Economia

Manovra di bilancio, campagna di protesta social di Confindustria

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Pasquale Lampugnale, presidente PI Confindustria Campania: “Reintrodurre gli oneri energia in bolletta mette a rischio il vero motore produttivo dell’Italia”

Continua con migliaia di adesioni la campagna di protesta social “se spegni le piccole e medie imprese spegni l’Italia che produce”, lanciata da Confindustria con l’hashtag #EnergiaAlleImprese, e rilanciata con migliaia di condivisioni dalle territoriali di tutta Italia, di tutti i settori e Gruppi confindustriali, nonché da singoli imprenditori e professionisti.

“Pensare che l’emergenza prezzi sull’energia sia passata è un gravissimo errore  – afferma Pasquale Lampugnale, presidente PI Confindustria Campania – anzi, ci aspetta ora il periodo più difficile nel pieno della stagione invernale. La mancata previsione, nel Ddl Bilancio all’esame della Camera dei Deputati, del taglio degli oneri di sistema per luce e gas per le potenze sopra i 16,5 kilowatt colpisce subito in maniera diretta, concreta, pesante, orizzontale e trasversale, sia a livello settoriale che territoriale, soprattutto le Pmi che sono l’asse portante dell’economia italiana se è vero che il 97 per cento delle imprese italiane sono appunto piccole e medie imprese. L’ azzeramento degli oneri parafiscali di sistema in bolletta – continua Lampugnale – era del resto già previsto negli scorsi trimestri. La decisione di reintrodurre questi ultimi è francamente inspiegabile. Le imprese non possono essere chiamate a sopportare questa ulteriore penalizzazione dopo che già da quasi tre anni stanno affrontando qualsiasi tipo di difficoltà e attraversando questa cosìddetta ‘tempesta perfetta’. Decidere questa soglia di esclusione dai benefici fiscali significa mettere in difficoltà il 78 per cento delle imprese italiane, il vero motore produttivo dell’intero Paese. Ed è una scelta incomprensibile, dopo che da più parti e da mesi si è detto di voler e dover concentrare le risorse disponibili sul caro energia. E’ necessario dunque intervenire subito, in maniera concreta e con opportune misure legislative. C’è bisogno di un ripristino delle agevolazioni, di un taglio immediato dei costi anche per le realtà con utenze energetiche superiori a 16,5 kw, e della conferma del credito di imposta per queste aziende. Abbiamo bisogno di fonti alternative di gas, dobbiamo partire il prima possibile con i rigassificatori. Un’altra riflessione necessaria è quella sul price cap: l’accordo raggiunto a livello europeo che andrà in vigore dal prossimo 15 febbraio – sostiene ancora il vicepresidente nazionale di PI Confindustria – è sicuramente un elemento positivo, e d’altra parte non a caso Confindustria lo aveva chiesto già un anno fa, ben prima cioè dello scoppio della guerra in Ucraina e dopo aver notato nell’estate 2021 inspiegabili speculazioni dei prezzi, ma proprio perché andrà in vigore dal prossimo 15 febbraio la sua efficacia concreta e la quantificazione dei risultati positivi attesi sono ancora tutti da verificare. Lo ripetiamo dunque con forza, lucidità, convinzione e determinazione: ‘Se spegni le piccole medie industrie, spegni l’Italia che produce’ conclude Lampugnale.


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