Napoli col fiato corto. Amarezza brutale per la fine del sogno Champions
di Luca Muratgia.
Il Napoli non ce lāha fatta, dopo la sconfitta a Milano contro i rossoneri, non riesce a ribaltare il risultato nella partita di ritorno al Maradona ed esce con grande amarezza e tanti rimpianti da una Champions giocata da protagonista. Ad accentuare ancora maggiormente la delusione e la frustrazione ha contribuito sicuramente il nome dellāavversario, proprio questo Milan ha rappresentato un competitor che ha suscitato una considerevole emotivitĆ da parte dei tifosi azzurri per tutto ciĆ² che riguarda la competizione, la rivalitĆ , il campanile. Insomma uscire dalla Champions contro unāitaliana, oltretutto con una ventina di punti in meno in campionato, non ha fatto altro che acuire lāamarezza anche perchĆ©, alla vigilia, appariva un avversario ampiamente alla portata degli azzurri proprio in considerazione dellā abissale vantaggio accumulato in campionato.
Eppure il Milan, proprio in questi quarti di finale, ed al netto di una variegata quantitĆ di motivi, ĆØ apparsa piĆ¹ pronta,Ā a calcare un certo tipo di palcoscenici evidenziando e mettendo a nudo un ingenuitĆ e una immaturitĆ ,Ā degli inesperti giocatori azzurri che, a queste latitudini, non ĆØ consentita. Si parlava, in precedenza, di una serie di motivazioni che alimentano una serie di rimpianti e considerazioni che indurrebberoĀ dei dubbi circa il merito relativo a questa eliminazione.
In primo luogo la stanchezza fisica e mentale degli uomini di Spalletti, calo certificato dai numeri perchĆ© il Napoli nelle ultime 5 partite ha perso due partite, ne ha pareggiate due e vinta una soltanto a Lecce in circostanze fortunose. Ci si chiede quale sarebbe stato lāesito di questi quarti con un Napoli al meglio della forma fisica e mentale con un Osimhen presente giĆ nella gara dāandata.
Il Napoli sicuramente non ĆØ stato fortunato perchĆ© per il rapporto delle occasioni create, soprattutto allāandata, non si evidenzia una superioritĆ dei rossoneri tale da giustificare il passaggio del turno.
Al di lĆ della faziositĆ dei giudizi, non ĆØ possibile non menzionare gli arbitraggi che hanno, tra andata e ritorno, penalizzato i partenopei e indirizzato evidentemente lāesito della qualificazione. Anche ieri si ĆØ realizzato da un episodio che risulta difficile anche commentare e capirlo, quando Lozano ĆØ stato agganciato in area da Leao in maniera evidente, plateale con discrezionalitĆ pari allo zero. Si era, tra lāaltro, sul risultato di 0-0 intorno alla metĆ del primo tempo e, in quella fase del match, un eventuale vantaggio partenopeo, avrebbe comportato un prosieguo totalmente diverso, sia tatticamente che psicologicamente. Eppure nĆØ lāarbitro nĆØ gli addetti al VAR hanno ravvisato gli estremi quantomeno per una piĆ¹ attenta valutazione di un episodio in cui la valutazione serviva a ben poco. Dunque dopo la gara dāandata, con la scriteriata gestione dei cartellini da parte do Kovacs, i cui effetti non si sono limitati alla partita stessa, ma hanno avuto significative ripercussioni anche nella gara di ieri dove gli azzurri hanno dovuto rinunciare a pedine quasi imprescindibili come Kim e Anguissa, anche ieri cāĆØ stato un episodio tanto clamoroso quanto penalizzante.
La partita si ĆØ sviluppata sul possesso palla del Napoli, tanto continuo quanto improduttivo e sterile. SembrerĆ assurdo, ma proprio il Napoli, che ha caratterizzato la propria idea di gioco e la propria identitĆ sulla capacitĆ di creare occasioni in maniera continua e realizzare, di conseguenza, un importante quantitĆ di gol, in questa fase della stagione fatica maledettamente a rendersi pericoloso e trova con grande difficoltĆ la via della rete. Non basta lāassenza di Osimhen per giustificare un gol in tre partite casalinghe anche perchĆ© ieri, nonostante la presenza del nigeriano, gli uomini di Spalletti hanno stentato nel trovare pericolositĆ . Il Milan ha giocato la sua partita impostata su una attenta disposizione difensiva, pronta a sfruttare situazioni di ripartenze per poter lanciare i suoi specialisti in campo aperto. E proprio in questa situazione, il Milan, con Leao, che percorre 60 metri palla al piede senza trovare ostacoli e senza che nessuno provi a commettere un fallo tattico per frenare lāavanzata tracimante del portoghese, trova il vantaggio con Giroud che si limita a poggiare la palla nella rete sguarnita. Il Napoli accusa maledettamente il colpo e nella ripresa perde ulteriori colpi perdendo campo e quella aggressivitĆ e intensitĆ che avevano caratterizzato la prima frazione di gioco. Nonostante lāevidenza dello sbandamento, il Napoli avrebbe anche la possibilitĆ di riaprire il match ma Kvaratskhelia, dal dischetto, si fa ipnotizzare da Maignan ed evidenziando come la questione rigoristi, in questa stagione, abbia rappresentato una delle poche dolenti note che, a quanto pare, non sembra ancora essere giunta ad una soluzione quantomeno soddisfacente. Il rigore fallito dal georgiano, rappresenta la pietra tombale, il punto di non ritorno. Dopo questo episodio, gli ultimi dubbi su chi sarebbe stata la prima semifinalista di Champions nel 2022 2023, potevano considerarsi fugati. Piccola e troppo magra per avere un minimo di appagamento, ĆØ la rete realizzata da Osimhen che quantomeno evita la terza sconfitta in tre partite consecutive per i rossoneri.
Finita lāavventura in Champions League, adesso il Napoli dovrĆ assolutamente blindare questo campionato al piĆ¹ presto e ritrovare quelleĀ certezze e consapevolezze che, da un mese a questa parte, sembrano essere smarrite. Domenica allo Stadium cāĆØ Juventus Napoli, per ora il margine di punti di vantaggio sembra essere rassicurante, giĆ , per oraā¦
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