Nell’era del pressapochismo, tutti statisti e nessun politico
Questa è l’era del pressapochismo politico. I pressapochisti si sprecano, se ne trovano a bizzeffe, senza ritegno. Uno parla, dice una cosa, che va di moda, e subito viene tacciato come statista dal pressapochista. Il dubbio che assale è questo: ma i pressapochisti ci sono sempre stati e non ce ne accorgevamo oppure si sono riprodotti come batteri? Secondo me ci sono sempre stati, solo che non avevamo gli strumenti adeguati per poterli scovare, anzi, essendo un genere mistificatorio, passava per “superficiale”. Poi, aperta la caccia alle streghe, guardi un politico e pensi subito: e se poi non risulta uno statista? Ed è proprio questo il punto. Siccome siamo arrivati ad un punto di ritorno, ci si chiede giustamente cosa abbia il politico in questo che non sia a posto o del tutto rifinito, sta a vedere che è un grande statista pure lui.
E a tal riguardo, ho trovato interessante la riflessione del leader di Azione, Carlo Calenda…
“MELONI DEVE FARE DRAGHI CHE NON VOTAVA,
SCHLEIN DEVE FARE LETTA CHE FACEVA SCHLEIN E TUTTO SI DEVE RIPETERE ALLA STESSA MANIERA.
Oggi un importante editorialista spiega che Meloni deve cambiare. Otto mesi fa ne era entusiasta. Meloni era appena nata – come Presidente del Consiglio ma era già una statista. Tre mesi fa lo stesso editorialista ne spiegava le qualità e i difetti. Oggi deve cambiare tutto.
La stessa identica cosa è accaduta con tutti i leader che sono andati di moda negli ultimi dieci anni.
Ieri, nel campo avverso, un altro editorialista, su un giornale diverso, spiegava che la segretaria del PD deve prendere i voti moderati. Lo stesso editorialista alla notizia dell’elezione della Schlein ne decantava l’essenza radicale e di pura sinistra e prediceva vittorie e trionfi.
Nel mio libro “Il Patto” definisco tutto ciò l’eterno ritorno dell’uguale.
Siamo in un gioco che si ripete identicamente allo stesso modo, persino con le stesse scadenze temporali e con gli stessi articoli scritti dagli stessi editorialisti.
Dobbiamo fare lo sforzo di ricordare, altrimenti rimarremo intrappolati in questo eterno ritorno mentre il paese si sgretola.
Ogni giorno nuove polemiche inutili servono a tenerci inchiodati nel presente.
Proviamo invece a ragionare guardando dall’alto ciò che è accaduto all’Italia e a modificare conseguentemente i nostri comportamenti politici.
Non è impossibile, è indispensabile.”
Insomma, tutti statisti e nessun politico.
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