“Ma dove ho messo il punto G” di LUCREZIA LOPOLITO
Prodotto da Andy Milesi e dalla Label 33 Records i brani sono una raccolta di ricerca, testi mai scontati e viaggi inquieti all’interno del mondo musicale di Lucrezia.
Cosi’ viene descritto dalla stessa artista:
L’Album “MA DOVE HO MESSO IL PUNTO G” rappresenta per me un percorso sia emotivo che artistico che vede il suo sviluppo in questi ultimi cinque anni in cui scrivevo e conservavo canzoni nel cassetto della mia scrivania. L’inquietudine ha sempre un po’ caratterizzato il mio mondo interiore portandomi costantemente a perdere quelli che di volta in volta credevo essere i miei punti di riferimento.
All’interno di una cornice emotiva connotata da un vissuto di fragilità e instabile equilibrio, la ricerca del piacere diventa un mordente che mi porta puntualmente a cercare di tradurmi, di guardarmi allo specchio con verità, curare le ferite, raccogliere i sogni e spiccare il volo.
Da buona psicologa e psicoterapeuta mettere le mani nelle “cose” squisitamente emotive è pane quotidiano per me e la ricerca di un proprio equilibrio rappresenta un comune denominatore che ci vede tutti nella stessa barca. Mi piace infatti pensare al mio album come ad un viaggio in mare aperto.
Il porto sicuro connotato dalle sue certezze viene abbandonato all’insegna del desiderio di scoprire nuovi orizzonti, nuove terre. Affrontare il mare, perdere riferimenti, ritrovandosi, in taluni momenti, nel mezzo di violente e feroci tempeste comporta acquisire e rafforzare la squisita capacità di stare, navigare, nell’incertezza e nella sua oscurità in attesa che una nuova luce suggerisca la direzione da prendere.
Riecheggiano in tutte le canzoni concetti come quelli di vuoto, di perdita della propria identità, di maschere perdute ma di cui si sente la mancanza e la necessità in virtù di un falso senso di protezione rispetto al proprio senso di vulnerabilità.
E proprio quando tutto crolla e sembra essere perduto nuove possibilità affiorano. I sogni, i desideri, la dimensione del piacere si fa nuova terra da esplorare.
Nella valigia, cara vecchia compagna di viaggio, vengono mantenuti alcuni “oggetti” che rappresentano un’ancora del proprio essere: le esperienze significative della propria storia, le relazioni intrise di emozioni ma soprattutto l’Amore. Per se stessi, per gli altri, per chi si è amato, per la vita.
Concludo con una citazione di “Tormalina Nera”, presente nell’album, che mi piace tanto perché mi rappresenta:
Ho pianto e riso senza neanche immaginare Che l’equilibrio è come per i funamboli Una questione di concentrazione dove il vuoto spinge verso la tua direzione
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