque comunque a mantenere il controllo delle operazioni. A tal proposito il rigore conquistato e trasformato da Kvicha Kvaratskhelia, che chiude il primo tempo sullo 0-2, non è casuale. Il raddoppio partenopeo ha come inevitabile conseguenza, quello di stroncare qualsiasi forma di aspettativa e di speranza del Torino che nel secondo tempo viene completamente annichilito dallo splendore delle giocate azzurre. L’azione del gol dello 0-3, finalizzato con un incornata del solito, tracimante Osimhen, rappresenta un immagine di copertina sullo spettacolo abbacinante che riescono a produrre gli uomini di Spalletti. Prima della chiusura c’è spazio anche per lo 0-4, con il solito duello vinto da Osimhen (per informazioni chiedere a Demiral in Atalanta Napoli 1-2 per il gol di Elmas e a Bremer in Napoli Juventus 5-1 per il gol di Kvaratskhelia) che serve il georgiano che a sua volta serve Ndombele che, a tu per tu con Milinkovic Savic , con freddezza, realizza il suo primo gol in serie A nonché lo 0-4 che rappresenta anche il risultato finale del match.
Ora il calendario prevede una sosta per consentire gli impegni delle nazionali per le qualificazioni agli europei. Alla ripresa, il 2 aprile, al Maradona ci sarà il Milan di Pioli, per continuare a rincorrere la storia, manca poco, davvero poco.
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