Napoli volto Mazzarri. Supercoppa: tris alla Fiorentina, si vola in finale con il protagonista più inatteso
di Luca Muratgia.
Nella tanto discussa supercoppa italiana, disputata in nome del dio danaro in Arabia, il Napoli torna più mazzariano che mai e con le armi tipiche e peculiari dello scafato tecnico toscano, rifila un sonoro 3-0 alla Fiorentina allenata da Italiano (uno dei primi della lista quest’estate come principale indiziato a sostituire Spalletti) che mai come ti n questa serata ha riscontrato enormi difficoltà tattiche ad esprimere e a praticare l’idea di gioco del tecnico siciliano. Una vittoria che porta gli azzurri direttamente alla finale di lunedì che si disputerà contro la vincente tra Lazio ed Inter impegnate questa sera nell’altra semifinale.
Al di là dell’aspetto ambientale particolarmente squallido, il Napoli propone, come sopra accennato, un calcio che, a queste latitudini , sembrava ormai dimenticato, essenziale, pratico e grintoso, molto accorto in fase difensiva dove praticamente non concede pressoché nulla. Baricentro basso, squadra corta, compatta pronta a ripartire velocemente sfruttando proprio le caratteristiche tipiche dei gigliati con la linea difensiva quasi sempre coincidente con la linea di centrocampo. Va dato merito al tecnico azzurro di aver compreso che il tipo di gioco che il Napoli praticava l’anno scorso non era riproponibile e ripetibile e di avere fatto una decisa marcia indietro ritornando su quei teoremi tattici che lo hanno caratterizzato e che hanno contraddistinto l’intero percorso della sua carriera. Ritorno, pertanto, alla difesa a tre consapevole, inoltre, che allo stato non esiste la condizione fisica adatta e necessaria per praticare un pressing ultra offensivo e riaggressioni feroci sui portatori di palla avversari. La preparazione di Mazzarri è stata, inoltre, favorita dal vantaggio partenopeo ad inizio gara con una giocata di livello assoluto prima di Kvaratskhelia, poi di Juan Jesus che propone un assist da trequartista puro ed infine del Cholito Simeone che si crea lo spazio per sfoderare un diagonale da centravanti vero che fulmine Terracciano. Inevitabilmente questo episodio si rivelerà decisivo e condizionerà pesantemente l’intero prosieguo della gara. Il Napoli attende e non concede profondità, crea densità nella parte centrale dellla difesa e solo sporadicamente concede a Bonaventura lo spazio tra le linee e ad Ikone la possibilità di imperversare sulla fascia. Proprio in una delle sue rare sortite, allo scadere della prima frazione di gioco , l’esterno francese si procura il rigore che avrebbe cambiato volto al match ma spedisce alle stelle il pallone del possibile pareggio. Nel secondo tempo, consapevole del vantaggio, il Napoli accentua ancora maggiormente il suo atteggiamento attendista e non concede una che sia una azione degna di essere menzionata ai gigliati. Anzi con un protagonista inatteso, Alessio Zerbin, subentrato dalla panchina al posto dell’acciaccato Mazzocchi, chiude in cassaforte il passaggio del turno. Il giovane esterno segna dapprima la sua prima realizzazione con il Napoli sugli sviluppi di un calcio d’angolo e sfruttando un allungo di testa di Di Lorenzo (attimi di paura per un violento impatto tra la testa di Zerbin e il palo) e poi chiude definitivamente il match con un’avanzata di quaranta metri palla al piede ed un chirurgico diagonale in corsa degno di un campione consumato. Una serata finalmente da vivere con il sorriso per il mondo partenopeo e , soprattutto, nella speranza, dopo due vittorie consecutive, che il capitolo buio di questa stagione possa essere finalmente archiviato.
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