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Natale a teatro, all’ Augusteo Sal Da Vinci inaugura ‘La Fabbrica dei sogni’

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Napoli, 21 dic. – Al Teatro Augusteo di Napoli  il Natale diventa la festa dei sogni. Tutto è spettacolo: la libertà artistica si palesa in un fantastico viaggio immersivo nelle performance degli allievi del Teatro Cilea Academy. Dalla strada ‘La Fabbrica dei Sogni’ inizia il suo percorso con trampolieri, giocolieri ed artisti che accolgono il pubblico, come in un incanto.

Il palcoscenico è in ogni dove: dal foyer, fino alla platea, gli allievi del Cilea iniziano a popolare con le loro voci lo spettacolo di Sal Da Vinci e Fatima Trotta, dedicato ai folli e ai sognatori.
Dal 20 dicembre al 12 gennaio 2020, un musical corale offre al pubblico l’occasione per calarsi in una storia gotico-romantica, piena di musica e sentimenti.

Il Monito natalizio di questo spettacolo è decisamente importante: “I folli non credono nei sogni. I folli vivono nei sogni”.

Canzoni, acrobazie, magie, accolgono la storia di Salvatore, un cantautore che vive da oltre 30 anni dimenticato dal mondo, in un manicomio abbandonato e fatiscente. Non abbandona l’edificio, in attesa di essere abbattuto, perché quella è la sua casa, è il luogo dove è cresciuto, scrivendo canzoni per un amore che gli ha strappato l’anima e lo tiene prigioniero delle sue paure.

La vicenda si infittisce e colora quando in questo manicomio entra Gigi (Ciro Villano), un vecchio compagno di scuola di Salvatore, ora poliziotto municipale, chiamato per un sopralluogo sulla struttura, prima che venga adibita a nuovo centro di accoglienza destinato ai migranti su cui la cognata vorrebbe lucrare, a danno di coloro che lì ancora vivono.

Il sogno degli ultimi dimenticati è di trasformare la casa di cura, in un teatro che ospiti uno spettacolo vero, realizzando così il più folle dei desideri: tramutare l’Arte in una piacevole, romantica follia espressiva.

Tra risate consumate sul palcoscenico con la presenza di Ciro Villano, la storia dei tanti pazzi si intreccia con la nascita dell’amore pronto a sbocciare tra Fatima Trotta e Sal Da Vinci.

Sul palcoscenico viene allestita una vera e propria fiaba con tinte di attualità.

Sal Da Vinci è un po’ il Quasimodo del ‘Gobbo di Notre Dame’, introverso, timoroso del giudizio degli altri; un po’ il principe azzurro, bello, dolce e sognatore, che fa innamorare la bella di turno, esercitando sugli altri personaggi della storia il suo fascino indiscutibile.

 I folli sono i nuovi goth: come tutti gli esseri umani, cercano l’amore. La differenza, semmai, è che mettono in conto la delusione, quella che alla fine li ha costretti alla casa di cura.

Eppure questa storia, contrariamente a tutti i classici da letteratura, non è destinata al fallimento.

L’amore perduto, i conflitti interiori, ispirano la moderna favola gotica ambientata a Napoli. I suoi protagonisti si immergono sempre più negli abissi dell’io, nelle angosce e nelle paure individuali e collettive dell’uomo moderno, presentando le indagini introspettive che portano all’approdo in manicomio.

Le tante, troppe stanze vuote, i corridoi silenziosi e le porte della casa di cura che di sicuro celano qualche segreto, donano il giusto mistero a una vicenda che vede trionfare in assoluto la musica di Sal Da Vinci, sostenuta da una gustosa vena comica.

Per lui c’e tripudio sul palcoscenico: i fan lo applaudono mentre con i suoi acuti diventa l’eroe sentimentale della trama. Si canta a teatro con le sue canzoni, riarrangiate dal Maestro Adriano Pennino.

Si riflette anche, quando parlando di emarginazione della follia, i pazzi vengono bollati come individui con vacuità emotiva.

Non è tanto facile capire perché le persone con disturbi mentali suscitino paura, vergogna e pregiudizi tanto da essere considerate, invece che bisognose di aiuto e di cure, malvagi. Eppure Sal Da Vinci con la sua compagnia cerca di raccontarlo con tatto e dolcezza.

La diversità integrata appare perfino nelle coreografie delle canzoni, dove il linguaggio dei segni viene adoperato per donare a questo messaggio vera e piena inclusivitá.

Per stupire, per far danzare con l’anima, il Natale a Teatro di Sal Da Vinci si apre a ‘La Fabbrica dei Sogni’, dove ciò che spaventa diventa magica speranza.

 

 

 

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.