Napoli, più videosorveglianza e personale per il controllo del territorio
Il prefetto annuncia alcune misure contro gli episodi di violenza che hanno coinvolto spesso giovani: la dispersione scolastica tra le cause più rilevanti.
«Arriveranno rinforzi per l’estate e punteremo molto sull’implemento della videosorveglianza, ma ritengo che questi problemi vadano affrontati con la collaborazione di tutti e per questo stiamo coinvolgendo le associazioni presenti sul territorio». L’ha annunciato il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, dopo i recenti episodi di violenza che hanno coinvolto anche minori.
Il potenziamento riguarderà, spiega il prefetto: «Più o meno sull’ottantina di uomini nella prima fase che poi andranno ad aumentare nei mesi estivi. Serviranno in parte al capoluogo, ma ho finito da poco un incontro con i comuni della fascia costiera che reclamano la stessa attenzione».
C’è anche un problema di natura sociale di questi ragazzi particolarmente violenti, aggiunge Palomba. “Penso che in alcuni ci sia un sentimento di sfrontatezza: abbiamo una classe di giovani che ormai percepisce il pericolo come una sfida. Però le forze dell’ordine per le strade le vediamo, dovunque non possono stare, ma abbiamo un piano di rafforzamento del controllo del territorio con uomini e con un maggiore ricorso alla videosorveglianza».
Nel dettaglio, spiega il prefetto, «Sistemeremo in parte quelle che non sono funzionanti, e implementeremo la videosorveglianza soprattutto in alcune zone come Ponticelli e Fuorigrotta. Poi stiamo lavorando a un sistema come quello della Galleria Umberto, dove ci sarà un contributo dei privati».
Tra le cause, secondo il prefetto, i numerosi casi di dispersione scolastica: “vogliamo vedere di mettere a punto una serie di interventi, anche tramite i tavoli di osservazioni e i monitoraggi che stanno iniziando, come ha preannunciato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per cercare di evitare un brutto fenomeno in particolare per la scuola dell’obbligo. Tra l’altro il mancato assorbimento della scuola dell’obbligo costituisce una fattispecie penale. Non abbiamo un intento punitivo, sottolinea, ma vogliamo dare uno sprone per consentire ai bambini di completare la scuola. Già con i patti di inclusione che portano al Reddito di cittadinanza ci sono questi obblighi. Con un sistema che stiamo approfondendo si procede gradualmente, magari partendo con la sospensione di un mese.
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