Mario Mori indagato dai Pm di Firenze. La solidarietà dei politici al generale
Il generale Mario Mori indagato dai Pm di Firenze per le stragi del ’93. Lo ha reso noto lui stesso: “Nel giorno del mio 85esimo compleanno ho ricevuto, dalla Procura della Repubblica di Firenze, un avviso di garanzia con invito a comparire per essere interrogato in qualità di indagato per i reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico”.
“L’enormità e l’abnormità dell’accusa mossa dalla procura di Firenze contro il generale dei carabinieri Mario Mori equivale a un orribile necrologio in vita verso un leale servitore dello Stato. Si vuole forse che su Mori rimanga lo stigma di “indagato“ per offuscarne la memoria: è da oltre 25 anni che Mori passa il suo tempo spazzando via i fantasmi di inchieste che ne hanno sempre decretato la sua totale e assoluta estraneità. Lo conobbi oltre trentacinque anni fa quando ‘combatteva’ nella trincea di Palermo: oggi, a 83 anni, quella vetta di ignominia per chi come Mori ha obbedito al giuramento di fedeltà alla Repubblica tocca il punto più alto con la contestazione dei reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. Non siamo più all’accanimento, siamo davanti alla tortura di un cittadino italiano al cui cospetto questo Paese dovrebbe solo inchinarsi.” Giorgio Mulè, Forza
“Convocare un eroe come il Generale Mori a Firenze per accuse assurde, il 23 maggio, giorno dell’anniversario della strage di Capaci, è peggio che un errore, è un’assurdità. Una vergogna. Che si verifica offendendo, in questo modo, proprio la memoria di Falcone. Mori merita medaglie, non offese.” Maurizio Gasparri, Forza Italia
La Dichiarazione di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale:
“Nel fare gli auguri di buon compleanno al Generale Mario Mori, ci teniamo a rendere pubblica la nostra vicinanza e solidarietà a un leale servitore dello Stato.
Si continua a cercare di criminalizzarlo per sue presunte mancanze, pur essendo stato assolto nel processo trattativa stato-mafia, anziché indagare su chi ha affossato l’inchiesta mafia-appalti.
È evidente, come ha peraltro sottolineato il Generale Mori, che incriminarlo alla sua età vuol dire contare che muoia prima che si concluda il processo e quindi lasciare una macchia indelebile sulla sua vita. Una ragione in più per augurare lunga vita al Generale Mario Mori.”
“Niente è eterno, tranne la persecuzione della magistratura italiana. Infatti, alla Procura della Repubblica di Firenze non sono bastati 22 anni di udienze, tre processi e altrettante assoluzioni, per indagare nuovamente il Generale dei carabinieri Mario Mori.
L’invito a comparire è stato notificato al Generale proprio il giorno del suo 85mo compleanno. Strana puntualità anche questa. Specialmente se si considerano le lungaggini di quella giustizia che, spesso e volentieri, si dimentica dei delinquenti da un giorno all’altro.
La Commissione Europea, che spesso si occupa di violazioni di Stato di Diritto, cosa dice della magistratura italiana? Non sono forse queste delle gravi violazioni delle condizioni e della dignità di un cittadino?” Anna Cinzia Bonfrisco, Lega
“È stata aperta una nuova indagine contro il Gen. Mario Mori, per le stragi mafiose del 1993. Del 1993!! Stragi mafiose!!
Non ci si poteva accontentare di avergli reso la vita un calvario per decenni; non si poteva accettare il fatto che fosse stato assolto da ogni contestazione gli avessero mosso.
Non si poteva consentire che, a 85 anni, potesse vivere con serenità la sua vita, come merita un servitore dello Stato come lui.
No, occorreva dimostrare che chi sfida il potere di alcuni, chi non si inchina alle logiche della casta, deve essere distrutto.
Perché tutti devono sapere quanto sia grande il potere di far male a chiunque, di cui dispongono alcuni.
Ha sbagliato forse a raccontare in tv l’ assurdità della sua vicenda giudiziaria? Queste cose non dovrebbero accadere, nelle democrazie.
Queste cose non sono accettate in nessuna democrazia compiuta.
Questi sono atti che si vedono nelle autocrazie, sono la dimostrazione che la legge non è uguale per tutti e che le garanzie costituzionali non valgono per alcune persone.” Guido Crosetto, ministro della difesa
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