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Matrimoni in crisi, un divorzio su cinque causato dai social network

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di Daniela Portella.

I social network sono terreno fertile per qualche scappatella e sempre più spesso anche un modo per scoprire un tradimento.
C’eravamo tanto amati – In Italia ci si sposa sempre meno e ci si separa, e si divorzia, sempre di più. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat relativi all’anno 2008 parlano di 84.165 separazioni e 54.351 divorzi. Rispetto al 1995, le separazioni sono aumentare del 61% mentre i divorzi sono più che raddoppiati (+101%). Se infatti quindici anni fa si verificavano 158 separazioni e 80 divorzi ogni mille matrimoni, nel 2008 si è arrivati a 286 separazioni e 179 divorzi. La durata media di un matrimonio “all’italiana” è di 15 anni e, negli ultimi anni, si assiste sempre più spesso anche alla fine di unioni di lunga data. Che l’istituzione del matrimonio sia in crisi non è una novità, ma ultimamente tra le coppie irrompe un elemento social-destabilizzante in grado di accelerare la rottura. Se non esistono ancora dati ufficiali né ufficiosi di quanto incida lo “zampino” di Facebook nelle cause di separazione e divorzio nel nostro Paese, qualche “indizio” sulla portata del fenomeno arriva dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti.
Ti lascio! – Uno dei principali motivi che spinge i coniugi a separarsi, sarebbero proprio le troppe amicizie intime nate, o magari ritrovate, online. Un divorzio su cinque, in pratica, sarebbe causato direttamente o indirettamente da Facebook. La parola “facebook”, infatti, salta fuori ben 989 sulle 5.000 richieste di divorzio. Il tradimento, insomma, si consuma online ma si scopre anche sui social…
E’ proprio su questo principio che la Corte di Cassazione, tramite la sentenza n. 9384 del 2014, ha deciso che l’iscrizione a siti d’incontri online può giustificare l’addebito delle spese della separazione tra due coniugi.
Il giudizio espresso da questo organo è che l’iscrizione ad uno di questi portali violi l’obbligo di fedeltà che intercorre tra i coniugi dal momento della stipula del contratto di matrimonio.
Questa, infatti, afferma che nel momento in cui si dovessero ricercare relazioni coniugali tramite l’utilizzo di internet, in particolare dei social network, questa può essere ritenuta come la circostanza idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi, giustificando la rottura della relazione. Questo lede, inoltre, l’onore e la dignità del coniuge tradito.
Infatti, proprio per questo si condanna come comportamento contrario al dovere di fedeltà tra marito e moglie, anche la semplice iscrizione ad un sito di incontri online. Quindi, non è necessario che il rapporto venga ricambiato o, addirittura, consumato, poiché anche questi verrebbero considerati come “mero tentativo”.


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Daniela Portella

Avvocato civilista da circa 25 anni , cattolica , due figli, oltre al territorio partenopeo ha lavorato nel nord est in particolare Udine e Trieste ove ha riscosso molto successo tra gli imprenditori e salvando molti imprenditori che erano coinvolti con contratti usurari di banche senza scrupoli . Impegnata anche in politica ha ricoperto la carica di assessore all’ecologia , sport e verde pubblico nel comune di Cardito .Da sempre a fianco delle donne contro ogni forma di violenza sulle donne ha organizzato corsi di autodifesa dedicati alle donne ‘ giù le mani ‘ che hanno riscosso molto successo