9 Marzo 2025
Attualità

Parent training e Teatro sociale, il centro Iso riabilitativo APS di Pomigliano D’Arco pensa ai genitori di bambini con autismo

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La diagnosi di autismo è uno tsunami che travolge la vita di chi ne è affetto, ma anche quella di chi ne ha cura. In maniera dettagliata, bambini, genitori e famiglie che si trovano a dover gestire il difficile percorso di crescita da condividere insieme, scoprendosi ogni volta persone nuove davanti a una difficoltà da vivere alla giornata. Si chiedono se quelli dei figli siano automatismi o capricci da dover strategicamente fronteggiare, e soprattutto, come comportarsi in caso di eventuali crisi del bambino. Sono spesso travolti dalla gestione della famiglia, dal tempo del lavoro che se normalmente è una corsa all’ostacolo, nel loro caso è un vero gioco senza frontiere. I genitori con bambini affetti da sindrome da spettro autistico, devono interrogarsi sul percorso di cura giusta da far intraprendere al bambino; provano il tutto per tutto, in uno slalom tra medici e strutture, per capire come aiutare il proprio figlio a progredire meglio nella crescita. Sono afflitti dal senso di colpa delle attenzioni date ad un figlio, piuttosto che a un altro; dalla frustrazione di dover ridurre le ore di lavoro per dedicarsi alla famiglia; dalla solitudine del non ascolto della società; dai pensieri che inevitabilmente riguardano il futuro dei propri figli (perchè diciamolo, con l’età adulta una persona affetta da sindrome da spettro autistico ha bisogno di una società che lo accolga, lo accompagni, lo integri…e questa cosa quasi mai accade). Da qui il burnout, ovvero l’insieme di sintomi che può trasformarsi in vera e propria sindrome, deteriorando l’emotività e l’energia fisica di un individuo, quando si sente sopraffatto da una sfera della sua esistenza.

Da qui il deterioramento delle emozioni che diventa un corto circuito da stress che fa collidere pensieri e reazioni. Esso si traduce in disagio psico-fisico che spesso coinvolge le cosiddette professioni di aiuto, e quindi i cargivers e genitori. Il Centro Socio Sanitario Iso Riabilitativo per l’età evolutiva APS di Pomigliano d’Arco, pensa allora a fronteggiare tutto ciò, a diventare porta che si apre non per essere una sala di attesa per genitori, ma un focolare davanti al quale sedersi e respirare, oltre che capire come canalizzare interventi ed energie per gestire l’autismo in modo funzionale e continuativo rispetto alle terapie già intraprese dai figli. In una serie di appuntamenti inseriti nel progetto P.A.S.S.I., accoglie i genitori e li rende protagonisti di un parent training che si basa anzitutto di ascolto, apertura, elaborazione e poi intervento pratico. E si accompagna al teatro sociale, in cui si impara a rilassare il corpo con esercizi fisici e vocali mirati, danzando sull’energia del respiro, senza soccombere ad esso. L’idea è di renderli attori che non indossano una maschera per vivere il cammino dell‘autismo, ma che si spogliano nella vulnerabilità della loro forza, per scoprirsi protagonisti di una esperienza che è continua messa in gioco della vocazione alla vita. Il parent training diventa vera educazione alla genitorialità; non è solo affiancamento all’autismo. A gestirlo con amore ci sono il dott. Domenico Manna, direttore del Centro Iso Riabilitativo APS di Pomigliano d’Arco, la coordinatrice Dott.ssa Afrodite Esposito e i docenti del CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche. Con umanità le loro professionalità diventano la carezza che tanti genitori aspettano. Si traducono in riferimento e rassicurazione per chi spesso si sente sopraffatto anche dal timore. E puntano a creare una piccola comunità in cui ogni genitore può scambiarsi esperienze con altre coppie, sul come vivere meglio la crescita insieme all’autismo, nuovo compagno di viaggio con cui scavalcare tra onde, sensazioni piene, e nuove sfide. L’esperienza umana che deriva da questa occasione di confronto, è grande, intensa, e dona libertà alle emozioni che la necessità quotidiana mette a freno. I genitori coinvolti nel percorso si ritrovano a sorridere, piangere e gridare insieme, specchiandosi in un mare d’amore condiviso, che a volte rischia di trasformarsi in sabbie mobili a causa della cinicità della gente e delle tante difficoltà che in una giornata si devono affrontare.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.