Lo squadrismo rosso al Salone del libro. La ministra Roccella sotto attacco
Quanto accaduto al Salone del libro nei confronti della ministra Roccella è ascrivibile ad una chiara forma di dittatura. Impedire ad un altro di parlare è squadrismo, in questo caso rosso. Mai varcare la soglia del seminato, perché dalla violenza verbale a quella fisica è un attimo.
“Il Salone del Libro di Torino è una bellissima palestra di libertà e democrazia. Impedire alla ministra Roccella di parlare significa negare i valori della cultura, del dialogo e del rispetto. Pasolini, che era un gigante, non parlava a caso di fascismo degli antifascisti.’
Matteo Renzi, Italia Viva
“Comunque il libro che i fascisti hanno impedito di presentare a Eugenia Roccella è un bellissimo memoir edito da rubbettinobooks che si intitola “Una famiglia radicale” e racconta la figura del padre Franco Roccella, uno dei fondatori del Partito radicale. Leggete, capre.
Non capire la differenza tra una contestazione e l’impedire a un’autrice di parlare e presentare un libro in un luogo dove si presentano è il segno della regressione culturale in cui stiamo sprofondando.”
Pierluigi Battista, giornalista e scrittore
“Per essere il nuovo fascismo mi sembra flacciduccio, visto che ai suoi ministri viene impedito di parlare in pubblico.” Antonio Polito, editorialista del Corriere della sera
Gli ammiratori di Fidel, di Stalin, di Lenin, di Mao, impediscono ad altri di parlare.
Chiamateli per nome: Comunisti!
“Teppisti comunisti (rpt. comunisti) contestano il ministro Roccella
E di qua c’è chi parla di “fascismo degli antifascisti”.
Avete paura di chiamarli comunisti? E fate pure gli intellettuali…” Francesco Storace, giornalista e già ministro della salute
“Premio Stalin del giorno ai giovani intolleranti che hanno impedito ad Eugenia Roccella di presentare il suo libro.” Gerardo Verolino, giornalista
Esprimere dissenso non significa impedire ad altri di parlare. C’è una cosa sacra, a mio avviso, da tenere presente: la discrezione. La discrezione dell’educazione, per intenderci, che può svelarsi in tanti modi, soprattutto nel passare avanti. Se qualcosa non è di vostro gradimento, cari compagni, superate, tirate dritto per la vostra strada. Il mondo è pieno di invasati, esaltati, persone che io non vorrei vedere manco sotto tortura, ma non mi permetterei mai di intromettermi con violenza ad un evento per impedirgli di aprire bocca. Voi, invece, cari compagni, senza una parafrasi che potrebbe spiegare le vostre motivazioni, andate ad insultare chi non la pensa come voi, assumendo tutte le fattezze di una provocatoria maleducazione, per non dire altro.
Capisco la vostra adesione passata al partito di Stalin, di Mao, ma almeno abbiate la decenza di non spacciarvi per democratici.
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