22 Dicembre 2024
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Luigi Auriemma | Donami una parola

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Donare una parola. Un gesto che contribuisce a tessere i fili della relazione a distanza ed a preservare la possibilità di comunicare e di creare uno spazio simbolico-relazionale. Uno spazio che segna anche il perimetro dell’opera d’arte. Una parola incarnata che sa farsi verbo e cintura di trasmissione di idee ed emozioni.

Un intreccio tra corpo e parola che serve a sottolineare l’importanza e la possibilità di stare insieme e di fare arte, trasmettendo e scambiandosi idee ed emozioni, anche attraverso le distanze, ìin un momento storico in cui i luoghi d’arte, spazi deputati all’incontro fisico, sono chiusi e preclusi, ed in cui gli assembramenti, quel fare gruppo che soddisfa il nostro atavico bisogno di appartenenza, sono vietati,

“L’opera parla – spiega Auriemma –  e per parlare ha bisogno di parole, Proprio per questo l’azione performativa “Donami una parola” aspira  a costruire un vocabolario, un serbatoio, da cui l’opera può attingere di volta in volta per potersi esprimere. Creare questo archivio dove le parole insieme concorrono alla costruzione/decostruzione dell’opera e del concetto di arte”.

Arte come concetto, dunque, come simbolo ed insieme strumento.

Secondo gli ideatori, nell’atto di donare una parola (attraverso un selfie scattato in orizzontale con una parola associata) si crea un luogo dove si incontrano il donante e il ricevente  e si da spunto e inizio per un possibile accordo interattivo di comunicazione.

La parola come scultura

La parola crea dialogo tra gli uomini e i popoli e favorisce la comunicazione; è espressione di un concetto, è libertà, è civiltà, è democrazia, è creazione: rende liberi e immortali.

Le due coordinate della relazione, dell’incontro, tra entità ed individui differenti, portatori di un mistero irriducibile sono il corpo e la parola, veicoli di contatto e di comunicazione.

“La parola – continua Auriemma –  è sia persuasiva che dissuadente, può essere sia trasparente che opaca, sa rivelare ed essere attraversata, essere riflesso e inattraversabile”.

La parola si mostra ai nostri occhi ed è visibile mediante la scrittura: in questo caso i canali principali di percezione sono la vista e l’udito.

Come evidenzia Auriemma, la parola esiste perché abbiamo un corpo che la trasmette. In un rapporto circolare di complementarietà, attraverso il logos il corpo si fa parlante ed attraverso il substrato organico la parola si incarna e trova un luogo da chiamare casa.

Essa dimora nel nostro corpo, nasce da un respiro, vibrazione modulata che vaga nell’aria. Essa stessa rappresenta un respiro in più. Ogni parola è ritmo e richiama quello del battito del cuore.

“Biblicamente – spiega Auriemma –  la parola si fa carne feconda e guarisce, attiva l’energia vitale, genera emozioni, riecheggia in noi trasformandoci, fluisce e risolve nodi energetici”.

Essa giace e riposa, prima di risuonare, in un silenzio colmo di parole in germe, messe a dimora.

Dal silenzio, infatti, si genera ogni suono, parola, e al silenzio si ritorna per riposare, per morire. Le parole pongono domande, e, nello spazio e nel tempo del silenzio e della riflessione dove si digeriscono i pensieri, si concretizzano le risposte.

Le parole sono costituite da respiro e pensiero, nascono nella mente e si formano nell’aria. Le parole sono gesti: gesti della voce e contengono in sé una promessa di azione fattuale e di fedeltà ad un’idea.

La parola è suono. Il suono si propaga nello spazio, assumendo le coordinate tridimensionali proprie dello spazio.

In questo modo, trovando collocazione in questo progetto, parole plurime concorrono a formare una scultura sociale,  ove esse stesse non solo servono a formare coscienze singole e collettive, plasmando e riplasmando esseri umani migliori, ma divengono esse stesse sculture, mementi, icone, poste in un luogo, una cerniera, a metà tra l’attuale e il potenziale.

BIOGRAFIA ESSENZIALE

Luigi Auriemma vive e lavora a  Napoli. Fondatore e coordinatore della rivista d’arte Leonarda.

Tra le numerose esposizioni personali e collettive vanno ricordate, tra le più recenti:

Cartolina per Napoli, Napoli, Palazzo Reale, 2000; Rassegna internazionale del libro d’artista”, Napoli, 2000; é_cri_t, Benevento, Magazzini Pescatore Artecontemporanea, 2010 (personale); C_END_RE, Napoli, Museo del Sottosuolo, 2013 (personale); Paleocontemporanea, Napoli, Basilica di San Gennaro extra moenia, 2013; Permanente/1, Cassino, Museo CAMUSAC, 2013; Lo dovevi fare anche tu!, Napoli, Chiesa di San Biagio Maggiore, 2015; Luigi Auriemma con il filosofo Carmine Castoro, Cassino, Museo CAMUSAC, 2015; D_I_O_GENE, Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 2016 (personale); Friends, Caserta, Galleria Dirarte 2.0, 2016; Cryptica, Napoli, Museo del Sottosuolo, 2016; La fragile bellezza, Roma, Liceo Scientifico Ettore Majorana, 2017; Nessuno in mostra, Saviano, SAACI Gallery, 2017;

Per-formare una collezione, Napoli, Museo MADRE, 2018; CORPUS CARSICO, Capri, Certosa di San Giacomo, 2018; Da una trifora sul cortile dell’attualità 1, Napoli, Galleria area24 space, 2019

Sue opere figurano in collezioni private e nelle raccolte permanenti del CAMUSAC di Cassino, del Pio Monte della misericordia di Napoli, del MACS di Santa Maria Capua Vetere (CE) e del Museo MADRE di Napoli.

Ha pubblicato “CORPUS CARSICO. Divisamento, Genesi di un’opera d’arte”(Edizioni Aurea) e articoli per le riviste “Art a part of culture”, “Lobodilattice” e “Starter”.

 


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