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Parente (Antiterrorismo) Dinamiche anarco-insurrezionaliste oggi più importante minaccia eversiva

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Giubileo? Simboli cristianità sempre possibili fattori di rischio, guardate cosa accade in Africa

Diego Parente, Direttore Centrale Polizia di Prevenzione (già UCIGOS) e presidente del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A.) ha tenuto il seminario La minaccia terroristica: il sistema italiano di contrasto“, organizzato dal Dipartimento Giurisprudenza, Economia, Politica e Lingue moderne (GEPLI) dell’Università LUMSA.

Di seguito una breve intervista rilasciata ai canali di comunicazione dell’Ateneo

 Quali sono gli attuali metodi di lotta al terrorismo?

“Volendo sintetizzare al massimo, possiamo dire che attualmente l’attività antiterrorismo si fonda su due concetti fondamentali. Quello della prevenzione, intesa come anticipazione della soglia d’intervento per evitare che una minaccia di natura terroristica possa dispiegare i suoi effetti – e questo è l’obiettivo ovviamente, la stella polare a cui noi tendiamo – e quello della sinergia come strumento, e per sinergia intendiamo una messa a fattor comune di esperienze, di professionalità di tutti quei soggetti che personalmente sono chiamati a declinare le politiche di sicurezza. L’emblema certamente, uno degli asset fondamentali di questo metodo di contrasto al terrorismo è rappresentato dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A. ndr) in cui siedono tutti i rappresentanti del law enforcement e dell’intelligence e che quindi sono in grado di analizzare la minaccia e nello stesso tempo di predisporre dei validi strumenti di contrasto“.

Negli ultimi mesi è tornata familiare una parola che pensavamo persa nel passato: “eversione”. È effettivamente ritornato questo fenomeno oppure è un retaggio del passato che per i corsi e i ricorsi storici torna di moda, ma non desta preoccupazione?

“Noi evidentemente non seguiamo le mode, ma siamo sempre attenti a tutto ciò che possa in qualche modo creare delle problematiche alla sicurezza nazionale. Quindi seguiamo con attenzione tutte le dinamiche, sicuramente quelle riconducibili all’ anarco-insurrezionalismo sono oggi probabilmente la più importante minaccia eversiva. Voglio anche far presente che tutta la recrudescenza di attentati che si è registrata negli ultimi anni è anche un frutto dei grandi successi investigativi raggiunti dalle forze dell’ordine, con numerose condanne sia per associazione terroristica, che per la prima volta è stata riconosciuta dalla Cassazione rispetto al movimento anarchico insurrezionalista proprio l’anno scorso e sia naturalmente rispetto a molti attentati che hanno caratterizzato la storia d’Italia negli ultimi anni che erano riconducibili a quella organizzazione”.

 

Ci troviamo a due passi da piazza San Pietro, culla della cristianità e obiettivo sensibile per eccellenza. In questo senso quali sono i rischi che corriamo e quali saranno quando ci sarà il Giubileo?

“La presenza di simboli della cristianità è evidentemente stata sempre un possibile fattore di rischio per l’Italia, come lo sono altri fattori come mi vengono in mente i foreign fighters che nel caso in cui dovessero rientrare da teatri di combattimento rappresentano una minaccia in virtù della radicalizzazione e dell’expertise militare che hanno acquisito sul teatro di crisi. Peraltro molto significativo è quello che sta accadendo recentemente in Africa, diventata ormai il terreno di elezione delle organizzazioni terroristiche addirittura in senso competitivo tra al Qaida e Stato Islamico, dove sempre più spesso vengono colpiti accanto obiettivi militari, quelli civili e anche cristiani, in conseguenza di una retorica, soprattutto di Daesh, che tende ad identificare il miscredente con il cristiano, creando un parallelismo tra colonialismo, quindi sfruttamento di territori e povertà, con la diffusione del cristianesimo”.


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