21 Novembre 2024
PoliticaPolitica Interna

Mozione di sfiducia al ministro Daniela Santanchè, il Senato non approva

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Con 67 voti favorevoli e 111 contrari, il Senato non approva la mozione di sfiducia individuale al ministro del Turismo Daniela Santanchè presentata dal M5S. “È una bellissima giornata”, il commento dell’esponente Fdi che oggi era presente in Aula insieme ai ministri Musumeci, Bernini, Salvini, Giorgetti, Abodi, Casellati, Calderone e Roccella.

La mozione di sfiducia in discussione oggi ha per oggetto fatti “che ritengo di aver chiarito in questa aula in maniera solenne” dicendo “tutta la verità, come ho già ribadito più volte”, ha detto Santanchè nel suo intervento, ribadendo che “per l’accusa che mi è stata ingiustamente rivolta, anche con grandissimi titoli sui giornali, mi permetto di ribadire che quando sono venuta in Senato il 5 luglio non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Milano”. “Anche gli organi di stampa hanno confermato che alla mia residenza a Milano è stata consegnata la proroga delle indagini in data 17 luglio. Per cui non solo ho detto la verità, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire”, ha rimarcato l’esponente di Fdi.

“Negli interventi da parte dei rappresentanti di gruppi di opposizione non ho mai trovato critiche o censure attinenti all’esercizio delle mie funzioni di ministro”. “Comprendo – ha proseguito – che ci possano essere anche diversità grandi di opinioni, di impostazioni o di scelte per le attività realizzate da un ministro. Diversità che io rispetto. Ho invece qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro della Repubblica” ma “che ha per oggetto dei fatti che, se verranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da ministro”, ha rimarcato l’esponente di Fdi.

“Rimane un dispiacere profondo per le tante parole, i tanti insulti, per tutto quello che è stato rivolto alla mia persona. Concludo confermando sempre e comunque un grande rispetto per questa assemblea, di cui anche io mi onoro di far parte come senatore. E che nelle funzioni che esercito al governo ho sempre inteso e intendo conformarmi a quei principi di legalità, responsabilità, disciplina e onore” indicati dalla Costituzione.

Bagarre in Aula durante la discussione, con Ettore Antonio Licheri (M5S) che nel suo intervento definisce “pagliacci” i membri del governo. “Non vi parleremo di avvisi di garanzia, ma di opportunità politica che è il rispetto dell’immagine e della reputazione del Paese. E’ sbagliata la vostra scelta di rifugiarvi nella vostra casa delle libertà e sbarrare le finestre – afferma – siete stati eletti ma il popolo di elettori non è un salvacondotto per fare di tutto. E’ sbagliata questa idea, che avete, di potere. Dopo questa sfiducia, resterà una ministra dello Stato che allo stato deve 1 mln e 2mila euro di tasse non pagate e resteranno i suoi dipendenti e fornitori rimasti per strada. E se volete continuare a ridere, ridete pure pagliacci!”. Arriva l’intervento del presidente del Senato Ignazio La Russa: “Poteva risparmiarsi l’offesa ai suoi colleghi. Su questo termine, usato nei confronti di tutti, la richiamo, peraltro nessuno aveva disturbato il suo intervento”, dice La Russa a Licheri.

Pronta le replica del senatore di Fdi Alberto Balboni: “Non è con gli insulti che il M5S recupererà la verginità politica che ha definitivamente perduto. Dovevate aprire quest’aula come una scatoletta di tonno e invece nella casta vi siete integrati perfettamente”.

 


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